Charlotte-DelboIncontri, mostre, film, documentari, musica, flash mob, momenti di preghiera e salmi in Sinagoga. Il Giorno della Memoria del 27 gennaio, anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz, dedicato alle vittime della Shoah e della deportazione, si celebra a Modena fino al 3 febbraio con iniziative diverse riunite in un unico calendario a cura di Comune di Modena – Comitato permanente per la memoria e le celebrazioni e Provincia di Modena. Dal film del 1987 di Louis Malle “Arrivederci ragazzi”, alla mostra “Una memoria mille voci”, dedicata alla deportata politica francese Charlotte Delbo, nell’ambito della quale sono in programma anche due flash mob “storici” rivolti agli studenti. Dal “Concerto della Memoria e del Dialogo” al Teatro Comunale, alle proiezioni di docufilm alla Residenza universitaria San Filippo Neri e alla Sala Truffaut, fino allo spettacolo musicale di “Ologramma” al Forum Monzani “La memoria che cura”. Le tante iniziative e proposte culturali programmate dal Comitato comunale permanente per la memoria e le celebrazioni, vedono la collaborazione di una pluralità di istituti e associazioni del territorio (Istituto storico, Fondazione Ex Campo Fossoli, Università, Fondazione San Carlo, Amici della Musica, Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia, Cemu e Meme, Fondazione Villa Emma, Arci).

“Continua a essere necessario mantenere viva la memoria dentro ciascuno di noi – sottolinea l’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza – sia quella del dolore e del male, sia quella positiva della riconquista della libertà e della costruzione della democrazia: non dobbiamo dimenticare gli orrori del passato, anche per affrontare con più consapevolezza il presente e guardare con speranza al futuro”.

Le iniziative del 2016 incominciano sabato 23 gennaio alle 18.30 al San Filippo Neri in via Sant’Orsola, dove si inaugura – con l’assessore Cavazza e Metella Montanari, vicepresidente dell’Istituto storico di Modena – la mostra “Charlotte Delbo. Una memoria mille voci”. A partire da parole chiave della mostra, il 29 gennaio e il 5 febbraio si svolgono due “History flash mob” rivolti agli studenti con dialogo sulla storia del ‘900.

Sempre sabato 23 gennaio, alle 21 al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di corso Canalgrande, si svolge il “Concerto della memoria e del Dialogo”, coprodotto con gli Amici della Musica, in collaborazione con Quadrivium, Centro Stranieri del Comune, Casa delle Culture, Istituto “Venturi”, Comunità Ebraica, Fondazione Villa Emma. In programma “Lingue, suoni, persone”, con musiche di Beethoven, Brahms, Schumann, Ravel, Stravinskji, Messiaen, Ullmann, Weber, Straffelini, Rastelli, Bonilauri, Marzocchi. Direzione artistica di Claudio Rastelli, collaborazione registica di Giulio Costa, testi di Giulio Mozzi e Demetrio Paolin, voce recitante di Simone Maretti, con Alessandra Visentin, contralto, e AdM Ensemble, con la partecipazione di cittadini modenesi con radici altrove (info@amicidellamusicamodena.it).

Mercoledì 27 gennaio le iniziative cominciano alle 9.30 con la proiezione per le scuole alla Fondazione S. Carlo del film “Arrivederci ragazzi” di Louis Malle, mentre alle 10 nell’atrio dell’Ateneo in via Università 4 si depone una corona alla lapide in memoria dei docenti e degli studenti perseguitati a causa delle leggi razziali. Alle 18, nella Sinagoga di piazza Mazzini si leggono con il rabbino capo Beniamino Goldstein salmi e preghiere in ricordo dei deportati; alle 18.30 al San Filippo Neri si proietta, presente la regista Claude-Alice Peyrottes, il docufilm “Histoire du convoli du 24 janvier 1942. Auschwitz – Birkenau”, mentre alle 21 al Forum Monzani si svolge lo spettacolo gratuito di Ologramma “La memoria che cura” che, unendo il canto del popolo ebraico a quello di altri popoli offesi, porterà la riflessione anche sul genocidio degli Armeni, il dramma dei desaparecidos argentini, la strage di Bologna, la violenza di genere nella guerra dei Balcani, le morti sulle rotte della speranza. Infine, alle 21.15 di mercoledì 27 alla “Sala Truffaut” di via degli Adelardi si proietta in prima visione “Memorie – In viaggio verso Auschwitz” di Danilo Monte.

A chiudere le iniziative per il Giorno della Memoria 2016 a Modena, sarà l’appuntamento di mercoledì 3 febbraio alle 21 al Drama Teatro di viale Buon Pastore 57, intitolato “Un racconto lungo 70 anni: il cinema, la deportazione, l’immagine di Auschwitz”, a cura di Fondazione Villa Emma e Arci Modena. Nella serata, condotta da Ivan Andreoli, a settantuno anni dalla liberazione di Auschwitz, vengono ripercorse le tappe che disegnano la narrazione filmica dell’universo della deportazione. L’attenzione viene posta sulle immagini-documento e sulla produzione di fiction, con ostinazione a ripetere una domanda: “come ci si misura con la documentazione e con la rappresentazione di una catastrofe?”.

CHARLOTTE DELBO. UNA MEMORIA, MILLE VOCI

Sabato 23 gennaio alle 18.30 al San Filippo Neri in via S. Orsola inaugurazione della mostra in cinque sezioni dedicata alla vita della scrittrice deportata ad Auschwitz

È dedicata a Charlotte Delbo, scrittrice francese deportata ad Auschwitz, la mostra “Charlotte Delbo. Una memoria, mille voci” che inaugura sabato 23 gennaio alle 18.30 alla Residenza Universitaria San Filippo Neri, in via Sant’Orsola 48, su iniziativa di Istituto storico di Modena, Fondazione Collegio San Carlo e Fondazione Ex Campo Fossoli, nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria 2016, a cura del Comune di Modena – Comitato permanente per la memoria e le celebrazioni e Provincia di Modena.

La mostra, curata da Elisabetta Ruffini e prodotta da Isrec di Bergamo e Centre de la Résistance et de la Déportation di Lione, evoca la figura e l’opera della scrittrice francese di origini italiane, partigiana e deportata ad Auschwitz e Ravensbrück, autrice di uno dei primi libri europei di memoria della deportazione, “Le convoi du 24 janvier”, solo da un decennio disponibile nella traduzione italiana.

“Se il nostro convoglio ha avuto un così alto numero di sopravvissute (sì, per Birkenau, 57 su 229 dopo sei mesi nel 1943 è un dato eccezionale, unico nella storia del campo) è perché ci conoscevamo già – scrive Delbo – è perché noi formavamo, dentro un grande gruppo compatto, piccoli gruppi strettamente legati, è perché ci aiutavamo in tutte le maniere: darsi il braccio per camminare, sorreggersi, curarsi, anche il solo parlarsi. La parola era difesa, riconforto, speranza. Parlando di ciò che eravamo prima, continuavamo questo prima, conservavamo la nostra realtà. Ciascuna delle sopravvissute sa che senza le altre non sarebbe ritornata”.

Costruita a partire dagli archivi della scrittrice, depositati alla Bibliothèque nationale de France dalla sua erede universale Claudine Riera-Collet, la mostra si snoda tra esperienza vissuta e immaginario: venti scatole di cartone si aprono per creare altrettanti spazi dove meditare gli scritti e i documenti della vita di Delbo. Cinque sezioni circoscrivono nella mostra il cuore del delicato intreccio tra biografia e scrittura nata per testimoniare. Le prime due – “Una donna del XX secolo” e “Alle prese con la storia” – mettono in luce le radici biografiche della scrittura di Delbo. Da un lato, i rapporti importanti della sua vita come quello con Georges Dudach, l’amato marito fucilato nel 1942 per attività partigiana. Dall’altra parte, la sua esperienza di Resistenza e di deportazione, straordinaria non solo perché la Delbo sopravvisse al campo, ma anche perché con le compagne finì ad Auschwitz-Birkenau e la sua memoria non appartiene né agli ebrei, che nel campo di sterminio in terra polacca patirono condizioni assai peggiori, né ai politici che, salvo questa eccezione, non vi furono mai internati.

La terza e la quarta sezione – “La letteratura come memoria” e “Memoria e vigilanza” – si concentrano invece sul lavoro di scrittura di Delbo, indagata nella sua sfida di raccontare agli altri l’esperienza vissuta in campo ma anche in quella di fare di questa memoria un principio di vigilanza sul presente, la sua violenza, le sue contraddizioni.

Infine, l’ultima sezione – “L’eredità di una donna del XX secolo” – si interroga sull’eredità che Delbo lascia al XXI secolo. Completano la mostra i ritratti fotografici della scrittrice realizzati da Eric Schwab.

All’inaugurazione partecipano la curatrice Elisabetta Ruffini, direttrice dell’Istituto storico di Bergamo, Gianpietro Cavazza, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Modena, e Metella Montanari, vicedirettore dell’Istituto storico di Modena. Rosanna Sfragara leggerà brani dall’opera letteraria di Charlotte Delbo.

La mostra è visitabile gratuitamente dal 24 gennaio al 7 febbraio da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.

 

DOCUFILM E FLASH MOB A TEMA STORICO

Nell’ambito della mostra al San Filippo Neri dedicata alla Delbo, anche due “History Flash Mob” e la proiezione del docufilm ispirato al libro “Le convoi du 24 janvier

Nell’ambito della mostra “Charlotte Delbo. Una memoria, mille voci” allestita in occasione del Giorno della memoria alla Residenza universitaria San Filippo Neri, in via Sant’Orsola, si svolgono anche tre appuntamenti rivolti a studenti e cittadini.

Nelle mattine del 29 gennaio e del 5 febbraio due “History Flash Mob” a cura della sezione didattica dell’Istituto storico di Modena, porteranno gli studenti modenesi a incontrarsi e dialogare sulla storia e sulle memorie del ‘900 a partire dalle parole-chiave della mostra e da un oggetto portato da casa. Per informazioni e per partecipare si può scrivere una email all’Istituto (didattica@istitutostorico.com).

Nella stessa sede di via Sant’ Orsola, mercoledì 27 gennaio alle 18.30, si terrà la proiezione aperta a tutti gratuitamente, del docufilm di Claude-Alice Peyrottes e di Alain Cheraft “Histoire du convoi du 24 janvier 1943. Auschwitz-Birkenau” (59′, lingua originale, sottotitolato). Intervengono la regista Claude-Alice Peyrottes e Elisabetta Ruffini, direttrice dell’Istituto storico di Bergamo e curatrice della mostra. Il documentario prosegue, attraverso alcune videointerviste, il libro di Charlotte Delbo “Le convoi du 24 janvier” (edizioni Minuit) in cui la scrittrice redige la biografia delle 229 donne deportate con lei ad Auschwitz-Birkenau.

La mostra “Charlotte Delbo. Una memoria, mille voci” è visitabile gratuitamente dal 24 gennaio al 7 febbraio da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Le iniziative sono a cura di Istituto storico di Modena, Fondazione Collegio San Carlo e Fondazione ex Campo di Fossoli.