saldiTerminata la stagione dei saldi estivi, il presidente Federazione Moda Italia di Confcommercio – Imprese per l’Italia Reggio Emilia, Luca Tamagnini, fa un bilancio delle vendite e dei comportamenti d’acquisto: «Nella nostra provincia – dice – abbiamo rilevato anche quest’anno che i saldi di fine stagione non hanno fatto la differenza sul fatturato totale dell’impresa. Si è riscontrato un aumento delle vendite nell’immediato inizio dei saldi. Da notare però che il cliente non ha comprato un prodotto in più per sfizio o allettato dalla promozione, ma ha aspettato l’inizio delle svendite per effettuare un acquisto di cui aveva un effettivo bisogno».

«Infatti -spiega Luca Tamagnini- appena dopo le prime due settimane di inizio dei saldi le vendite si sono completamente stabilizzate fino a quando i commercianti non hanno incominciato ad effettuare scontistiche dal 50 al 70 per cento. Tutto questo è dovuto sia a un sostanziale pessimismo dell’utente che tende ancora a risparmiare piuttosto che a consumare, sia perché i saldi hanno perso appeal date le diffusissime vendite promozionali in corso già prima del loro inizio nelle maggiori catene di abbigliamento e non».

«Gli articoli che sono andati a ruba per le svendite –aggiunge Luca Tamagnini- sono stati per l’abbigliamento il genere casual, comodo, per la pelletteria il cliente ha optato per borse versatili di colori neutri e per la valigeria, mentre per le calzature i sandali comodi con tacco basso o gli sneaker alla moda».

«Come Federazione Moda Italia –continua Luca Tamagnini- stiamo cercando una regolamentazione a questa “deregulation”: o si limitano le vendite promozionali prima dell’inizio dei saldi o si eliminano completamente le svendite di fine stagione. Se non ci sarà una nuova normativa sulle promozioni si continuerà soltanto a portare il cliente a scegliere prodotti in offerta senza pensare alla qualità o alla vera necessità dell’acquisto».