Michele-MarzaniDopo il successo di venerdì scorso, con “Cicloturista Partigiano”  e “Viaggio oltre cortina”, tornano sabato prossimo, 30 gennaio, gli appuntamenti con i “Ciclo Aperitivi Bike The Nobel”, organizzati dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con Concretamente, Libreria Incontri e Balnea, aderendo alla campagna di raccolta firme promossa da Caterpillar per la candidatura della bicicletta al Nobel per la Pace.

Sabato 30 gennaio, a partire dalle ore 17,30 presso “Starbene” in piazzale Roverella, grazie al contributo di Balnea, sarà presente Michele Marzani che, dialogando con Francesco Ricci presenterà i romazi: “Umberto Dei. Biografia non autorizzata di una bicicletta” e “Nel nome di Marco” (Ediciclo Editore).

“La bicicletta ti cambia la vita” è il titolo dell’iniziativa in cui protagonista sarà lo scrittore  Michele Marzani Michele Marziani che ha pubblicato sei romanzi tra i quali “Umberto Dei” e “Nel nome di Marco” (Ediciclo), la raccolta di racconti “Un ombrello per le anguille” (Guido Tommasi Editore) e diversi libri di viaggio nella cultura materiale italiana.

Giornalista dal 1985 fino al 2007, quando si allontana definitivamente dalla professione per seguire la propria vocazione di narratore.  Dirige la rivista online di letteratura Il Colophon.

Per la casa editrice digitale Antonio Tombolini Editore è direttore editoriale della collana di narrativa Officina Marziani e di Oceania, collana dedicata ai narratori in lingua italiana all’estero. Tiene corsi di scrittura, workshop e laboratori di narrativa.

“Umberto Dei”: quella bicicletta non era una bicicletta qualunque. Era una Umberto Dei, modello Imperiale, anni Trenta, un vero classico dell’eleganza a due ruote. Nera, ovviamente. Gli occhi di Nas, il ragazzo uzbeko capitato un pomeriggio nella ciclofficina lungo la Martesana, a Milano, non se la sono lasciata sfuggire nella penombra del retrobottega. Comincia da qui la strana amicizia tra Arnaldo Scura, meccanico ciclista, molte vite alle spalle, non tutte felici, e il ragazzo con la pelle scura che, chissà come, pare conoscere alla perfezione le biciclette: telai, mozzi, forcelle, catene, corone, pignoni…

Nella Milano dei Navigli, ancora popolare e già multietnica, una storia sulle differenze e sulle diffidenze da cui nascono le paure. Un tributo a Milano, al lavoro, alla bicicletta, all’amicizia e all’integrazione razziale. La nuova edizione, riscritta in punta di penna, di un libro per chi crede nel linguaggio universale della bicicletta.

“Nel nome di Marco”:  “Per me la vita è un disegno, un grande fumetto, di quelli antichi, alla Hugo Pratt. E la matita sarebbe il mio mondo: io vedo, guardo, ho visioni e di queste visioni inseguo il segno. E nel segno colpisco il foglio ma sbaglio mira e disegno forme diverse da quelle oniriche. Allora mi adiro, mi odio, mi detesto: il risultato si arrende prima del traguardo, è lontano dall’attesa. Ecco che sconsolato scrivo e le parole escono da sole, nemmeno so cosa voglio dire, apro il foglio, quello elettronico e spingo sui tasti. Sento le dita che vagano come su un pianoforte, ma non è musica, è rumore sordo dell’anima, è la fatica dolce del mondo, socialità d’affetti. Poi mi fermo, sudato, esausto e leggo. E scopro da lì cosa ho scritto. Ecco, io scrivo perché sono abitato da parole che vivono oltre il mio immaginario”.