gruppoErano circa 200 i professionisti presenti ieri a un altro degli appuntamenti del Cinquantenario del Santa Maria Nuova, il convegno dal titolo La “Fabbrica” dell’Ospedale, tenutosi a Reggio Emilia  nella sede centrale del Credem, sponsor delle celebrazioni.

Dedicato ai temi della progettazione ospedaliera l’evento, che si è aperto con il saluto del Direttore generale Antonella Messori e del Presidente dell’Ordine degli Ingegneri Carlo Rossi, ha proposto un excursus nella evoluzione dei criteri che hanno ispirato l’idea di ospedale e modulato gli approcci progettuali negli aspetti funzionali, architettonici e urbanistici.

Particolarmente apprezzata la lezione magistrale del Prof Fabrizio Rossi Prodi, Docente di Composizione architettonica urbana alla Università di Firenze. Sostenendo la tesi secondo la quale anche gli ospedali sono il prodotto dei cambiamenti sociali e culturali delle rispettive epoche e non soltanto della evoluzione della scienza medica, Rossi Prodi ha proposto un lungo viaggio nel tempo, a partire dal Medioevo. È datata a quell’epoca la nascita, come avvenne anche per il Santa Maria Nuova, dei primi ospizi per infermi, quasi sempre annessi alle chiese, luoghi nei quali le cure offerte consistevano perlopiù in qualche pasto, nel conforto di chi dava accoglienza e nell’invito alla fede e alla preghiera.

Una ricostruzione dettagliata dell’iter progettuale dell’attuale sede del Santa Maria Nuova è stata offerta dall’Ing Giovanni Manfredini, figlio di Enea, il professionista al quale nel 1945 fu affidato l’incarico di dare corpo al nuovo ospedale dei reggiani, ancora oggi esempio di modernità, e che ne ha curato anche gli sviluppi edilizi nei decenni successivi.

Ulteriori approfondimenti sulla identità del Servizio tecnico aziendale e sui progetti in corso, il Centro Oncoematologico (CORE) e il Maternità e Infanzia (MIRE), sono stati proposti rispettivamente dall’Ing. Daniele Pattuelli, sino al 2014 Direttore del servizio, e dall’Ing. Tiziano Binini della Binini Partners.

L’Ing Paolo Genta e l’Arch. Mauro Nasi della CAIREPRO hanno offerto una panoramica sui criteri che hanno guidato l’evoluzione della rete ospedaliera provinciale e dei presidi che ne sono parte.

Gli ultimi interventi della mattina hanno invitato ad uno sguardo sugli scenari futuri.

È tema dell’ultimo ventennio l’umanizzazione degli ospedali, concetto divenuto ormai centrale nei nuovi ospedali. Sono fattori importanti l’aumento del comfort alberghiero, la scelta di arredi e tonalità di colore accoglienti, la garanzia di privacy che non escluda la possibilità di socializzazione tra degenti, l’illuminazione degli ambienti con luce naturale. Studi recenti hanno mostrato l’influenza positiva di quest’ultimo fattore sia sul processo di guarigione dei degenti che sullo svolgimento dei compiti da parte degli operatori, migliorandone anche la relazione diretta con i pazienti.

La conclusione del dott Maurizio Mauri Presidente del CNETO (Centro Nazionale Edilizia e Tecnica Ospedaliera), patrocinatore del convegno, ha sottolineato come entro un decennio avremo, probabilmente, cambiato molta parte delle attuali convinzioni su come debba essere un ospedale.

Saranno determinati, in questo, oltre alle evoluzioni della scienza medica, che sarà sempre più predittiva, il progresso inarrestabile delle tecnologie biomedicali e delle tecnologie informatiche. E, infine, sarà inevitabile mettere ancora di più il paziente al centro del percorso, dando spazio a processi diagnostici e assistenziali che si integrano a favore della persona, non più oggetto ma soggetto delle cure.

 

(nella foto di gruppo: al centro il direttore generale Antonella Messori insieme ai relatori e moderatori del convegno)