edilizia_10Un piano d’intervento a contrasto della crisi occupazionale degli addetti di tutta la filiera dell’abitare e delle costruzioni che, oltre agli ammortizzatori sociali in senso stretto sia caratterizzato da politiche attive e azioni a sostegno della loro occupabilità. Sono alcune delle proposte discusse al tavolo regionale sul settore edile, tenuto questa mattina in Regione, dove si sono incontrati l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, le parti datoriali e sindacali confederali e di categoria. Le parti hanno anche ribadito che il programma di politiche attive candidate dalla Regione al Fondo nazionale politiche attive istituito presso il Ministero del Lavoro avrà come beneficiari lavoratori e imprese di tutto il settore.
“Con l’incontro di oggi consolidiamo un percorso – ha detto l’assessore Costi – che ci auguriamo possa portare ad ottenere risultati in Regione e possa offrire proposte e interventi concreti anche a livello nazionale, per un settore che è ormai al settimo anno di crisi e che ha necessità di innovare ed individuare nuovi strumenti e di porre la legalità sempre al centro”. Il percorso prevede tre livelli di azioni tra loro integrate che le parti sociali si sono impegnate ad arricchire di contributi in tempi molto brevi. Il primo riguarda l’aggiornamento dell’analisi della situazione di tutta la filiera in Emilia Romagna. Il secondo pone l’attenzione alle politiche nazionali che devono essere attivate al fine di ottenere risultati concreti anche nella regione, dal rilancio delle infrastrutture pubbliche, in particolare sul fronte del rischio idrogeologico, dell’edilizia scolastica, della riqualificazione delle città e delle periferie utilizzando risorse provenienti da fondi PON , dall’esclusione dai Patti di Stabilità, dal Piano Juncker in combinazione al superamento dei vincoli di bilancio. Al riguardo da tempo la regione chiede ai ministeri interessati di convocare il tavolo nazionale. Il terzo livello infine riguarda invece le azioni e le politiche regionali di rilancio del settore, per quanto di propria competenza, che si dovranno raccordare con il Patto per il lavoro che la Giunta sta predisponendo.
Parte fondamentale del percorso definito oggi, sarà inoltre il lavoro per la definizione di una politica industriale per il settore che possa essere sperimentata in Emilia-Romagna, in raccordo con il governo, per favorire una sempre più alta qualificazione del comparto e degli operatori in termini di innovazione, competitività, accesso ai mercati.
La situazione nazionale registra dal 2008 una riduzione di quasi un terzo degli investimenti in costruzioni, con una caduta superiore ai 60 miliardi di euro. Secondo stime ANCE il 2015 registrerà una ulteriore contrazione del 2,4%. L’unico comparto in crescita nel periodo 2008-15 sarebbe quello della manutenzione straordinaria (+20,9%) mentre le cadute più vistose interessano le delle opere pubbliche (-50,3%) e le abitazioni nuove (-65,6%).
In Emilia-Romagna la condizione occupazionale del settore risulta colpita in particolare negli addetti alle dipendenze che si riducono tra 2008 e 2014 del 37,2%.