acqua-rubinetto-3Dopo l’assemblea di Mirandola del 23 giugno abbiamo deciso di scrivere ai Sindaci e ai Consiglieri dei Comuni soci di Aimag per chiedere, per quanto riguarda il futuro dell’azienda, il rispetto dei referendum per l’acqua bene comune del 2011 e uno studio di fattabilità economico ed industriale per lo scorporo e la ripubblicizzazione del ramo idrico di Aimag, da affiancare all’indagine di mercato per l’individuazione di un partner privato che i consigli comunali stanno approvando proprio in questi giorni.

 

Questo il testo della lettera

Signori Sindaci, signori Consiglieri Comunali,

in questi giorni siete chiamati a votare la delibera per lo svolgimento di una indagine di mercato finalizzata ad individuare un partner privato per Aimag.

E’ l’avvio di un percorso che porterà l’azienda ad essere ancor più privata e meno pubblica, con un risultato certo: quello di rendere più difficile ai Comuni, pressati dalle aspettative di profitto dei soci privati, decidere liberamente in merito all’erogazione di servizi essenziali per i cittadini.

Non solo, si tratta di un percorso in contrasto la volontà dei 26 milioni di italiane e italiani, la maggioranza assoluta del corpo elettorale, che 4 anni fa, il 12 e 13 giugno 2011, votando Si al referendum per l’abrogazione del Decreto Ronchi, si sono espressi in modo chiaro a favore di una gestione pubblica dell’acqua e dei servizi pubblici locali.

Quello del 2011 è stato un momento alto di partecipazione democratica che non può essere ignorato o cancellato come, invece, hanno tentato di fare e continuano a fare i Governi che si sono succeduti alla guida del paese.

Signori amministratori non comportatevi come i Governi nazionali, per Aimag e il suo futuro rispettate il risultato referendario. Non escludete, pertanto, dalle possibili opzioni per il futuro dell’azienda la ripubblicizzazione, in particolare del ramo idrico.

Vi chiediamo, quindi, di affiancare all’indagine di mercato per individuare un partner privato uno studio di fattibilità economico e industriale per lo scorporo e la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato. E’ una opzione, quella della gestione pubblica in house che se non verrà presa in considerazione sarà solo per pregiudizio ideologico.

Siamo consapevoli che la ripubblicizzazione è un percorso non semplice e irto di ostacoli, il principale dei quali è il quadro normativo costruito dal Governo con il decreto Sblocca Italia e la Legge di Stabilità per costringere gli Enti Locali, sempre più strangolati dai tagli di bilancio, a vendere le aziende dei servizi pubblici e favorire i processi di aggregazione per permettere la spartizione la gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici del nostro paese tra le “quattro grandi sorelle” quotate in Borsa: A2A, Iren, Hera e Acea. Un disegno strategico nel quale Aimag è la “preda” designata di Hera.

Sono pretese inaccettabili da respingere con forza. Non vanificate il voto e l’impegno di milioni di italiani e difendete le vostre competenze nella pianificazione e nel controllo della gestione dei servizi pubblici. Non ripetete l’errore del 2007 quando, con la prima parziale privatizzazione, si è permesso ad Hera di entrare in Aimag.

Serve volontà e coraggio politico perché l’acqua, l’ambiente e i diritti sono beni troppo importanti per consegnarli al mercato e alla finanza speculativa.

per il “Comitato Modenese per l’Acqua Pubblica”

Lidia Castagnoli – Mauro Solmi