Il progetto partecipativo on line “Ricette di vita” prolunga la sua scadenza fino al 15 settembre. Fino a quella data sarà infatti possibile inviare al sito www.ricettedivita.cddonna.it la ricetta a cui si è più affezionati, quella che sa di tradizioni di casa o di esperienze di viaggio, di quotidianità o di invenzioni, di amore e di amicizia. La ricetta, in sintesi, attraverso la quale raccontare un pezzo della propria storia personale, magari corredandola con una foto.

Il progetto, promosso dal Centro documentazione donna, in collaborazione con il Comune di Modena, in occasione di Expo 2015, si propone di creare un grande ricettario virtuale da condividere e assaporare insieme costruendo una narrazione collettiva che sarà protagonista di una performance/degustazione. Come commentano le curatrici “sono già tante le storie che ci sono arrivate fino a oggi: percorsi personali e familiari molto diversi tra di loro, tutti ricchi di emozioni, a tratti davvero commoventi. Sono racconti, esperienze, vissuti di vita quotidiana che nella loro semplicità risultano perciò autentici. Ed è per continuare ad arricchire questo ricettario virtuale con tante altre storie di vita – proseguono – che abbiamo deciso di prorogare fino a metà settembre i termini previsti per l’invio, inizialmente fissati al 30 luglio”.

Le ricette inviate finora, anche quelle semplicissime, come lo zabaione, ma legate a una persona o a un momento della propria vita, testimoniano della ricchezza della realtà modenese, riscoprendone le tradizioni e le origini contadine, legate alla terra e ai tanti prodotti tipici ma fotografando anche le trasformazioni sociali e culturali della città e della sua popolazione. Attraverso immagini private di vita quotidiana del passato, si possono leggere le restrizioni dell’immediato dopoguerra e la semplicità del cibo nelle famiglie contadine, numerose e allargate; il passaggio da un’economia prevalentemente agricola allo sviluppo dell’industria manifatturiera alimentare con l’apertura degli scambi commerciali con l’estero a partire dal boom economico fino agli anni Ottanta e all’impatto della prima immigrazione nord-africana e successivamente di quelle provenienti dall’area balcanica e dall’Europa orientale negli anni Novanta. Alcune storie, infatti, raccontano proprio della cultura dell’accoglienza della comunità modenese che ha saputo integrare sapori che arrivano da lontano con il loro bagaglio di tradizioni, stili di vita, gusti e caratteri.