piazza-grande-duomo-ghirlandinaSaranno restaurate le due panche cinquecentesche in pietra bianca, ammonitico veronese, che si trovano al piano dei Torresani nella Ghirlandina di Modena, il punto panoramico a circa 40 metri d’altezza a cui si arriva dopo 200 scalini della torre simbolo della città che, insieme al Duomo e a piazza Grande, è riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’umanità. L’intervento parte mercoledì 2 settembre e, anche per la tecnica che sarà utilizzata, si pone in continuità con i lavori terminati nelle scorse settimane su colonne e capitelli della stessa area dell’edificio.

L’intervento sulle panche, diretto dai tecnici comunali dei Lavori pubblici, servizio Tutela e conservazione dell’edilizia storica, durerà circa due settimane con un costo di 5 mila euro interamente finanziato dal Lions Host club Modena.

“Il restauro eseguito permette di apprezzare il modellato dei capitelli in tutta la bellezza di ciascun elemento – spiegano i tecnici – e l’ambiente ritinteggiato con i colori precedenti fa risaltare e valorizza ancora di più le sculture”. Le superfici dei capitelli e delle otto colonne che adornano l’ambiente, infatti, prima erano coperte da uno strato di prodotti protettivi sintetici che avevano appiattito molto le superfici decorate e le avevano rese piuttosto scure. Il restauro ha reso di nuovo visibili raffigurazioni e incisioni da tempo inaccessibili ai visitatori: leoni rampanti, pesci, musicisti, giudici e danzatori.

Gli interventi sono stati realizzati nell’ambito dei lavori che consentiranno l’apertura della Torre anche nel periodo invernale grazie, per esempio, al posizionamento di infissi mobili alle finestre del piano dei Torresani. Nella torre è prevista anche la collocazione di elementi riscaldanti e la sostituzione con macchine più efficienti di quelli già presenti nella zona d’ingresso. È previsto inoltre il posizionamento di telecamere di sicurezza in diversi piani, mentre è già stata installata la nuova segnaletica in linea con quella Unesco già presente su altri monumenti.

I lavori sono stati preceduti da analisi chimiche, petrografiche e mineralogiche per determinare il tipo di pietra, il livello di degrado e la natura della pellicola che la ricopriva. La pulitura è stata effettuata solo dopo un’adeguata campionatura ed eseguita, in accordo con gli esperti della Soprintendenza alle Belle arti e Paesaggio per le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara, con diverse tecniche in modo selettivo e graduale per adattarsi al differente livello di degrado delle superfici. Tra le tecniche impiegate, oltre a impacchi con acqua deionizzata e acetone supportato in gel per la rimozione delle resine, anche il laser, già utilizzato per le sculture più importanti all’esterno della Torre.

Degli otto capitelli dei Maestri Campionesi cinque sono ispirati al modello corinzio e tre sono figurati. In uno di questi ultimi, i corpi di quattro coppie di leoni rampanti che a due a due si fondono in un’unica testa sui risvolti angolari, negli altri due sono presenti figure umane riunite con intenzione narrativa. In particolare, il capitello sulla parete a est è detto “di Re Davide” e presenta musicisti e danzatori con lineamenti che ricordano molto da vicino le sculture angolari poste alla terza cornice marcapiano. L’altro capitello, posto sul lato sud, è detto “dei Giudici” e vi si possono distinguere il giudice giusto e il giudice corrotto.

Sulla colonna che regge il capitello “dei Giudici”, che è di origine romana e di reimpiego come la maggior parte del materiale da costruzione della Torre e del Duomo, con la pulitura sono state riportate in vista alcune incisioni raffiguranti quattro pesci, di cui due visibili interamente e due in parte cancellati dalla martellinatura eseguita sulla pietra probabilmente durante le stesse operazioni di reimpiego.