cie-modena-ph-Dante-FarricellaLa gestione del Cie di Modena, oggi soppresso, da parte del consorzio “L’Oasi” tra il 2012 e il 2013 “è stata davvero pessima” e al momento attuale, pur essendo state corrisposte tutte le mensilità ai 25 dipendenti, mancano all’appello ancora alcune voci di salario accessorio (il Tfr, la tredicesima del 2013, tre mesi di Cassa integrazione per ritardi nella documentazione) che mediamente portano a un mancato guadagno di circa 4 mila euro a testa. Lo ha spiegato oggi, giovedì 19 marzo, in Consiglio comunale il sindaco Gian Carlo Muzzarelli rispondendo a un’interrogazione del consigliere del Pd Tommaso Fasano che chiedeva, appunto, chiarimenti riguardo alle inadempienze del consorzio “L’Oasi” nella gestione del Centro di identificazione ed espulsione.

Il sindaco Muzzarelli ha ripercorso le vicende sulla base delle informazioni fornite dalla Prefettura di Modena che, tra luglio 2012 e agosto 2013, è intervenuta più volte, in via sostitutiva, per assicurare la corresponsione degli stipendi del personale dipendente che è stato poi posto in cassa integrazione con la chiusura del centro per lavori.

Rispetto alle richieste di Fasano sul rispetto dei diritti umani nella struttura e alle ripercussioni sulla città, Muzzarelli ha ripercorso l’evoluzione legislativa e politica di quelle strutture che “da centri di permanenza temporanea così, come erano state concepite dalla legge Turco Napolitano del 1998, che prevedeva una permanenza di 60 giorni solo per l’identificazione dei migranti senza documenti (e all’interno di un quadro organico e coerente di politiche per l’immigrazione), si sono trasformati in veri centri di detenzione amministrativa per un periodo fino a 18 mesi con le norme che  risalgono ai governi di centrodestra, all’epoca del ministro Maroni, quando le politiche di sicurezza legate al fenomeno migratorio hanno assunto una connotazione del tutto sicuritaria e demagogica, tralasciando completamente le politiche di accoglienza e integrazione, che ha dato luogo di fatto al trattenimento di persone migranti che nulla avevano a che fare con comportamenti illeciti, perfino persone con i requisiti per chiedere il diritto di asilo”. E’ chiaro, per il sindaco, che “questa evoluzione ha posto una serie di interrogativi sulla tutela dei diritti umani, tema rispetto al quale l’Amministrazione comunale di Modena si è espressa chiaramente, anche a livello nazionale, proprio attraverso il ruolo dell’allora sindaco Giorgio Pighi all’interno dell’Anci, arrivando nel novembre del 2013 anche ad auspicare la destinazione del Cie di Modena ad altra funzione, posizione che – ha affermato Muzzarelli – condivido e ribadisco”.

Nella replica, il consigliere Fasano ha espresso l’auspicio che l’Amministrazione comunale, “nonostante non abbia la potestà di fare nulla in merito alle mancate somme per i 25 dipendenti del consorzio, tenga in considerazione tale questione e la ribadisca nelle sedi opportune”.