CimoneMontagna e Appennino: volge al termine una stagione invernale in chiaroscuro. Con le festività pasquali, quasi meglio di quelle natalizie: un apparente controsenso in cui emerge il forte legame con la neve. Ed è stata proprio la presenza o meno di questa a determinare le sorti della stagione: ad un avvio negativo ha fatto seguito un recupero molto positivo da inizio febbraio in poi quando cioè le precipitazioni si sono fatte consistenti. Al termine, il saldo rispetto allo scorso anno risulta invariato. “Il nostro sistema turistico montano è ancora troppo dipendente dalla possibilità di poter praticare o meno sport invernali. Occorre dunque differenziare, ampliando l’offerta e quindi le opportunità (mountain bike anche in inverno se i percorsi sono agibili, visite di natura storico-culturale, artistica e gastronomica,etc.) se non si vuole dipendere esclusivamente dalle condizioni meteo”, evidenzia Assoturismo-Confesercenti Modena.

L’andamento stagionale Temperature elevate e scarso innevamento fino all’Epifania e oltre, hanno limitato notevolmente l’afflusso turistico: col numero, oltretutto già negativo, delle presenze in ulteriore calo rispetto alla scorsa stagione,. Condizioni che si sono poi perpetuate a gennaio, incrementando la contrazione di arrivi e vacanzieri nelle strutture ricettive. Una netta inversione di tendenza è avvenuta a partire da febbraio quando la neve, copiosa e di ottima qualità ha ricoperto tutto l’Appennino. Condizioni rinnovatesi poi a marzo, fino a Pasqua che ha visto un vero e proprio record di presenze anche dovuto a condizione meteo veramente eccezionali per il periodo: freddo, neve fresca e sole. In poco più di due mesi si sono recuperate le perdite di dicembre e gennaio, segnando quindi un considerevole aumento in questi mesi, migliore dello stesso periodo del 2014.

L’andamento delle strutture ricettive: alberghiero e ristorazione Il campione di strutture alberghiere monitorate da Confesercenti rileva una sostanziale stabilità delle presenze rispetto all’inverno 2013/2014. I dati però di febbraio e marzo, rispettivamente con un +20% e +15% sugli stessi mesi del 2014 sono molto confortanti: poiché indicano il termine di una emorragia di arrivi e presenze che durava ormai da diversi anni. Il mantenimento poi dei prezzi stabili, hanno significato una buona percentuale di camere occupate, come pure la scelta di molti alberghi di praticare promozioni e sconti. Strategie commerciali che se da un lato premiano, dall’altro stanno portando ad un pericoloso assottigliamento dei margini di guadagno. Utili, necessari ed indispensabile perché volti a programmare interventi di ristrutturazione o riqualificazione delle strutture ricettive.

“Il prodotto neve del nostro Appennino è ancora competitivo ed attrattivo almeno sul mercato tradizionale, rappresentato in particolare dalle province di Emilia Romagna e Toscana. Al fine però di prevenire il pericolo che una stagione invernale dal meteo avverso, comporti un crollo del sistema turistico, occorre capire su quali mercati potrebbe essere indirizzata l’offerta e soprattutto quali prodotti proporre. Per questo è fondamentale concordare con Regione e Comuni le direttrici su cui investire per accrescere la competitività della destinazione turistica Appennino. Processo che necessita di una nuova governance atta a valorizzare le attrattive del territorio legate ad enogastronomia, cultura e soprattutto sport non solo invernali e quindi modificare le strategie di promo-commercializzazione. Operazione che porta ad un riposizionamento del ruolo del Consorzio Valli del Cimone che sarà tanto più strategico e centrale quanto più il sistema territoriale saprà proporsi come prodotto turistico”, conclude Assoturismo Confesercenti.