denaro_10Il sistema dei pagamenti commerciali delle imprese italiane è mutato radicalmente con il perdurare della crisi: nei primi tre mesi del 2015 rimangono stabili i buoni pagatori ma continua ad aumentare il numero di imprese che saldano le fatture con gravi ritardi, un fenomeno oramai consolidato che sta mettendo in difficoltà molti fornitori.

All’interno di questo scenario si mettono in buona luce le imprese emiliano-romagnole, che si confermano le più virtuose dell’intero Paese, posizionandosi al primo posto per puntualità nei pagamenti commerciali davanti a Veneto e Lombardia. Nel primo trimestre dell’anno in corso infatti il 46,6% delle imprese della Regione ha saldato puntualmente le fatture ai fornitori, mentre il 44,5% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e l’8,9% oltre i 30 giorni.

Il dato che preoccupa maggiormente sono i pagamenti giunti oltre i 30 giorni di ritardo, cresciuti dell’89,4% rispetto al 2010. Calati invece del 18,3% le imprese che pagano entro il mese di ritardo, mentre sono cresciuti del 14,2% i buoni pagatori. In sintesi, a fronte di un aumento della puntualità, in questi anni sono aumentate le imprese che non riesco a far fronte agli impegni contrattuali. Nel primo trimestre del 2015 l’Emilia esibisce performance di pagamento nettamente migliori rispetto alla media nazionale (36,3% di imprese puntuali, 15,7% di ritardi oltre i 30 giorni).

È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2015, aggiornato al 1Q 2015, realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese emiliano-romagnole.

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Piacenza è la provincia più virtuosa della regione con ben il 48,7% di imprese puntuali. A seguire Modena con il 48,5%, Forlì Cesena 48%,  Parma 48% (ma con un maggior quota di ritardi gravi rispetto a Forlì), Bologna 46,8%, Ferrara 46,7%, Reggio Emilia 46,3% Ravenna 43,2%. All’ultimo posto si trova Rimini con il 42,2% di pagamenti virtuosi.

 

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In relazione alle diverse tipologie di dimensione aziendale si osserva uno scenario abbastanza eterogeneo. Le micro realtà esibiscono, da un lato, la maggior puntualità (48,8%) e dall’altro anche la maggior quota di ritardi oltre i 30 giorni (10%). Situazione opposta per le imprese di media e grande dimensione con meno imprese puntuali e anche meno ritardi. Le grandi imprese sono infatti puntali nel 20,3% dei casi a fronte di pagamenti con forte ritardo pari al 6,8% del totale.

Il settore che ha subito maggiormente le criticità di questo nuovo scenario dei pagamenti commerciali è quello del commercio al dettaglio, punto finale di tutte le filiere, un comparto strategico che comprende 1,2 milioni di imprese commerciali (pari a circa un quinto della popolazione imprenditoriale del Paese): solo il 31% è virtuoso, mentre il 14,3%  salda con grave ritardo. Bene invece le imprese edili, il 54,5% è puntuale, l’8,4% paga oltre i trenta giorni di ritardo.

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“Le perfomance delle imprese dell’Emilia Romagna sono le migliori d’Italia, la crescita dei ritardi gravi che aveva caratterizzato gli scorsi anni si è fermata, ma non dobbiamo aspettarci che torni ai livelli pre-crisi”, commenta Marco Preti, amministratore delegato CRIBIS D&B. “Durante la crisi le aziende hanno vissuto un fortissimo cambiamento nella gestione dei pagamenti e del credito commerciale e ora è possibile tirare le somme di questo nuovo contesto.  Da un lato sicuramente, le aziende operano oggi in un ambiente molto più complesso e rischioso rispetto al passato: fallimenti più frequenti, maggiore volatilità dell’affidabilità delle controparti, forte rischio di ritardi e insoluti anche dai clienti storici più fidelizzati. Dall’altro, le aziende hanno imparato a gestire meglio il credito commerciale, rendendolo un elemento centrale della gestione della clientela”.

La conferma arriva proprio dall’osservatorio privilegiato su migliaia di clienti rappresentato da CRIBIS D&B: le aziende che hanno raggiunto i migliori risultati sono quelle che hanno affrontato il problema dei ritardi e degli insoluti con un approccio più evoluto e sofisticato, adottando ad esempio un più attento monitoraggio della clientela e differenziando le strategie in funzione della tipologia di clientela. “In altre parole, le imprese che hanno investito nella gestione del credito commerciale, in procedure, strumenti e persone, possono ora affrontare la ripresa con maggiore sicurezza e fiducia”, conclude Preti.