“Rinegoziare l’affitto del ramo di azienda relativo all’organizzazione degli eventi ma con la possibilità di recedere con dodici mesi di preavviso. Ci pare sicuramente degna di nota la proposta fatta da Confcommercio in merito al tentativo di salvataggio dell’ente Fiere di Reggio Emilia. Tentare un recupero e rilancio del polo fieristico in quanto tale, anche per l’indotto potenziale di attività imprenditoriali sia in termini economici che occupazionali che vi ruotano attorno, è doveroso. Ma occorre anche entrare nel merito delle proposte e del piano industriale”. Ivo Biagini, presidente Lapam Confartigianato della sede di Reggio Emilia, interviene nel dibattito in corso sull’ente Fiere di Reggio Emilia.

“A tutto ciò – sottolinea il dirigente Lapam Confartigianato – occorre aggiungere che sarebbe veramente miope, proprio ora che il Comune di Reggio Emilia sta contemporaneamente tentando di valorizzare le adiacenti aree, quella industriale di Mancasale e la Stazione Mediopadana, lasciare morire definitivamente una vetrina così importante come questo ente. Bisogna però al contempo – ribadisce Biagini – attivare quanto prima anche un tavolo tecnico di confronto, con istituti pubblici e privati, per entrare nel merito del piano industriale che deve supportare necessariamente il progetto politico. Sull’ente Fiere di Reggio Emilia, sulle sue reali prospettive di rilancio, occorre più che mai un piano trasparente e credibile.

Il rilancio dell’ente fieristico presuppone evidentemente nuovi investimenti. Ci domandiamo in tal senso come intenda muoversi il sistema bancario reggiano. Stesso discorso vale per la Camera di Commercio di Reggio Emilia. E in senso lato di quale struttura di governance ci si voglia dotare al fine di valutare i relativi costi di struttura e operativi.

Non da ultimo – conclude il dirigente Lapam Confartigianato – occorrerebbe analizzare nel dettaglio il calendario fieristico con le sue reali potenzialità di eventi sia in termini quantitativi che qualitativi, per verificare il grado di redditività generato come fonte di ricchezza per l’intera comunità di Reggio Emilia”.