Reggio Emilia ha celebrato la Festa del 25 Aprile, 70° anniversario della Liberazione, nel segno di un “rinnovato impegno della comunità come insieme di cittadini-partigiani, cioè con un rinnovato impegno civile che superi l’indifferenza”, ha detto il sindaco Luca Vecchi nell’intervento in piazza Martiri del 7 Luglio, riferendosi fra l’altro all’immane tragedia dei profughi che perdono la vita nel Mediterraneo, cercando nuova speranza e dignità. “Essere partigiani – ha aggiunto il sindaco – significa non essere indifferenti, verso le nuove intolleranze, la negazione della dignità della persona, la domanda di riscatto dalle ingiustizie. Il nostro Paese e l’Europa hanno il dovere dell’accoglienza”.
Alla celebrazione ha partecipato, insieme con il presidente della Provincia Giammaria Manghi e il presidente dell’Anpi Giacomo Notari, Graça Machel, presidente della Fondazione per lo sviluppo della comunità, avvocato internazionale per i diritti umani, in particolare la tutela delle donne e dei bambini. Graça Machel è esponente politico di rilievo dell’Africa australe e militante anti-apartheid; è stata moglie di due grandi leader dell’Africa libera e indipendente: Samora Machel, presidente della Repubblica del Mozambico e, in anni più recenti, di Nelson Mandela, presidente della Repubblica del Sudafrica. Beatrice Marmiroli, studentessa del liceo scientifico Aldo Moro, nipote di un partigiano, ha portato una toccante testimonianza dei Viaggi della Memoria promossi da Istoreco nei luoghi dell’Olocausto.
Dopo la messa in suffragio dei Caduti celebrata da monsignor Eleuterio Agostini nella basilica della Ghiara, il corteo, accompagnato dalla Banda della Filarmonica Città del Tricolore, ha attraversato la città fino al monumento a Resistenza, dove è stata deposta una corona di alloro, e al sacrario dei martiri Partigiani. Oltre alle associazioni partigiane e d’arma, hanno partecipato alla celebrazione anche 70 giovani provenienti da Germania, Austria e Svizzera ospiti di Reggio Emilia.

Il sindaco Luca Vecchi ricordato l’alto sacrificio in termini di vite umane che la città di Reggio Emilia, attraverso l’impegno di tantissimi partigiani, ha dato alla lotta di Liberazione e alla Resistenza: “Come ben ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione di questo 70° anniversario: dopo anni di dibattiti di tipo revisionistico si può affermare, oggi, che l’alto valore della conquista della Liberazione attraverso la Resistenza è un patrimonio del Paese tutto”.
Citando Antonio Gramsci, il sindaco Vecchi ha esortato i giovani a essere a loro volta “partigiani, a non essere indifferenti” – attualizzando lo spirito che animò i ragazzi che nel 1945 si opposero e vinsero il nazifascismo – facendo chiaro riferimento a una vicenda che vede “l’Italia e l’Europa in prima linea in una battaglia che è anch’essa per la dignità della persona, per il riscatto dalle ingiustizie: l’enorme emergenza dei profughi, delle migliaia di bambini, donne, uomini che fuggono dalle guerre nel continente africano, dalla povertà, dalla carestia e che purtroppo vediamo morire nel canale di Sicilia”.
“Come ebbe a dire Nelson Mandela – ha proseguito Vecchi – nel suo discorso di insediamento alla Presidenza della Repubblica del Sudafrica: è successo a uno, è successo a tutti. Il nostro Paese, il nostro continente hanno il dovere dell’accoglienza verso i profughi”.
“Ripercorrere i 70 anni che ci hanno condotto sin qua – ha continuato il sindaco – significa non dimenticare mai cosa fu l’abominio della Shoah, e per questo siamo orgogliosi di un’esperienza che ha pochi eguali in Italia, quella dei Viaggi della Memoria che ogni anno portano migliaia di nostri studenti in quei luoghi di orrore, che non dobbiamo dimenticare. Un’esperienza fortissima che ho fatto assieme alle scuole reggiane quest’anno. Lo dico da questa piazza, Piazza Martiri del 7 Luglio: Reggio ha continuato a pagare un prezzo nel corso degli anni alla democrazia, e come Comune continueremo a preservare la memoria storica dei fatti salienti, senza i quali la nostra identità, il nostro essere cittadini europei, perde di significato: per questo continueremo a sostenere i Viaggi della Memoria anche in futuro”.
In conclusione, il sindaco ha letto alla piazza la poesia di Giuseppe Ungaretti ‘Per i morti della Resistenza’, versi che solo sintesi e simbolo del significato della Resistenza e del doloroso riscatto che ha portato alla Liberazione: ‘Qui/vivono per sempre/gli occhi che furono chiusi alla luce/perché tutti/li avessero aperti/per sempre/alla luce’”.

Il presidente della Provincia, Manghi ha detto fra l’altro che “è un anniversario della Resistenza particolare quello che ci accingiamo a celebrare oggi. Non solo perché è il 70°, ma perché l’attualità non smette di chiamarci in causa e di interrogarci, proponendo nuovi quesiti e ponendoci innanzi nuove assunzioni di responsabilità.
“In occasione del Festival Noicontrolemafie, pochi giorni fa, abbiamo chiesto ai giovani di diventare nuovi partigiani della legalità. Oggi mi sento di rivolgere un invito a tutti i reggiani affinché diventino protagonisti di una nuova ‘lotta partigiana’, nel senso di battaglia di difesa, di natura civile, dalla parte dei diritti, del lavoro, dell’onestà, di un rinnovato senso civico finalizzato al perseguimento del bene comune.
“Oggi come allora, siamo chiamati ‘a sceglierci la parte’ nel dispiegarsi della vicenda della storia. Il presente dunque necessita di nuovi partigiani, in grado anche di sfuggire alla tentazione dell’indifferenza. E allora, ad esempio, dinnanzi alla tragedie che sempre più spesso insanguinano le nostre acque – ha aggiunto il presidente Manghi – non possiamo far finta di niente. Certo, dobbiamo pretendere che l’Italia non venga lasciata sola nell’affrontare questa emergenza umanitaria, ma non possiamo sottrarci al nostro dovere di solidarietà e accoglienza, che affonda le proprie radici nella tradizione di ospitalità di questa comunità come proprio la Resistenza ci ha insegnato”.

“Nel 70° della grande Festa d’Aprile – ha detto il presidente dell’Anpi, Notari – il primo pensiero va ai nostri compagni caduti, che furono 626 nella nostra provincia, alle 10 donne reggiane partigiane cadute nella cruenta lotta di Liberazione; ai soldati che sopportarono la prigionia e la morte piuttosto che aderire alle scelte dei fascisti di Salò e a quanti sono accorsi da ogni parte del mondo, dall’America e dal Canada, dalle Indie e dalla Polonia, per liberare le nostre contrade, porre fine alla guerra e alla tirannia della dittatura nazifascista, che da oltre 20 anni insanguinava i nostri Paesi con ferocia inaudita.
“Il miracolo del 25 Aprile 1945 fu possibile grazie alla ritrovata unità delle forze politiche sane che, guidate dal Comitato di Liberazione nazionale, ci portarono alla vittoria e alla pace. Duro fu il cammino della ricostruzione politica, economia e culturale del nostro Paese. Dal Trattato di pace di Parigi, Alcide De Gasperi, allora presidente del Consiglio della Repubblica italiana, portò a casa un risultato meno oneroso per l’Italia, facendo pesare il grande contributo di sangue dei partigiani e del nuovo esercito che liberò il nostro Paese al fianco degli Alleati. Riflettiamo oggi su 70 anni di pace, di conquiste sociali volute dalla Costituzione della Repubblica, conquiste che sono una grande eredità del sacrificio della Resistenza. Eppure il Paese oggi è in affanno: sembra smarrita la volontà di resistere e andare avanti, di superare le nuove sfide di un mondo, che certo sembra cambiare, ma a danno delle moltitudini umane, che vivono in povertà e vengono a morire nel nostro mare prima di poter toccare terra.
“E’ dunque giunto il tempo – ha aggiunto Notari – di dare vita a una nuova Resistenza, che non vuol dire sempre prendere il fucile, ma contribuire ognuno per quel che può dare e fare, affinché prevalga una nuova coscienza unitaria, che ci porta in avanti. Serve modificare la mentalità dell’uomo, affinché si superi questa forma di egoismo che coinvolge tutti e affinché si consideri la ricchezza del mondo non solo proprietà di pochi, come ha detto papa Francesco, ma che, tale ricchezza, possa portare un pane ‘un po’ più grande’ a quanti hanno bisogno di sfamarsi. Per vincere questa sfida dobbiamo esserci in tanti, con un’Europa che dobbiamo considerare una patria più grande. Uniti come nella Resistenza, possiamo ridare speranza ai nostri giovani: noi, i partigiani vecchi e nuovi siamo già in cammino”.

“Ho il piacere e l’onore di essere qui, in rappresentanza dei popoli dell’Africa australe, in particolare del Mozambico e del Sudafrica – sono le parole di Graça Machel – Oggi celebriamo quel giorno che, con il sacrificio di molti Caduti, ha dato la possibilità a noi e ai nostri figli e nipoti di vivere in libertà. Celebriamo anche le persone che non sono cadute in combattimento, ma che hanno lottato affinché oggi noi potessimo essere qui a celebrare questa giornata.
“Celebriamo coloro che con la propria vita e il proprio sangue hanno scritto pagine di libertà e onore, che non hanno prezzo. Ricordiamo qui don Pasquino Borghi e i fratelli Cervi, che sono simbolo di questo sacrificio. E in Africa australe, coloro che hanno dato la vita per questi stessi valori: Samora Machel, Oliver Tambo, Nelson Mandela e molti anni. Loro ci hanno lasciato questo mandato: è molto meglio morire lottando che vivere in ginocchio.
“Un altro loro mandato è che la libertà non appartiene solo ad alcuni, ma è un valore da condividere tra i popoli. La libertà è completa solo quando è condivisa fra tutti i popoli. Per questa ragione essi hanno costruito questo ponte, tra l’Italia, Reggio Emilia e i popoli dell’Africa australe. Reggio Emilia è una delle città più decorate d’Italia, ha la Medaglia d’oro al valor militare, ha questa grande esperienza di lotta clandestina e partigiana per la libertà contro nazismo e fascismo, e di lotta dei lavoratori.
“La bravura e la bellezza degli atti delle persone di questa vostra terra – ha detto Machel – sono una leggenda per noi. Reggio Emilia ci ha insegnato che la vita è un valore ed è tale quando promuove la dignità e la solidarietà fra i popoli. Da questo luogo, l’Italia ha cominciato, unita, ad aiutare i popoli del Mozambico, dell’Angola, del Sudafrica e di altri. La lotta anti-apartheid dell’Italia è iniziata qui, Reggio Emilia è stata leader in questo movimento. Ed è per questo che voglio citare Samora Machel e Oliver Tambo insieme con Giuseppe Soncini. Li onoriamo. I loro ideali sono più vivi che mai, anche nei bambini e nei giovani che sono qui con noi. Fino a quando il Tricolore e le bandiere del Mozambico e del Sudafrica sventoleranno, questi valori saranno sempre vivi e attuali.
“Reggio Emilia sarà sempre, sono certa, una città di tutte le nazionalità – ha proseguito Machel – Dal Mozambico e dal Sudafrica, noi siamo rappresentanti di popoli che sono legati tra loro, al di là delle religioni, delle origini e delle differenze culturali: questa unità il futuro dell’umanità. Così come i giovani partecipano ai Viaggi della Memoria, sono qui a sollecitare di fare un viaggio verso il futuro. Vi invito a immaginare da oggi ai prossimi 70 anni la relazione fra Reggio Emilia, il Mozambico e il Sudafrica. L’Africa non è povera, l’Africa è impoverita. L’Africa in realtà può fare passi da gigante con l’aiuto anche di Reggio Emilia, con le persone che hanno lottato per costruire una società di persone eguali. Vi invito dunque a fare un viaggio per immaginare cosa potrà essere il Mediterraneo fra 70 anni: non un luogo di morte, ma un ponte fra le risorse che l’Africa può portare e la saggezza e la sapienza che l’Italia può dare all’Africa.
“Come Reggio è stata pioniere nella solidarietà con l’Africa, così possa essere pioniere di un futuro in cui il Mediterraneo è un ponte, un luogo di scambio fra i popoli. L’Europa vive un momento di crisi, ma le crisi sono anche momento di opportunità. E l’Africa è gravida di opportunità. Venite con noi a costruire l’Africa del futuro: lavoratori, cooperatori, le piccole imprese, gli scienziati, i tecnici vengano con noi a realizzare la nostra Africa, a sviluppare quelle menti che sono pronte a sviluppare il loro futuro.
“Oggi – ha aggiunto Machel – non c’è più la lotta contro il fascismo e il colonialismo, oggi la lotta è affinché tutti i popoli possano crescere nella dignità. Vi invito dunque a reinventare questa solidarietà, a sviluppare questa capacità, che è dei partigiani, di ricominciare a parlare di uguaglianza anche qui a Reggio Emilia come in Africa. I nostri figli non debbano conoscere una società di disuguali, possano invece vivere in una società in cui il lavoro rende dignità all’uomo, una società senza discriminazione fra le razze, in una società in cui la religione sia fattore di crescita e mai di divisione, in cui non vi sia discriminazione fra donne e uomini.
“Siamo qui – ha concluso Machel – a celebrare i 70 di una vittoria, ma anche i prossimi 70 anni: che siano un esempio di solidarietà non solo per l’Italia, l’Europa e l’Africa, ma per tutto il mondo. Viva la solidarietà tra Italia e Africa, viva la solidarietà fra Reggio Emilia, l’Emilia-Romagna e i popoli dell’Africa australe, viva la relazione fra Sudafrica, Mozambico e Reggio Emilia. Viva l’amicizia tra i popoli”.