Tanto clamore, legittimamente sollevato in questi giorni in merito alle difficili prospettive offerte dalla “Buona Scuola” renziana a migliaia di docenti costretti a una migrazione di massa o addirittura esclusi dal piano straordinario di assunzioni, rischia di stendere un velo di silenzio sull’ancora più difficile realtà del personale ATA. Si tratta di un’intera categoria di lavoratrici e di lavoratori già pesantemente penalizzata dalla finanziaria 2015, dimenticata dalla legge di riforma, definitivamente “messa al tappeto” dalla circolare sulle supplenze pubblicata il 10 agosto u.s.: una situazione pesantissima, oculatamente tenuta nascosta dalla propaganda di regime, attenta ad occultare e misconoscere il peso e il valore del lavoro del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole.

Le ricadute della legge di stabilità 2015, che da un lato sbandierava straordinari investimenti nel settore pubblico dell’istruzione e dall’altro contraddiceva se stessa prevedendo la riduzione di 2020 unità di personale (di cui 124 in Emilia Romagna) tra assistenti amministrativi e collaboratori scolastici oltre a porre inaccettabili vincoli sulle sostituzioni in caso di assenza, sono particolarmente pesanti per le scuole e per il personale. Senza dimenticare le tante scuole prive di un Direttore dei Servizi Amministrativi titolare, con il Ministero che da anni tiene chiusa nel cassetto la bozza del bando di concorso ordinario e riservato per procedere a nuove assunzioni in questo fondamentale profilo professionale.

Ad aggravare la situazione giunge la citata nota ministeriale che prevede il divieto di procedere alle assunzioni a tempo indeterminato per il personale amministrativo, stante il passaggio ad altri Enti dei lavoratori soprannumerari delle Province, e di conseguenza, in attesa della loro ricollocazione, aggiunge persino il divieto di conferire supplenze annuali per la copertura dei posti disponibili.

Un fatto gravissimo che va ad aggiungersi a tutti gli altri disastrosi interventi dei decisori politici sul personale ATA, in totale spregio delle professionalità acquisite, dei diritti delle persone,  delle esigenze di funzionalità delle istituzioni scolastiche. Il personale ATA viene condannato alla precarietà più becera: il ministro ritiene che tale personale non abbia nemmeno il diritto ad un contratto in cui sia apposto un termine !!

E non è certo il ripristino, nell’organico di fatto, dei posti tagliati a livello di organico di diritto a tranquillizzarci. Anche perché questi tagli si riflettono in minori prospettive di mobilità, azzerano le possibilità di contratti a tempo indeterminato, comportano riduzioni anche sul fronte dei fondi per la contrattazione di scuola (calcolati per legge, infatti, sui soli posti attribuiti in organico di diritto).

In pratica, il primo settembre, le scuole si ritroveranno meno personale, incarichi assegnati senza neppure una prospettiva annuale, con l’ impossibilità di sostituire il personale assente, assoluta per assistenti amministrativi e tecnici, e relativa ai primi sette giorni per  i collaboratori scolastici.

Le scriventi organizzazioni sindacali ritengono assolutamente necessaria una assegnazione di almeno 1000 posti ATA sull’organico di fatto dell’Emilia Romagna per garantire il “minimo” funzionamento delle nostre scuole per l’anno scolastico 2015-2016. Tutti siamo consapevoli che a rischio non sono solo i posti di lavoro e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, ma l’ esigibilità stessa del diritto allo studio.

Occorre che tale consapevolezza si trasformi in istanza e rivendicazione condivisa da tutto il mondo della scuola, a partire dai Dirigenti Scolastici che dal primo settembre dovranno garantire l’ordinario funzionamento, la sicurezza, le pulizie, i servizi minimi…

Qualità del servizio e qualità del lavoro vanno di pari passo, la seconda a garanzia della prima.

Per questo solo un’azione sinergica di tutte le componenti in campo può portare ad affrontare criticità e problemi evitando che ad essere penalizzati siano sempre i soliti noti, ovvero i lavoratori più deboli, attraverso l’aumento dei carichi di lavoro, la riduzione dei diritti e i vari tentativi di deroga – che respingeremo senza se e senza ma – ai contratti collettivi.

Le Organizzazioni Sindacali sono pronte a una proficua collaborazione per far sì che vengano restituite le risorse indebitamente sottratte e indispensabili a un sistema scolastico pubblico degno di un Paese civile e democratico, ma saranno inflessibili nel tutelare i diritti dei lavoratori, a partire dai contratti integrativi di istituto e dall’assoluto rispetto delle norme del contratto nazionale vigente, come si conviene appunto a un Paese civile e democratico.

(Le Segreterie Regionali FLC CGIL – CISL Scuola – UIL Scuola – SNALS – GILDA)