diagnostica-tumore-vescicaUna nuova metodica che, partendo dal semplice esame delle urine, è in grado di diagnosticare molto precocemente il tumore della vescica. E’ stata messa a punto dal Dipartimento integrato di Medicina di Laboratorio e Anatomia Patologica, diretto da Tommaso Trenti, ed ha consentito di identificare negli ultimi tre anni 162 pazienti ad uno stadio molto iniziale della malattia. La diagnosi è stata poi confermata da ulteriori accertamenti in più del 90 per cento dei casi, consentendo di anticipare il trattamento della patologia e aumentare le possibilità di guarigione.
Lo studio, pubblicato recentemente sull’importante rivista scientifica “Chimica Clinica Acta”, è stato condotto in particolare nel Laboratorio del Nuovo Ospedale S. Agostino Estense da Manuela Varani e Roberta Anderlini, e nel Laboratorio di Citodiagnostica dell’Ospedale di Mirandola, diretto da Orville Raisi. La novità della ricerca è l’identificazione nel sedimento urinario, ovvero con il comune esame delle urine cui si sottopongono quotidianamente migliaia di cittadini, cellule tipiche del tumore della vescica e conseguentemente diagnosticare il tumore in una fase estremamente iniziale, quando nemmeno è sospettato perchè non sono presenti segni clinici. La metodica è stata realizzata senza alcun costo aggiuntivo rispetto al test normalmente eseguito.
“La pubblicazione su un importante rivista scientifica è il riconoscimento della rilevanza della ricerca laddove condotta in stretta connessione con l’assistenza, che può più facilmente e rapidamente essere messa a disposizione della attività clinica, a tutto vantaggio degli utenti” afferma il direttore generale dell’Azienda USL di Modena Massimo Annicchiarico.
“Le informazioni diagnostiche che abbiamo raccolto ci hanno consentito di riconoscere in fase iniziale la patologia con una ricaduta positiva per i pazienti” spiegano il dottor Raisi e la dr.ssa Anderlini. “Per ottenere questo risultato è stato messo a punto un ‘sistema intelligente’, grazie alle tecnologie diagnostiche di laboratorio particolarmente evolute di cui dispongono i nostri laboratori. Un sistema affinato nel corso degli anni capace, con un’analisi digitale d’immagine delle cellule urinarie, di riconoscere quelle con caratteristiche patologiche evocative della presenza di tumore e di fare scattare gli allarmi che il professionista può valutare con un’attenta revisione”.

 

I laboratori a Baggiovara e Mirandola

Il Laboratorio del Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense di Modena a Baggiovara raccoglie ogni anno oltre 9 milioni di esami, da 8 ospedali e 37 punti prelievo sparsi su tutto il territorio della provincia. E’ uno dei progetti più noti a livello nazionale per l’automazione e l’integrazione dei processi diagnostici nonché la qualità analitica. Nel Laboratorio convergono tutti i campioni prelevati nelle strutture del territorio, dove sono immediatamente identificati e inseriti nella catena ‘di lavorazione’ che consente di effettuare in modo automatico le analisi richieste pur sotto il controllo di professionisti esperti.

Il Laboratorio di Mirandola si caratterizza per l’attività di citopatologia: pap-test delle donne dei distretti di Carpi e Mirandola aderenti al programma di screening per la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero; citologie urinarie oncologiche provenienti dai distretti di Castelfranco, Sassuolo, Vignola, Carpi e Mirandola; prestazioni ambulatoriali come agoaspirati della mammella, del polmone, del fegato, dei linfonodi ed esami citologici durante interventi operatori. Il laboratorio di Mirandola dispone di apparecchiature, tecnologicamente avanzate, per l’allestimento di campioni di “citologia in fase liquida”, una tecnica che migliora sensibilmente la qualità delle prestazioni che hanno fatto del servizio una delle prime realtà nazionali in grado di effettuare questo tipo di test.
Nella foto da sinistra: Roberta Anderlini, Oriville Raisi, Manuela Varani e Tommaso Trenti