IstriceCon la cattura di due istrici nei giorni scorsi, a Finale Emilia e a Navicello di Modena lungo gli argini del Panaro, sta entrando a regime il Piano della Provincia contro le tane di istrici e tassi sui fiumi. Il progetto prevede, appunto, la cattura tramite apposite gabbie e il trasferimento in altre aree di istrici e tassi, specie protette non cacciabili.

Oltre alle prime catture sono state realizzate alcune immagini notturne tramite apposite fototrappole che documentano la presenza degli istrici sugli argini, stimata in alcune decine di esemplari, e la loro frenetica attività di scavo molto pericolosa per gli argini stessi.

Il progetto, il primo in Italia con queste modalità, è finanziato con un contributo di 100 mila euro, dal commissario delegato alla Ricostruzione Stefano Bonaccini, con il coordinamento della Provincia, in collaborazione con gli Atc e con il parere favorevole di Ispra e del ministero dell’Ambiente.

Istrici-gabbie

Le 30 gabbie trappola con esca sono posizionate lungo gli argini, con il coordinamento di un tavolo tecnico della Provincia, da alcune decine di cacciatori coadiutori che hanno frequentato un apposito corso; è compito dei coadiutori stessi verificare quotidianamente la presenza nella gabbia di istrici o tassi (se c’è un animale diverso sarà liberato); in caso positivo i coadiutori chiamano immediatamente i volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso che si incaricano di trasferire gli animali catturati in aree idonee della collina modenese.

In base alla campagna di monitoraggio, coordinata dalla Provincia, delle tane sono state scoperte e chiuse finora oltre 750 tane di animali (nutrie, volpi, istrici e tassi) e individuate altri 300 puntali situazioni di rischio tra fessurazioni, legname in alveo e piccoli cedimenti tutti risolti.

Il progetto su istrici e tassi fa parte di una strategia complessiva per la sicurezza idraulica che prevede l’adeguamento strutturale del sistema arginale di Secchia e Panaro e la ripresa di frane puntuali,  l’adeguamento della cassa di espansione del Secchia e gli interventi su quella del Panaro, gli interventi sulla cassa di espansione dei Prati di San Clemente, gli interventi sul reticolo idrografico minore, il taglio della vegetazione in alveo e lo sfalcio delle arginature.