Procede a passo sicuro il cammino legislativo della legge delega di riforma del Terzo settore, un provvedimento che in Italia riguarda qualcosa come 4 milioni di volontari, 400mila enti censiti e ben 800mila persone occupate. “E’ un settore fondamentale per il “benessere” del nostro Paese – conferma il parlamentare modenese del Pd Edoardo Patriarca che ha lavorato, fin dall’inizio, al provvedimento – In Commissione Affari sociali abbiamo concluso l’attività emendativa, il testo ora è al vaglio delle altre Commissioni, in aprile sarà in Aula per la prima approvazione. Siamo arrivati a questo, dopo un lavoro lungo e approfondito iniziato a settembre e che ha visto più di quaranta audizioni, una attività emendativa di miglioramento del testo, svolta soprattutto dai parlamentari del Pd, e un efficace lavoro di sintesi affidato alla relatrice Donata Lenzi e al sottosegretario Luigi Bobba”. Il testo che ne è scaturito si configura come una vera e propria “riforma costituzionale” dell’assetto  della società civile del nostro Paese: sono previsti, infatti, la revisione del libro primo del Codice civile, una nuova definizione di Terzo settore (sino ad oggi assente), il riordino e la revisione della disciplina speciale dei soggetti del Terzo settore, compresa quella tributaria. Sono previsti, inoltre, la semplificazione della normativa vigente per l’accesso alla personalità giuridica in modo da garantire il più ampio esercizio del diritto di associazione; regole chiare riguardo trasparenza, rendicontazione, informazione, forme di pubblicità per i bilanci e altri atti; l’istituzione di un organismo di controllo e vigilanza presso il Ministero del Lavoro, la stabilizzazione del 5 per mille e il riordino delle agevolazioni fiscali; la valorizzazione della impresa sociale e rilancio di un Servizio civile per tutti i giovani che lo richiederanno. “Come si vede – conclude l’on. Patriarca – siamo di fronte a un disegno ambizioso, strategico per il rilancio del Paese, un rilancio voluto e cercato da anni da tutte le organizzazioni del Terzo settore al quale il Governo ha dato una risposta forte e chiara. Questo è uno dei pochi settori cresciuto nonostante la crisi e sul quale occorre investire. La questione risorse economiche rimane, forse, il nodo più delicato”.