ciclabilePredisporre un piano pluriennale a sostegno della mobilità ciclabile con l’obiettivo di ridurre progressivamente l’uso dell’auto e integrare il Piano per la mobilità ciclabile con elementi che consentano un miglioramento della fruibilità dei percorsi e attraverso una visione d’insieme della mobilità urbana. Ma anche valutare l’attuazione del progetto Biciclette Usato Sicuro per promuovere il mercato dell’usato e disincentivare i fenomeni di ricettazione e dare priorità alla realizzazione di un collegamento ciclabile su Jacopo da Porto sud nel caso di pista sul tragitto della ferrovia dismessa, piuttosto che su strada Cognento.

È ciò che chiedono gli ordini del giorno relativi alla mobilità ciclabile approvati dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 19 marzo. Respinti, invece, altri tre ordini del giorno sul tema. Il dibattito relativo alle piste ciclabili si è svolto dopo la comunicazione in merito del sindaco Gian Carlo Muzzarelli e dell’assessore alla Mobilità Gabriele Giacobazzi dello scorso 15 gennaio. Il Piano completo, in corso di sviluppo, arriverà in Aula nei prossimi mesi come annunciato dall’assessore.

Dei cinque documenti approvati, quattro hanno ottenuto l’unanimità (in Aula Pd, Per me Modena e Sel), mentre il quinto ha ricevuto il voto favorevole della maggioranza e contrario di Per me Modena. Il documento, illustrato da Andrea Bortolamasi e firmato anche dal capogruppo del Pd Paolo Trande, invita la Giunta “a tenere in debito conto le proposte contenute nelle mozioni del M5s nel caso in cui queste non dovessero vedere un voto positivo dell’Aula”, definisce infatti “oggettivamente condivisibili” le mozioni del M5s ma ritiene che contengano “indicazioni di dettaglio più proprie della successiva fase di definizione del Piano di dettaglio, emendabile e modificabile, previsto per l’autunno 2015”. La mozione ha suscitato la contrarietà di FI e M5s che, dopo averlo annunciato, hanno lasciato l’Aula non partecipando alle votazioni.

Il capogruppo di FI Andrea Galli ha parlato di “presa in giro” e il capogruppo del M5s Marco Bortolotti ha definito la mozione “non degna del Consiglio, il cui ruolo – ha aggiunto – è quello di discutere delle tematiche e dare indirizzi alla Giunta, ed è quello che noi abbiamo cercato di fare in modo serio”.

La mozione di Per me Modena, illustrato dalla consigliera Querzè, che chiede un piano pluriennale di sostegno alla mobilità ciclabile invita alla costruzione dei tratti mancanti sulle ciclabili a rendere i percorsi scorrevoli migliorando incroci e attraversamenti, a consentire ai ciclisti di circolare in entrambi i sensi di marcia nelle strade a senso unico, a realizzare la manutenzione del manto stradale, del verde e dell’illuminazione delle piste, a esercitare un adeguato controllo sulle auto che sostano sui passaggi per ciclisti, a privilegiare nelle nuove costruzioni le ciclabili in sede stradale evitando la promiscuità ciclopedonale, a riorganizzare lo spazio pubblico assegnando spazi e risorse in modo proporzionale alle effettive modalità di spostamento, ad esempio il 7 per cento destinato alla pedonalità e il 10 per cento alla ciclabilità.

Il documento di Sel, illustrato dal consigliere Marco Cugusi, chiede di integrare il Piano per la mobilità ciclabile con dati relativi ai flussi di spostamento dei cittadini e alla domanda di mobilità ciclabile, di attivare una integrazione o un raffronto con il Piano urbano della mobilità per pianificare i vari ambiti della mobilità con una visione d’insieme e progettazione complessiva, di migliorare la fruibilità dei tratti ciclabili esistenti, di ampliare e aumentare le zone a 30 chilometri orari, di consentire ai ciclisti la circolazione a doppio senso nelle strade a senso unico, di sostituire le rastrelliere con i portabici a “P”, di valutare il miglioramento e l’aumento di depositi custoditi, di dotare il Tavolo della mobilità di un regolamento e di coinvolgerlo nella pianificazione degli interventi.

L’ordine del giorno di Per me Modena e Sel, illustrato da Adriana Querzè (Per me Modena) invita l’Amministrazione a valutare l’attuazione del progetto Biciclette Usato Sicuro, anche usufruendo della collaborazione della Fiab, attraverso la stipula di una convenzione Comune-commercianti di biciclette.

La mozione del M5s, presentata da Luca Fantoni, infine, chiede di valorizzare il tratto di collegamento ciclabile su via Jacopo da Porto sud, nel caso di pista sulla tratta della ferrovia dismessa, come emerso da un incontro di quartiere organizzato dallo stesso Movimento a Cognento, e chiede la messa in sicurezza della stessa via con strumenti che limitino la forte velocità degli automobilisti nel tratto tra stradello Santa Maria e il santuario di San Geminiano, dove è presente anche una scuola elementare.

RESPINTE TRE MOZIONI DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Si è espresso a favore Per me Modena, contro Pd e si è astenuto Sel

Il Consiglio comunale di Modena, nella seduta di giovedì 19 marzo, ha respinto tre mozioni del M5s sulla mobilità ciclabile, con il voto favorevole di Per me Modena, contrario del Pd e con l’astensione di Sel. FI e M5s, dopo aver espresso contrarietà per la mozione del Pd che invita la Giunta “a tenere in debito conto le proposte contenute nelle mozioni del M5s nel caso in cui queste non dovessero vedere un voto positivo” del Consiglio, hanno lasciato l’Aula non partecipando alle votazioni.

La mozione sulla messa in sicurezza degli attraversamenti ciclo-pedonali, illustrata da Mario Bussetti, chiedeva, tra l’altro, di affidare all’Ufficio tecnico comunale lo studio di fattibilità e il progetto per la realizzazione di attraversamenti ciclo-pedonali in totale sicurezza per ciclisti, pedoni e automobilisti, di verificare le piste che necessitano di messa in sicurezza (per manto stradale, illuminazione e presenza di barriere) o di essere messe in rete, di presentare un progetto concreto con priorità e tempistiche per rendere continui e integrati gli itinerari e i percorsi ciclo-pedonali e di completare la messa in sicurezza delle ciclabili esistenti con attenzione a omogeneità di segnaletica ed eliminazione di barriere architettoniche.

Una seconda mozione, presentata da Marco Rabboni, chiedeva all’Amministrazione di segnalare in maniera più efficace, entro 12 mesi, le Zone 30 già presenti nel territorio comunale e di implementare tutte le nuove Zone 30 segnalandole maggiormente, ritenendo la cartellonistica attuale “ordinaria e poco significativa” ed evidenziando il trend di mancato rispetto dei limiti delle auto in transito in tali zone.

Un’ultima mozione, illustrata da Elisabetta Scardozzi, chiedeva di presentare entro sei mesi una mappatura delle rastrelliere porta-biciclette presenti in città con il monitoraggio del loro utilizzo, verificando dove fossero carenti o sovrabbondanti e spostandole “in base alle esigenze dei cittadini emerse dall’analisi dello stato di fatto”. Il documento chiedeva inoltre di mantenere almeno per tutto il centro storico il porta-bicicletta a “P” e di sostituirlo ai modelli precedenti, di inserire nel Regolamento urbanistico edilizio (Rue) comunale l’obbligo di deposito di bici o cantina ciclabile in tutti i condomini di nuova costruzione e di incentivarli anche nella riqualificazione dell’esistente. Invitava, infine, a sollecitare la presenza di un deposito custodito di biciclette in tutti i centri commerciali di medie e grandi dimensioni, in tutte le scuole e gli uffici dei servizi comunali.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Prima della votazione delle otto mozioni sono intervenuti alcuni consiglieri

La votazione delle otto mozioni presentate sulle piste ciclabili nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 19 marzo (cinque approvate e tre respinte) è stata preceduta dall’intervento di alcuni consiglieri.

Antonio Montanini di Per me Modena ha sottolineato la necessità di azioni per ridurre i furti, individuando come unica strada “la punzonatura” e ha sottolineato l’importanza di un utilizzo più coerente della segnaletica.

La capogruppo di Per me Modena Adriana Querzè ha espresso l’auspicio che “tutto quanto presentato rispetto al tema della mobilità ciclabile venga preso in considerazione dalla Giunta in sede di Piano di dettaglio e che ne venga dato conto esplicitando se si tratta di richieste accolte o meno”.

Per il Pd, Diego Lenzini ha sottolineato come si sia persa “una grande occasione: sarebbe stato il momento in cui parlare di come vogliamo che il Piano della mobilità venga sviluppato, senza entrare nel dettaglio ma ragionando più ad alto livello”. Paolo Trande si è detto dispiaciuto “che i colleghi del M5s abbiano interpretato la nostra mozione come un tentativo di turlupinare il loro sforzo. Era solo una modalità tecnica per ribadire che tutto il lavoro fatto non verrà disperso e che ci sarà occasione in futuro di intervenire nel dettaglio”.

Marco Cugusi di Sel ha evidenziato che scendere nel dettaglio fa la differenza “per tenere in equilibrio tutte le forme di mobilità”. Il consigliere ha evidenziato che “i furti di biciclette sono un attentato alla mobilità dolce e le dotazioni per contrastarli rappresentano un modo per sostenerla”.