ConferenzaMontagnaUn nuovo Appennino: digitale, sostenibile, innovativo. Un Appennino che, da area a rischio marginalità, diventa fattore di traino per tutto il territorio dell’Emilia-Romagna. Perché “rafforzare la nostra montagna significa rafforzare l’intera regione”. Queste le parole del presidente Stefano Bonaccini oggi, in occasione della 13esima Conferenza della Montagna, a Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia). Un’occasione di incontro e confronto tra istituzioni, forze economiche e sociali per presentare il nuovo Programma regionale per la montagna, punto di partenza per una nuova stagione di politiche pubbliche, finalizzate allo sviluppo territoriale e sostenute dalla Regione con uno stanziamento complessivo specifico di oltre 700 mln di euro.

Dopo i saluti del sindaco di Castelnovo ne’ Monti Enrico Bini e del presidente della Provincia di Reggio Emilia Gianmaria Manghi, al Teatro Bismantova sono intervenuti l’assessore regionale con delega alla Montagna Paola Gazzolo, gli assessori Simona Caselli (Agricoltura), Andrea Corsini (Turismo), Raffaele Donini (Infrastrutture e Agenda digitale), Palma Costi (Attività produttive). A seguire, le diverse rappresentanze del territorio, a partire dai sindaci, che si sono avvicendati sul palco portando il proprio contributo. Nel corso della Conferenza, è stata espressa forte solidarietà nei confronti dei lavoratori della Saeco.

“Noi crediamo nella montagna – ha ribadito Bonaccini, intervenendo a chiusura della Conferenza – , perché l’Emilia-Romagna è più forte se è più forte l’Appennino. Creare le opportunità per fare impresa in montagna, insieme a un’alta qualità dei servizi, sono condizioni fondamentali perché la montagna torni a crescere, e la gente torni a viverci. Vogliamo mettere il segno più su questi temi. Gli oltre 700 milioni di euro dedicati alla montagna – ha sottolineato il presidente – , da qui al 2020, vanno colti tutti: si tratta di investimenti che danno anche lavoro”.

“Il Programma regionale per la montagna, che proponiamo alla discussione, e che terremo monitorato, valorizza un nutrito pacchetto di risorse, a partire dal Fondo regionale per la Montagna, che è raddoppiato: da 3 a 6 milioni di euro l’anno, a cui si aggiungono i 4 milioni per la viabilità appenninica” ha ricordato l’assessore Gazzolo. “L’identità di questo territorio è stata per troppo tempo associata alla ‘fatica del viverci’, alla marginalità. E’ ora di invertire questa visione, e considerare l’Appennino ‘una terra per viverci’ e dove portare nuovi insediamenti. Per questo verrà creato un tavolo permanente, con le categorie economiche e sociali”.

Il Programma regionale per la montagna: obiettivi e risorse
Numerosi gli obiettivi del Programma, a partire dall’aumento della popolazione residente, dalla dotazione – a livello infrastrutturale –  per portare banda ultra larga in Appennino (entro il 2020, il 100% della popolazione montana “connessa” a 30 mega e il 30% a 100 mega). Parallelamente si lavorerà alla difesa e alla valorizzazione del territorio, all’aumento delle imprese giovanili, a partire da quelle agricole (oltre il 40% delle risorse del Piano di sviluppo rurale vanno alla montagna), al rafforzamento dei servizi alla persona e all’istruzione di qualità.
Le risorse dedicate: si tratta complessivamente di 705 milioni di euro (tra fondi SIE, il Fondo regionale per la montagna raddoppiato, altri fondi regionali e statali) per l’intera legislatura, e quindi fino al 2020. La ripartizione per obiettivi generali prevede che, sulla cifra complessiva, 303 milioni vadano alla difesa attiva del territorio, la sua accessibilità e la valorizzazione delle risorse naturali; 150 milioni circa per rendere più attrattiva la montagna, per rafforzarne l’identità e la coesione sociale. Infine, 252 milioni serviranno a favorire lo sviluppo delle imprese, e a far crescere il lavoro in Appennino.
Quattro le “azioni” previste, per intervenire su tutti gli elementi che concorrono a rendere attrattivo vivere e lavorare in montagna: Appennino digitale, per portare banda ultra larga in tutte le aree; Appennino sostenibile, per valorizzare le fonti di energia rinnovabile e la cura del territorio; Appennino innovativo, per l’innovazione e il trasferimento tecnologico alle imprese; infine, Laboratorio Appennino, per sostenere la formazione e co-progettazione pubblico-privata.