cc_bologna_carabinieriI Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, coadiuvati dalla Stazione dell’Arma Bologna Mazzini, hanno eseguito due custodie cautelari in carcere nei confronti di due fratelli calabresi di 26 e 32 anni residenti a Bologna, ritenuti responsabili di rapina, lesioni personali aggravate e tentata estorsione. Il provvedimento, emesso dal dott. Letizio Magliaro, GIP presso il Tribunale Ordinario di Bologna, scaturisce dalla richiesta avanzata dal dott. Domenico Ambrosino, PM presso la Procura della Repubblica di Bologna, sulla base delle indagini che i Carabinieri avevano avviato il 14 marzo scorso, a seguito di un’aggressione che un imprenditore immobiliare di Bologna aveva subito in una palazzina condominiale in via Marconi. Gli aggressori erano stati identificati dalla Polizia Municipale intervenuta su richiesta di un cittadino che, accortosi del pestaggio, aveva fermato la pattuglia per strada dicendo: “Aiuto! Stanno ammazzando una persona!”. Giunti davanti all’ingresso di casa da cui provenivano le urla, anche gli agenti della Municipale avevano avuto modo di sentire che si trattava di un pestaggio, verosimilmente per motivi di denaro: “Ti ammazzo! Vogliamo i nostri soldi!, questo è il tuo ultimo giorno di vita!”. Soccorso dai sanitari del 118, il malcapitato, classe 1965, riceveva 20 giorni di prognosi a seguito di un “Trauma cranio facciale con ferita LC della mucosa del labbro inf. e lacerazione cutanea del trago orecchio sin. Trauma toracico con infrazione della IX e VII costa di sin, contusioni poli distrettuali”.

Ricostruendo la dinamica dei fatti, gli inquirenti dell’Arma hanno appurato che i due indagati, tra l’altro incensurati, dopo citofonato all’imprenditore, si erano spostati dal campo visivo della videocamera, destando curiosità nell’uomo che usciva per controllare. I due fratelli lo prendevano alla sprovvista e dopo averlo costretto a rientrare in casa, iniziavano a percuoterlo con calci e pugni per convincerlo a rilasciare loro un assegno di 50.000 euro per dei lavori che i due, soci amministratori di una società edile, sostenevano di aver svolto a Pianoro presso un edificio appaltato dalla società immobiliare della vittima. Un pagamento che il 50enne non intendeva effettuare poiché lo riteneva non corrispondente al valore effettivo dei lavori eseguiti, ragioni che saranno approfondite a livello civile tra le due società. Martedì scorso, i due fratelli calabresi sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro e, come disposto dal GIP, sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Bologna.