cellulare2“Stiamo seguendo questa vicenda che, a onor del vero, sta assumendo una dimensione che troviamo francamente eccessiva. Non era nostra intenzione montare una polemica di tali dimensioni, e questo è dimostrato dalla richiesta di chiarimento che il collega segretario della sede Lapam Confartigianato di Fiorano Modenese ha inviato ieri alla sede Siae di Sassuolo, competente per territorio. Questa richiesta, preceduta anche da una telefonata, con nostro disappunto, non ha ricevuto risposta, mentre oggi arriva questa mail da parte Sua”. Lapam Confartigianato ‘risponde’ a una mail ricevuta dal direttore generale della Siae, Gaetano Blandini sul ‘caso Fiorano’. Come noto la querelle riguarda il fatto che una suoneria (o comunque della musica) uscita dal cellulare di una dipendente della barberia è stata ritenuta da un funzionario Siae come meritevole di un verbale, mentre i titolari sostengono che non c’era alcun altoparlante o dock station collegato al telefono e, quindi, non c’è nessuna giustificazione per la multa.

“Tra l’altro dal verbale non c’è evidenza di questa presunta dock station… Non abbiamo motivo di ritenere inoltre – prosegue Lapam – che il signor Laiso, associato alla nostra confederazione da sempre e persona stimata e conosciuta a livello locale, abbia dichiarato il falso tenendo, un ‘comportamento illegittimo dal punto di vista giuridico ma anche eticamente vergognoso’ come scrive Lei. Naturalmente, essendo di fronte a due versioni contrastanti e inconciliabili, non possiamo nemmeno accertare che la versione dei fatti che Lei riporta non sia corretta. Tuttavia come associazione di rappresentanza, fino a prova contraria, è nostro dovere tutelare l’associato nelle sedi e con gli strumenti opportuni”.

L’associazione richiama anche le dichiarazioni uscite nei giorni scorsi da parte della sede di Fiorano: “In quelle stesse dichiarazioni si parla di ‘malinteso’ e del fatto che ci pare opportuno che il clamore mediatico si spenga. Clamore mediatico che non è stato certo alimentato da noi: siamo stati interpellati dagli organi di stampa e dal nostro associato. Quanto ai canali social (che Blandini richiama nella sua mail), né l’artigiano in questione né la nostra associazione possono essere ritenuti responsabili dei commenti e dei contenuti riportati”.

Lapam, inoltre, ha interpellato sulla questione Confartigianato nazionale.