bullismoSabato 9 aprile alle ore 16 alla Biblioteca Mabic è in programma una conferenza pubblica sul tema “Le fragilità giovanili: bullismo e cyberbulling, strategie d’intervento sul disagio giovanile” con la prof.ssa Cecilia Pompei e la dr.ssa Federica Devincenzi. L’incontro, gratuito e aperto a tutti, è il primo di una serie di conferenze pubbliche organizzate dall’Università Popolare di Maranello. Il tema è di stretta attualità e coinvolge ragazzi, famiglie, scuola e istituzioni. Una recente indagine di Doxa Kids mostra che su un campione di oltre 1500 giovani intervistati, di un’età compresa tra gli 11 e i 19 anni, il 35% ha dichiarato di aver subito atti di violenza da propri coetanei. La percentuale dei bulleggiati è passata dal 13% del 2013 al 16,5% del 2014, mostrando un raddoppio rispetto a due anni prima, in cui la percentuale ammontava a 8,4%. Una recente ricerca del Censis in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni si è concentrata sul cyberbulling: secondo questi dati il 52% dei dirigenti scolastici italiani ha dovuto occuparsi di episodi di bullismo digitale, il 10% di sexting e il 3% di adescamento online. Per il 77% dei presidi delle scuole italiane medie e superiori internet è l’ambiente dove avvengono più frequentemente i fenomeni di bullismo, più che nei luoghi di aggregazione dei giovani, nel tragitto tra casa e scuola o all’interno della scuola stessa. Oltre la metà dei presidi intervistati ha dovuto gestire personalmente episodi di cyberbullismo, un fenomeno difficile da mettere a fuoco data la grande varietà di comportamenti che possono essere qualificati come bullismo digitale. Ma il 77% dei presidi ritiene il cyberbullismo un vero e proprio reato. E nel 51% dei casi accaduti il preside si è dovuto rivolgere alle forze dell’ordine. Inoltre, la maggioranza dei dirigenti pensa che il fenomeno del cyberbullismo sia più grave del bullismo, perché più doloroso per chi ne subisce le conseguenze e più rapido e duraturo negli effetti negativi sulla reputazione personale. Secondo il 78% dei presidi i cyberbulli tendono a colpire i ragazzi psicologicamente più deboli, e secondo la maggior parte delle opinioni raccolte il cyberbullismo è più difficile da individuare rispetto a episodi di bullismo tradizionale, perché gli adulti sono esclusi dalla vita online degli adolescenti.