La capogruppo M5S in Regione ha presentato una interrogazione per fare chiarezza sulla vicenda delle nuove strutture realizzate all’interno del “Ramazzini”. Annunciate nel 2012 non sono mai entrate in funzione fino a metà del 2014, tra disservizi, polemiche e ritardi. Nel mirino della consigliera regionale anche il reparto di Oncologia che, nonostante i tanti investimenti, non sarebbe in grado di assicurare ai pazienti tutte le prestazioni necessarie.

Dieci sale operatorie, quattro costruite ex novo e sei interamente rinnovate, che a causa di una serie di incredibili disservizi non sono mai per davvero entrate in funzione. È uno spreco colossale quello che riguarda l’ospedale di Carpi e che è stato portato alla luce da una interrogazione di Giulia Gibertoni, capogruppo M5S in Regione, che punta il dito contro la gestione e la programmazione degli spazi all’interno del nosocomio della città dei Pio. In particolare ad attirare l’attenzione della consigliera regionale  la situazione che riguarda le “nuove” sale operatorie dell’ospedale, costate oltre 3 milioni di euro ma mai in grado di funzionare a pieno, mettendo per di più a rischio la sicurezza di operatori sanitari e pazienti. “Subito dopo il terremoto del maggio del 2012 l’Ausl annunciò l’avvio dei lavori di un nuovo comparto operatorio, formato da 4 sale, che sarebbero dovute essere pronte entro la fine di quello stesso anno – spiega la capogruppo del M5S – Anche se l’inaugurazione ufficiale arrivò solo un anno dopo (giugno 2013), con una cerimonia in pompa magna con l’ex presidente Errani, alla fine tra una serie incredibili  rinvii, imbarazzanti scuse, ritardi e disservizi, le 4 sale operatorie non sono mai veramente entrate in funzione fino al 25 luglio del 2014. Per non parlare del fatto che, a tre anni dai lavori, sembra non ci siano nemmeno i certificati di collaudo. Nel frattempo sono partiti anche dei nuovi cantieri per il rinnovamento di altre 6 vecchie sale operatorie, per una spesa di altri 700mila euro, fondi anche questi pescati da quelli stanziati per il post terremoto”. “Quello che ci chiediamo – aggiunge Giulia Gibertoni – è come sia stato possibile avallare uno spreco così colossale, visto che oggi l’ospedale di Carpi è dotato, al netto dei continui disservizi, di ben 10 sale operatorie, dotazione equivalente a quella di Baggiovara che però è un ospedale tre volte più grande ed è il punto di riferimento per le emergenze per l’intera provincia di Modena.

Per questo abbiamo presentato una interrogazione per fare chiarezza sulle cifre spese, sui progetti presentati e su come queste risorse siano state utilizzate nel corso di questi anni”. Un altro esempio di spreco all’interno dell’ospedale di Carpi è rappresentato dall’acceleratore oncologico contenuto in un nuovo padiglione dotato delle più avanzate tecnologie e realizzato con il contributo della Cassa di Risparmio di Carpi. “Sinceramente pare incomprensibile come si sia potuta autorizzare la costruzione, e la ben più onerosa gestione, di un reparto oncologico all’avanguardia quando nel raggio di 20 km sono presenti ben due strutture sanitarie altamente specializzate, come il Policlinico di Modena e l’Arcispedale di Reggio Emilia – conclude la capogruppo del M5S – Aspetto ancor più grottesco se si tiene conto che a quanto ci risulta i pazienti che si rivolgono alla struttura di Carpi non possono usufruire in loco di tutte le prestazioni ma debbano necessariamente rivolgersi anche ad altri ospedali. Alla luce di tutti questi aspetti chiediamo alla Giunta e all’assessore Venturi di fare chiarezza su questa vicenda. A nostro avviso ci troviamo di fronte a uno spreco di risorse imponente che si è protratto negli anni. Chi ha sbagliato deve assumersi le proprie responsabilità”.