Da alcuni mesi l’Amministrazione comunale di Castelnovo Monti, e nello specifico l’Assessorato alla cultura e al welfare, unitamente al capogruppo di maggioranza Sabrina Fiori, sta lavorando in collaborazione con l’associazione culturale Al bayt (La casa), una realtà composta in larga misura da giovani ragazzi, figli e figlie di famiglie immigrate, in particolare dal Marocco e nord Africa, residenti da anni sul territorio appenninico, ben integrati e desiderosi di contribuire alla vita ed all’animazione sociale e culturale del territorio.
Spiega il vice Sindaco di Castelnovo Emanuele Ferrari: “I tempi che stiamo vivendo ci chiamano a esercitare e approfondire in modo autentico la cultura della differenza, partendo dal presupposto che si tratta di una occasione di crescita sociale e non di un problema, come spesso invece i mezzi di comunicazione tendono a sottolineare. Abbiamo quindi ritenuto fondamentale intraprendere un percorso in tal senso, grazie all’incontro con un gruppo di giovani che ci hanno sollecitato. Il lavoro con i ragazzi di Al bayt si è concretizzato di recente in una partecipazione alle attività di Reggionarra ne’ Monti (una degustazione di diverse tipologie di pani arabi), ma da diversi mesi ormai stiamo dialogando per cercare di costruire processi di riconoscimento reciproco e coinvolgimento, con tutti quei ragazzi, e ce ne sono tanti, che hanno voglia di essere partecipi a pieno titolo della nostra comunità, all’insegna del rispetto delle regole della vita civile, ma non solo, anche di un arricchimento spirituale vicendevole. In questo senso, nelle ultime settimane abbiamo cercato di rispondere al meglio a una richiesta pervenuta da parte dell’associazione: nei prossimi giorni inizierà il Ramadan, e in tale occasione i ragazzi di Al bayt ci hanno chiesto se fosse possibile individuare uno spazio dove potessero incontrarsi per la preghiera serale. Dopo un’attenta valutazione tecnica, il coinvolgimento del volontariato e la necessaria e tempestiva informazione alle scuole, abbiamo individuato nella palestra delle scuole medie di via Sozzi lo spazio adatto ad ospitare questa attività. Pur nella consapevolezza che una scelta come questa, in questo periodo di sensibilità estremamente acuita verso ogni argomento che riguarda “l’altro”, possa essere guardata con sospetto da qualcuno, siamo però convinti di avere nei responsabili di questa associazione degli interlocutori seri ed affidabili, così come crediamo che l’integrazione, che si pone sempre come obiettivo principale nel rapporto con chi da lontano arriva e sceglie di vivere sul territorio, passi soprattutto attraverso l’incontro, la comprensione e la conoscenza delle rispettive tradizioni, senza pregiudizi”.

Aggiunge per l’Associazione Al bayt l’ingegner Abdelghani Essadiki: “Fin dal primo incontro abbiamo trovato persone che hanno saputo ascoltarci e hanno capito la nostra reale necessità: sentirci parte costruttiva di una comunità. Uno dei punti di partenza della nostra associazione è il fatto di sentirci portatori di un bagaglio culturale proveniente da due mondi molto diversi ma che sono riusciti a convivere. Abbiamo cercato di esprimere questa nostra idea nel logo simbolo: la mezza luna (simbolo della nostra cultura d’origine) con al suo interno la pietra di Bismantova (simbolo della comunità che ha accolto i nostri genitori). Siamo convinti che bisogna conoscersi e aprirsi, per poter apprezzare ed essere apprezzati. Uno degli obbiettivi che ci siamo posti, è cercare di creare un punto di ritrovo, nel quale poter far conoscere ai propri vicini una cultura, delle usanze, un credo, che alla fine non è tanto diverso e lontano dal loro.

Al Bayt è un’associazione culturale che ha come fine la promozione di attività culturali, cercando di  favorire gli incontri e gli scambi in modo da poter “Arricchirci delle nostre reciproche differenze”. Ciò che è fondamentale nell’ attività dell’associazione è lo scambio tra le persone con diverse tradizioni al fine di creare preziose contaminazioni proficue ed importanti per l’integrazione e la solidarietà. Come ha scritto Gandhi “Non voglio che la mia casa sia cinta da un muro su tutti i lati e le mie finestre sbarrate. Voglio che le culture di tutte le terre circolino nella mia casa con la massima libertà. Ma mi rifiuto di lasciarmi dominare da una sola di queste”. Ci tengo a ringraziare a nome di tutta l’associazione, e della comunità che rappresentiamo, l’amministrazione comunale con quale stiamo lavorando per cercare di portare avanti il nostro progetto”.