ondata_calore_4Fine anno tempo di bilanci un po’ per tutti, anche per l’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari –DIEF di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia che offre l’andamento meteorologico dell’anno 2015 ormai alle porte.

Dicembre 2015 si chiude come un mese da record, anche se non assoluto, con una temperatura media di 6.6°C e con soli 2.3mm di pioggia, anche se non si tratta di vera pioggia, bensì delle cosiddette “precipitazioni occulte della nebbia”, ovvero nebbia che, condensando, fa attivare il pluviometro posto nell’Osservatorio Geofisico di Piazza Roma a Modena.

Il mese di dicembre 2015 è il terzo più caldo degli ultimi due secoli, seguito dal dicembre 2014 che fu, con 6.9°C, il dicembre più caldo in assoluto ex equo con il dicembre 1872, fatto allora isolato, poiché i record di caldo erano l’eccezione e la norma era il gran gelo, vedasi il dicembre 1879 che ebbe una temperatura media di -4°C.

“Riferendoci a una soglia di temperatura media dicembrina di +6.0°C, – afferma Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico del DIEF di Unimore –  ritroviamo solo 4 episodi dal 1830 al 1999 con queste temperature, mentre dal 2000 in poi ben 9 mesi di dicembre su 15 sono stati anomali caldi, potremmo dire che quello che era l’eccezione nel passato, oggi è la norma”.

Le piogge, solo in 6 annate, dal 1830 a oggi, in dicembre sono state così scarse. La siccità non è, almeno per ora, grave come nell’episodio di siccità invernale 1989/90, anno in cui il dicembre 1989 chiuse “praticamente a secco” con 0.1 mm di pioggia.

Nel suo complesso l’anno 2015, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Geofisico di Piazza Roma, la temperatura media risulta di 16.1°C, secondo anno più caldo di sempre, dopo il 2014 in cui la temperatura media fu di 16.3°C. Mai, fino a due anni fa, si erano superati i 16°C di temperatura media annua e fino al 1997 non si erano mai superati i 15°C annui. Per quanto riguarda le piogge, invece, nonostante il dicembre siccitoso, il totale annuo si assesta su 684.7 mm, sostanzialmente allineato con i 660.7 mm indicati dalla media climatica 1981-2000.

“Siamo sempre più dentro una nuova normalità, – prosegue Luca Lombroso –  tanto che, faccio una scommessa coi nostri posteri, alla fine del XXI secolo questi anni potrebbero essere guardati come freddi, se non si interviene per contenere, come prevede l’accordo di Parigi alla COP 21, il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, facendo ogni sforzo per limitarlo entro 1.5°C rispetto all’era preindustriale.

Previsioni? Coi primi giorni di gennaio tornano le precipitazioni e la neve in Appennino, forse in parte anche a quote basse, ma è presto per i dettagli. Temperature in calo, ma niente più che rientranti nei valori tipici della stagione. E per il 2016 più che previsioni faccio gli auguri, di un felice e sereno 2016, e personalmente guardo con ottimismo il segno di speranza della recente COP 21 di Parigi nel corso del quale tutti i paesi del mondo hanno chiaro l’obiettivo che quella del clima è una delle principali sfide per il futuro, ora si tratta di agire”.