MaseratiFca ha ribadito oggi ai sindacati che ancora nessuna decisione è stata presa per lo stabilimento Maserati di Modena in merito ai lanci previsti per il piano industriale.

Lo rendono noto i delegati e le organizzazioni sindacali nazionali e provinciali firmatarie del contratto Fca, cioè Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic Confsal, Uglm e Aqcf.

In pratica non ci sono novità rispetto a quanto dichiarato dall’ad Sergio Marchionne nell’incontro di Torino del 16 marzo scorso.

Nei prossimi mesi il piano dovrebbe essere declinato con maggiori dettagli, anche alla luce dei riscontri di mercato.

Poiché un nuovo modello richiede tempi non brevi di industrializzazione, in ogni caso si pone, anche nella migliore delle ipotesi, un problema di scarico di lavoro, quantificabile in circa 120 persone.

Le organizzazioni sindacali hanno chiesto all’azienda di sciogliere al più presto ogni riserva e di assumere da subito iniziative in grado di ridurre la cassa integrazione.

Fca ha dato la disponibilità per il distacco, che potrebbe diventare definitivo, di circa 50 persone in Ferrari, il passaggio di circa dieci persone nella divisione Maserati Corse, la trasferta/trasferimento di eventuali volontari alla Sevel di Val di Sangro, a Termoli e, in futuro, anche a Cassino; infine c’è la possibilità di aprire un percorso di uscita volontaria finalizzata alla pensione.

Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic Confsal, Uglm e Aqcf restano convinte che solo nuovi modelli possono rappresentare la soluzione definitiva ai problemi della fabbrica Maserati di Modena.

Nel frattempo devono essere implementate subito e con coerenza le iniziative concordate. La procedura di raffreddamento resta comunque aperta.

In caso di risposte negative e qualora non fossero raggiunti gli obiettivi di piena occupazione e saturazione, le organizzazioni sindacali metteranno in campo tutte le iniziative, nessuna esclusa, per tutelare i lavoratori Maserati