Gianpietro-CavazzaIl Consiglio comunale ha detto no alla richiesta di dimissioni dell’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza contenuta in una mozione proposta dal capogruppo di Forza Italia Andrea Galli. Si è espresso a favore della mozione il solo gruppo proponente, contro Pd, Sel, Futuro a sinistra e Per me Modena, mentre il M5s si è avvalso del non voto.

Il documento denunciava quello che il consigliere ritiene un “flop annunciato e puntualmente verificato” della mostra ‘Il Manichino della storia’, esprimeva “rammarico per i pessimi risultati conseguiti, ottenuti malgrado notevoli investimenti economici e aspettative rilevanti”, “disappunto per una programmazione culturale che pare improvvisata, senza radici scientifiche e con un respiro poco più che provinciale” e “sconcerto per la mancata presa d’atto sulle motivazioni che hanno portato a questo flop in termini di presenze, di riconoscimenti culturali, di ritorni economici che, compresi ingressi, cataloghi, visite guidate, hanno coperto solo il 5 per cento delle spese sostenute”.

Nella mozione Galli ricordava che “da oltre un anno risulta vacante il ruolo di direttore della Galleria Civica di Modena, fino al 19 dicembre 2014 occupato da Marco Pierini, dimessosi in aperta polemica con la (mancante) politica culturale dell’Amministrazione”. Denunciava inoltre che la mostra “è stata annunciata senza nessuna preventiva comunicazione o passaggio in Commissione Cultura, né tantomeno in Consiglio Comunale”, che “non è stata gestita ‘in casa’ ma, nei fatti, appaltata a un soggetto privato che ha operato mediante una persona di sua fiducia, operatore culturale italoamericano, sconosciuto a gran parte degli operatori culturali nazionali” e che il filo logico seguito era “troppo debole per interessare un pubblico di appassionati al di là dei confini del Secchia e del Panaro”. Il documento sottolineava che “la sede scelta, all’interno dell’ex Manifattura Tabacchi ha seguito logiche diverse da quelle della idoneità del luogo a mostre culturali, come del resto ammesso dallo stesso Emilio Mazzoli”, ed evidenziava la volontà dell’Amministrazione a procedere  a un investimento di 550 mila euro, “rilevante se paragonato agli standard delle rassegne modenesi” e aggravato dall’aggiunta dell’Iva, nonostante le “previsioni preoccupate” delle minoranze consiliari.

Il Sindaco Muzzarelli era intervenuto in questo modo nel dibattito sulla mozione circa i risultati della mostra al Mata e sulle politiche del settore:

“Il vice sindaco Cavazza ha operato in linea con gli indirizzi di politica culturale dell’Amministrazione, in coerenza con il programma di mandato e in raccordo con il sindaco e la giunta. Non si vede pertanto il motivo per il quale dovrebbe rassegnare le dimissioni, che, per quanto di mia competenza, sarebbero certamente respinte”. Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli concludendo il suo intervento nel dibattito sull’ordine del giorno proposto dal capogruppo di Forza Italia Andrea Galli che chiedeva, appunto, le dimissioni di Cavazza in seguito ai risultati della mostra al Mata “Il Manichino della storia” (“un flop annunciato e puntualmente verificato”, secondo Galli)  e di una programmazione culturale “che pare improvvisata, senza radici scientifiche e con un respiro poco più che provinciale”.

Il sindaco ha ribattuto che “la nostra politica culturale porta scritto il segno più: più investimenti, più strutture, più qualità, più coordinamento, più sinergie”. E ha sottolineato che “non si può ridurre la politica culturale dell’Amministrazione al capitolo mostre”; in termini di bilancio – ha spiegato Muzzarelli – rappresenta al massimo la decima parte degli impegni complessivi del settore che sono di circa dieci milioni di euro. “La politica culturale della città – ha aggiunto Muzzarelli –si è dispiegata in varie direzioni (teatro, cinema, biblioteche, eventi celebrativi, filosofia) e praticamente in tutte ha incontrato il favore dei cittadini e dei visitatori. La mostra ‘Il Manichino della storia’ è stata finanziata con risorse e contributi straordinari e, come abbiamo più volte sottolineato, non ha sottratto fondi alle altre attività”.

Il sindaco, rispetto alla mostra, ha ricordato che il Comune non ha mai annunciato o proposto obiettivi di quantità dei visitatori, ma ha puntato alla qualità della proposta culturale. “Naturalmente – ha aggiunto Muzzarelli – non sottovalutiamo i numeri: anche se la mostra ha registrato un numero di presenze superiore a tutte le mostre recenti di Modena, ci avrebbe fatto piacere un afflusso ancora più consistente. Ma fin dall’inizio abbiamo posto l’accento sulla qualità e sul gradimento dei visitatori; qualità e gradimento attestati dal registro, dalla stampa specializzata e da autorevoli esperti”.

Il sindaco ha poi ricordato che fin da subito si disse che si sarebbe trattato di un evento unico, pensato per presentare Modena nel contesto delle iniziative dell’Expo, e “non di un metodo per il futuro”. L’idea era quella di “far emergere ciò che il territorio era stato capace di raccogliere e valorizzare negli anni a proposito della pittura e scultura contemporanee”.

Rispetto ai flussi turistici, Muzzarelli ha spiegato che le difficoltà si sono registrate su tutto il territorio nazionale, mentre sull’affito dei locali alla Manifattura Tabacchi ha ribadito che “sono stati scelti per sopperire ad una carenza di spazi espositivi e per offrire una opportunità in più alla città nei prossimi anni. Se altri spazi fossero stati disponibili il problema non si sarebbe nemmeno posto”.