carabinieri_2002Facendo credere di essere intenzionato a vendere la sua Kawasaki, ha pubblicato un annuncio su un noto sito internet che tratta la compravendita di motocicli riuscendo a “piazzare” la moto al prezzo di 700 euro ad un operaio della provincia di Reggio Emilia che tuttavia, dopo aver pagato l’intero importo, non si è visto consegnare il motociclo in quanto il furbastro inserzionista incassato il danaro ha bidonato l’acquirente rendendosi peraltro irreperibile. Per questo i carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza, a cui l’operaio reggiano ha sporto denuncia, a conclusione di mirate indagini telematiche, hanno denunciato per truffa alla Procura reggiana un 50enne crotonese, che non pare essere nuovo a tali espedienti. Le indagini sono partite a seguito della denuncia presentata da un operaio 20enne di San Polo d’Enza, che aveva acquistato su un noto sito internet di annunci, una Kawasaki Kx 500 pagandola 700 euro. Come da indicazioni ricevute dal venditore, con cui aveva contatti via mail e sul cellulare, l’acquirente versava l’intero importo attraverso bonifico sulla postepay fornitagli dal venditore. All’accredito dell’importo non è corrisposta la vendita del motociclo in quanto il venditore dopo aver incassato i 700 euro spariva nel nulla. Materializzato di essere rimasto vittima di una truffa il ventenne reggiano si presentava ai carabinieri di San Polo d’Enza. Dopo una serie di riscontri tra l’account di posta elettronica, l’IP del computer utilizzato per l’annuncio trappola e la postepay dove erano stati versati i soldi i Carabinieri catalizzavano le attenzioni investigative sull’odierno indagato nei cui confronti venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa per il quale veniva denunciato. Per l’operaio reggiano la possibilità ora di essere risarcito in sede penale a conclusione dell’iter processuale.

I Carabinieri reggiani nell’occasione ricordano ai cittadini vittime di tali raggiri che su internet nessuno è anonimo, in quanto ogni utente è associato a un numero IP utilizzato per collegarsi al web. Se si è quindi caduti in una finta vendita online si può riuscire ad arrivare al responsabile e chiamarlo in causa quantomeno per il risarcimento del danno subìto. La prima cosa da fare, ricordano i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, è quella di raccogliere le prove (stampa della pagina web in cui era presente l’annuncio, eventuali risposte e-mail, numeri di telefono) e presentarsi alla più vicina stazione per sporgere una regolare denuncia. Il resto lo faranno poi, come nell’odierno caso, le indagini dei carabinieri.