Silvana-CasaleSi attesta ad oltre il 60 percento la quota di ricette elettroniche attraverso cui vengono erogati ad oggi i farmaci nella provincia di Modena.

Al momento – spiega Silvana Casale – questa percentuale è spiegabile con il fatto che una parte di farmaci (ad es. stupefacenti) sono prescrivibili solo attraverso la tradizionale ricetta rossa e, sempre a quella, devono ricorrere le guardie mediche ed i medici in visita domiciliare. La prospettiva di questa politica di digitalizzazione e dematerializzazione punta però a far sì che in futuro non lontano, al cittadino possa bastare la sola tessera sanitaria per accedere al servizio di erogazione dei farmaci, con una pressochè completa eliminazione della carta e un notevole abbattimento dei costi per tutti”.

Il percorso verso la totale dematerializzazione delle richieste provenienti dai medici procede, dunque, in modo positivo, anche se forse non tutti i cittadini, in particolar modo coloro i quali non accedono con frequenza ai servizi della medicina di base e delle farmacie, sono bene informati su quali siano i cambiamenti in atto.

Vale quindi la pena ricordare come funziona questo nuovo corso, avviato nel 2014 e che per la sua realizzazione necessita dell’attività sinergica di numerosi attori dell’ambito sanitario: i medici di base, le ASL, le Farmacie, per citare i principali.

Il percorso della ricetta elettronica ha origine presso il medico di base che prescrive un farmaco attraverso un sistema online che associa il numero della ricetta stessa al codice fiscale del paziente e alle informazioni circa l’esenzione. Il paziente in farmacia consegna il cosiddetto promemoria, ricevuto dal medico, indicante tutti le informazioni necessarie ad ottenere il farmaco e attraverso il quale il farmacista è in grado di registrare i dati che targano la singola confezione fornita. In questo modo si abbattono i rischi di errore e si dota ogni cittadino di una personale storia farmacologica.

“Quello della ricetta elettronica – ha continuato Silvana Casale – rappresenta un passaggio che è stato imprescindibile percorrere e che risponde anche ad una esigenza di presidio e controllo della salute pubblica e dell’assunzione dei farmaci nella popolazione. Con questa consapevolezza, e per far sì che il percorso della ricetta elettronica prendesse avvio, le Farmacie, in un’ottica di sentita collaborazione fra settori dell’ambito sanitario, hanno messo in piedi cospicui investimenti, adeguando la propria dotazione con software e con la formazione tecnica necessaria. I risultati finora ci hanno dato ragione: con la collaborazione e la reta costruita fra gli attori del sistema sanitario siamo oggi in grado di offrire al cittadino un servizio più moderno e in prospettiva più economico, senza particolari intoppi”.