mostra-sindaco-corassoriIn una immagine del 1954 Alfeo Corassori, sindaco di Modena, osserva divertito, insieme a un giovane Enrico Berlinguer (all’epoca segretario della Fgci), una sfida a dama tra Bruno Losi, sindaco di Carpi dal 1945 al 1970, e Giuseppe D’Alema, in quegli anni segretario del Pc modenese. Un’altra foto, del 1934, mostra invece Corassori al confino a Ponza. Un manifesto del Cln che campeggia in un altro pannello decreta la nomina a sindaco di Modena del “Sindaco Corassori operaio Alfeo”. Così si intitola anche la mostra che ospita questi documenti e queste foto insieme a molti altri, ricomposti graficamente in 14 pannelli espositivi allestiti nella Sala dei Passi perduti a Palazzo Comunale in piazza Grande.

La mostra, che inaugura il 26 novembre nel giorno in cui il Consiglio comunale commemora Corassori a 50 anni dalla morte del 27 novembre 1965, è promossa dal Comune in collaborazione con la Polisportiva Corassori e l’Istituto storico di Modena, che l’ha realizzata con la cura di Giovanni Taurasi e con sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Modena.

A presentare l’iniziativa stamattina in Municipio sono stati il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, la presidente del Consiglio comunale Francesca Maletti, il presidente della Polisportiva Corassori Francesco Cimino, e Giovanni Taurasi, dell’Istituto storico di Modena, curatore della mostra. Erano presenti anche due figli di Alfeo Corassori: Adelmo e Luciano

In 14 pannelli che presentano fotografie e documenti, l’esposizione racconta la vicenda personale e storica di Corassori e di Modena, passando dagli anni del fascismo, della guerra e della Resistenza a quelli della ricostruzione in cui, sotto la guida del sindaco Corassori rimasto al governo della città per 17 anni, si gettano le basi della nuova Modena democratica e se ne disegna lo sviluppo, con grande partecipazione dei cittadini. Nel percorso espositivo c’è anche un video sulla vita di Corassori, ideato da Giovanni Taurasi con la collaborazione del regista Federico Baracchi. Il filmato affianca momenti della biografia di Corassori agli eventi di quegli anni. Nel documentario anche scene inedite dei funerali di Corassori e interviste a testimoni dell’epoca come Ezio Bompani e Aude Pacchioni.

La mostra resta allestita e  visitabile gratuitamente a Palazzo Comunale fino al 20 dicembre, per poi essere trasferita alla Polisportiva Corassori.

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(Immagine Modena, 1954. Da sinistra, il giovane Enrico Berlinguer (allora segretario della Fgci) in piedi e il sindaco di Modena Alfeo Corassori, seduto, osservano una partita a dama tra Bruno Losi, sindaco di Carpi dal 1945 al 1970, e Giuseppe D’Alema, in quegli anni segretario del Pc modenese)

IL PRIMO SINDACO DOPO LA LIBERAZIONE

Viene ricordato nel 50° della morte dal Consiglio comunale di giovedì 26 novembre con gli interventi del sindaco Muzzarelli e della presidente Maletti che introducono una relazione di Giovanni Taurasi con letture di Michele Dell’Utri, la proiezione di un video su lui e Modena, e con una mostra di foto e documenti.

Alfeo Corassori nasce a Campagnola di Reggio Emilia il 3 novembre 1903. Figlio di contadini, presto si trasferisce a Carpi, dove lavora nei campi come bracciante e contemporaneamente svolge attività politica sin da giovanissimo. Sedicenne si iscrive alla federazione giovanile socialista, ma già nel 1921 aderisce al neonato Partito comunista d’Italia, fondando la Federazione modenese insieme a uno sparuto gruppo di militanti (appena una trentina di aderenti in provincia). Perseguitato e condannato più volte al carcere e al confino dal Tribunale Speciale, dopo l’8 settembre 1943 è tra gli organizzatori del movimento partigiano modenese e fa parte del triumvirato insurrezionale emiliano. Finita la guerra viene nominato sindaco di Modena dal Comitato di Liberazione Nazionale e confermato alla guida del Comune con le prime elezioni democratiche del 1946. Eletto in Assemblea Costituente il 2 giugno 1946, rinuncia all’incarico per dedicarsi pienamente all’attività di sindaco sino alle sue dimissioni nel 1962. Muore il 27 novembre 1965. Durante i diciassette anni nei quali Corassori è sindaco di Modena la città si lascia alle spalle le ferite e i segni della guerra e cambia il suo volto urbanistico e sociale. Il primo mandato amministrativo dal 1946 al 1951 è caratterizzato dalla fase dell’uscita dalla guerra con il Piano della ricostruzione della città elaborato nel 1947. Il Comune guidato da giunte di socialisti e comunisti affronta i problemi più urgenti in una città segnata dai bombardamenti e dalla riconversione postbellica: la carenza di alloggi (con circa 10mila senzatetto) e quella di lavoro (oltre 50mila i disoccupati sono rilevati a Modena tra 1948 e 1949). Viene istituito l’Ente comunale di assistenza per sostenere gli indigenti. Lo spirito di solidarietà è diffuso e non ha confini locali o regionali. Tra il secondo e il terzo mandato, 1951/56 e 1956/60, grazie all’opera delle giunte guidate da Corassori, la città, che vede crescere la sua popolazione di 30mila unità arrivando a circa 140mila abitanti, vive una significativa trasformazione economica, sociale ed urbanistica: viene inaugurato il nuovo Mercato Bestiame nel 1951 e avviata la costruzione del nuovo policlinico a metà del decennio, realizzate opere di edilizia scolastica e civile, ristrutturati i trasporti pubblici da tranviari a filoviari, sviluppati servizi pubblici e realizzati investimenti in infrastrutture e fonti energetiche, con la costituzione di due consorzi provinciali (uno per la viabilità e uno per la distribuzione del gas metano), ampliata la viabilità della città e realizzate aree attrezzate, con la nascita dei primi villaggi artigiani, costruita una nuova scuola provinciale destinata a fornire quadri e figure tecniche alle imprese locali, progettate le prime politiche sociali ed educative, promosse politiche per la casa e delineato il primo Piano Regolatore Generale (modificato e approvato poi definitivamente nel 1965).