Il danno alle strutture e agli impianti del complesso scolastico Marconi ammonta complessivamente a circa  6.500 euro più Iva, mentre alcun danno è stato riscontrato sul materiale scolastico. La scuola è coperta da garanzia decennale per difformità o vizi occulti e il Comune ha già aperto una pratica assicurativa per i danni subiti, ma se si accerterà che la causa è da imputare a carenze esecutive dell’impianto, il costo sarà sostenuto dall’impresa esecutrice dello stesso.

Lo ha detto l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi rispondendo all’interrogazione del M5s, illustrata dal capogruppo Marco Bortolotti, sull’allagamento avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 marzo per la rottura di un tubo dell’impianto di riscaldamento nel complesso scolastico Marconi di via Canaletto, che ha comportato la sospensione delle lezioni per tre giorni.

L’interrogazione chiedeva, in particolare, quali fossero le imprese costruttrici della scuola inaugurata ufficialmente il 18 settembre 2010 e dell’impianto di riscaldamento, chi ha fatto il collaudo tecnico, con che metodo i lavori sono stati appaltati, che tipo di verifiche sono state effettuate dopo l’evento, a quanto ammontano i danni, se la struttura è coperta da garanzia per difformità e vizi dell’opera eseguita, e chi coprirà i costi tra Comune e costruttore. Bortolotti ha inoltre chiesto se sarebbe stato possibile garantire l’accesso alla scuola ai soli alunni delle scuole medie, dato che il guasto ha riguardato l’ala occupata da una sezione della scuola elementare Anna Frank.

L’assessore ha spiegato che ad aggiudicarsi i lavori di costruzione, con il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa, è stato il Consorzio cooperative di costruzioni di Bologna che ha affidato l’intervento alla propria impresa consorziata Cooperativa di costruzioni di Modena, mentre la realizzazione dell’impianto di riscaldamento è stato affidato con regolare autorizzazione di subappalto all’impresa Ite Group srl di Modena. “L’intero edificio – ha proseguito – quindi sia le parti edili che quelle impiantistiche, è stato oggetto di collaudo tecnico-amministrativo in corso d’opera, il cui atto finale è stato redatto in data 16 giugno 2011 a cura del collaudatore incaricato, l’ingegnere Giancarlo Guidotti”.

Giacobazzi ha poi ripercorso gli interventi effettuati dopo il riscontro dell’allagamento, “dovuto alla perdita d’acqua dell’impianto di riscaldamento provocata dalla cattiva tenuta di un raccordo di un radiatore in un bagno: sono intervenute varia squadre di tecnici per i controlli di competenza – ha affermato – controsoffitto e struttura, impianti elettrici e di sicurezza, verifiche su tutti i raccordi dei radiatori presenti nella scuola. I Vigili del fuoco intervenuti hanno infatti ritenuto opportuno estendere le verifiche agli impianti dell’intera scuola ed è stato quindi necessario impedire l’accesso a tutte le classi, non solo a quelle dell’ala interessata dal guasto”. L’assessore ha precisato che dopo la perdita “si è proceduto alla riparazione, al ripristino degli impianti di sicurezza e alla riattivazione dell’impianto elettrico. Sono, inoltre, stati rimossi i pannelli di controsoffitto rotti o che avevano assorbito troppa acqua – ha aggiunto – è stata fornita assistenza per il ripristino post allagamento ed è stato organizzato un servizio di ronde notturne con l’istituto di vigilanza per evitare l’intrusione di malintenzionati nel complesso scolastico fino alla rimessa in funzione dell’impianto antintrusione. Nei giorni successivi – ha concluso l’assessore – sono stati sostituiti i pannelli rimossi, ripristinato l’impianto elettrico e di illuminazione nella zona segreteria e in alcuni servizi igienici dove erano stati riscontrati danni, sostituiti i componenti degli impianti di sicurezza compromessi e ripristinato il collegamento della rete dati”.

Nella replica, il consigliere Bortolotti ha evidenziato l’importanza di “custodire il patrimonio scolastico: ci interesserebbe capire se con una più attenta attività di manutenzione degli impianti si possono evitare situazioni come quella che si è verificata. Nel caso fosse accertato un vizio di esecuzione – ha aggiunto – controlleremo che le spese per il ripristino vengano fatte ricadere sull’azienda esecutrice e non sulla comunità”.