Agostino-Megale-FisacLa dichiarazione del segretario nazionale del sindacato bancari Fisac/Cgil, Agostino Megale, su ipotesi di accordo per rinnovo del contratto nazionale bancari che interessa circa 309 mila addetti a livello nazionale di cui circa 5.000 in provincia di Modena. Rinnovo che è stato possibile grazie alla straordinaria mobilitazione dei lavoratori del settore lo scorso 30 gennaio, che anche a Modena ha visto l’adesione del 90% degli addetti allo sciopero indetto dai sindacati unitariamente. 

“Con l’ipotesi di intesa raggiunta questa mattina per il rinnovo del contratto nazionale dei circa 309 mila bancari, abbiamo sconfitto la linea di chi in Abi aveva puntato alla disdetta e alla disapplicazione del contratto”. E’ quanto afferma il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, nel sottolineare “la riconquista di un contratto di lavoro che è all’insegna della difesa, netta e chiara, dell’area contrattuale e degli inquadramenti professionali, condizione per difendere l’occupazione e rilanciare la contrattazione”.

Il numero uno della categoria dei lavoratori del credito della Cgil fa sapere che “ora tale ipotesi di intesa sarà sottoposta anzitutto al Direttivo nazionale della Fisac, che dovrà dare il mandato all’ipotesi stessa, e alle assemblee di tutti i lavoratori interessati da realizzare entro il 15 giugno e ai quali verrà chiesto il mandato per sottoscrivere l’accordo”. Nel merito, Megale osserva: “L’ ipotesi di intesa, pur in un contesto di difesa dell’impianto contrattuale, introduce elementi di innovazione che guardano in modo particolare ai giovani e all’occupazione. Ai giovani che, con la riduzione dal 18% al 10% del salario di ingresso, avranno un incremento salariale mensile di circa 175 euro pro capite, che si aggiungono agli 85 euro a regime di aumento contrattuale”.

Il tema giovani, inoltre, prosegue il dirigente sindacale, “è una netta inversione di tendenza: rispetto agli ultimi vent’anni, infatti, i giovani rappresentano una priorità e questo spiega ciò che chiamiamo essere un’anima sociale del contratto, capace cioè di dare risposte in termini solidaristici, anche con gli impegni di riconversione del fondo per l’occupazione giovanile, per sostenere le politiche di reimpiego di tutti coloro che hanno perso il lavoro e stanno nel fondo emergenziale, nonché i lavoratori licenziati per motivi economici”. Megale rileva poi come sia “di grande importanza la dichiarazione delle parti, prevista nell’ipotesi, che garantisce agli attuali occupati il mantenimento delle vecchie tutele, sia in caso di cessioni individuali del rapporto di lavoro che di cessioni collettive, vedi NewCo, fusioni o cessioni di ramo d’impresa”.

Questi risultati, aggiunge il numero uno della Fisac, “sono stati possibili grazie alla straordinaria mobilitazione e tenuta dei lavoratori e delle lavoratrici nello sciopero del 30 gennaio scorso e grazie all’unità di tutto il sindacato”. Con l’ipotesi di oggi, infine, “viene sconfitta non solo la logica di chi vuole eliminare i contratti nazionali ma anche la politica di chi immaginava di destrutturare l’area contrattuale espellendo tra le 50 e le 60 mila persone. Area contrattuale che tiene e viene pienamente difesa, avendo respinto anche gli ultimi tentativi nel corso di quest’ultima due giorni di far rientrare dalla finestra ciò che non era passato dalla porta. Ora la parola dovrà passare alle centinaia di migliaia di assemblee, diffuse, capillari e partecipate, nelle quali ai lavoratori verrà chiesto il mandato per andare alla firma dell’ipotesi di contratto nazionale”, conclude Megale.