pesca-trotaGli assessori all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, e dell’Emilia-Romagna, Simona Caselli, stringono un’alleanza “per una gestione condivisa del fiume Po” e sono pronti al dialogo con i colleghi delle Regioni Piemonte e Veneto.

Una collaborazione sui temi della pesca sostenibile sul fronte ambientale ed economico, della lotta al bracconaggio, della valorizzazione della fauna ittica (con la volontà di riportare lo storione nelle acque del Grande Fiume), del turismo fluviale, rilanciata questa mattina a Boretto (Reggio Emilia), nel corso della tavola rotonda “La gestione unitaria del fiume: obiettivi e decisioni”, alla quale hanno partecipato anche Francesco Puma, segretario generale dell’Autorità di bacino del fiume Po, e il generale Alessandra Stefani, vice-capo del Corpo Forestale dello Stato.

“Serve un dialogo comune e in tempi rapidi – ammonisce l’assessore Fava – facciamo in modo che da Boretto parta una fase nuova, fatta di gestione del Po, perché se ci si limita alle sole attività di controllo si approda a una situazione di insostenibilità della programmazione”.  Il rilancio del fiume Po, secondo Fava, “non passa da infrastrutture che non servono”.

Piena sintonia di intenti per l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, Simona Caselli, che afferma: “Il Po rappresenta un’opportunità di sviluppo, che può avere ampi margini di valorizzazione; in Europa il turismo fluviale ed ecologico attira migliaia di persone e, se guardiamo ai risultati degli eventi che la nostra Regione ha dedicato all’Expo, hanno confermato la forte attrattiva che esercita il Po”.

Fondamentale dunque, per l’assessore dell’Emilia-Romagna, “pensare a un progetto di valorizzazione anche in chiave enogastronomia e turistica”. Accanto al grande potenziale che il fiume può esprimere, per Caselli “l’obiettivo è intervenire sulle priorità, dal riordino dei controlli, alle norme che regolano la pesca”.
Dal generale Alessandra Stefani, vice-capo del Corpo Forestale dello Stato, la disponibilità a collaborare per rendere più semplice il percorso di riordino legislativo, che oggi vede oltre 35 normative convivere sui temi di pesca in acque interne e marittime, polizia fluviale, tutela delle acque. “Non servono nuove norme – assicura – ma rendere omogenee quelle oggi in vigore”.

Un compito che spetterà anche alle Regioni, alla luce del nuovo percorso attuato dalla legge Del Rio, che ha abolito le Province. Anche quelle 13 che, da Torino a Rovigo e Ferrara, oggi sono competenti lungo il Po.