lavoro-stranieri“Con buona pace del Jobs Act e della millantata ripresa. Che, anzi non c’è. La Cassa integrazione in Emilia Romagna torna a galoppare. E questo nel giro di un mese: aprile-maggio 2015. Indicatore impietoso che inchioda le istituzioni alla realtà del dover individuare soluzioni strutturali che irrobustiscano la nostra economia, la Cig in regione cresce dell’8,4% (da  3.616.136 ore a 3.921.443 ore). Ciò significa che 23.067 lavoratori (+1.796 rispetto ad aprile 2015) vivono di Cig. Ecco perché è quanto mai indispensabile arrivare ad un accordo sul Patto per il Lavoro, articolando interventi di politiche attive tali da riuscire a invertire la rotta prima che sia troppo tardi. Analizzando il dato complessivo, va sottolineato come la cassa integrazione straordinaria registri un preoccupante + 27,3% (da 2.260.799 ore a 2.877.243 ore). Ma, ad allarmare la Uil Emilia Romagna, è l’ennesimo tracollo (-64,6%) della cassa in deroga (da 92.495 ore a 32.774 ore). Il mancato ricorso alla deroga non va, tuttavia, inteso in una ottica positiva, bensì di maggiore ricorso ai licenziamenti, le cui percentuali ormai veleggiano in modo stabile sulle due cifre. Il fenomeno, non certo nuovo, poiché la Uil lo sta rilevando sin dalle prime battute del 2015, dimostra che la propsettiva della cancellazione (divenuta poi realtà da inizio giugno con l’approvazione del Jobs Act) dei fondi destinati alla deroga, oltre ad una mancata solida ripresa economica, inducono le imprese a mettere mano ai licenziamenti. Anche qui sono i numeri a provarlo: traducendo le percentuali in lavoratori, la deroga ne lascia a casa altri 351 (dopo i 544 dell’aprile 2015). Questo attesta non solo che la ripresa non c’è, ma addirittura che stiamo assistendo ad una sua recrudescenza della crisi: la crisi non conosce crisi.  Guardando poi al trend della Cig provincia per provincia, a Bologna la Cassa cresce del 2,9% (la deroga si azzera, con conseguenti licenziamenti). La palma di provincia con il più alto incremento di Cig va assegnata a Rimini con +209% (da 310.141 ore a 940.317 ore).  Lungo la via Emilia, Ferrara registra +16,5% (da 107.835 ore a 125.576 ore); Forlì-Cesena +31,4% (da 323.515 ore a 424.971 ore), Ravenna +8,6% (da 155.520 ore a 168.926 ore) e Reggio Emilia +4,3% (da 322.146 ore a 336.088 ore). Invertono il trend: Modena con un – 37,4% (da 1.201.406 ore a 752.271 ore) e Piacenza – 14,8% (da 262.748 ore a 223.795 ore)”.