carabinieri_100Nel pomeriggio di ieri due giovani donne nomadi di etnia rom, una 22enne e l’altra 25enne, approfittando di un temporaneo allontanamento del portiere del condominio di via Riccoboni n.9 si sono introdotte all’interno dello stabile attrezzate di tutto punto con arnesi da scasso: apposito kit con svariati cacciaviti, chiavi inglesi e torce elettriche, munite anche di due capienti borse. La trasferta è iniziata con una serie di verifiche ai campanelli dei vari appartamenti da cui hanno ottenuto risposta, conseguentemente cambiando obiettivo, fino a quando non si sono imbattute in un appartamento posto al settimo piano al cui interno avevano avuto contezza non vi fosse nessuno. A quel punto le due hanno rapidamente iniziato la loro opera tentando l’effrazione della porta, senza peraltro scoraggiarsi difronte alla sua struttura blindatura. Gli anomali rumori provenienti dal pianerottolo hanno indotto alcuni condomini ad allertare il 112 che ha fatto convergere sul posto il personale del nucleo investigativo impegnato in un servizio mirato a contrastare reati predatori. Il movimento frattanto provocato dagli inquilini ha fatto desistere le due giovani “Lupin” che hanno tentato di abbandonare lo stabile. Il tempestivo arrivo delle pattuglie le ha però costrette a tentare di celarsi nello stabile non prima di essersi disfatte di tutta l’attrezzatura idonea allo scasso, gettandola nel vano ascensore pertanto in un posto ritenuto inaccessibile. L’accorgimento però non è valso a nulla perché i militari sono riusciti a bloccarle e a coglierle nella flagranza, recuperando anche la loro attrezzatura.

L’intervento dei militari ha garantito non solo i condomini ma le stesse ladre, verso cui i primi avevano indirizzato tutta la loro rabbia inveendo nei loro confronti a causa di pregressi furti recentemente verificatisi in zona.

Per una delle due sono scattate le manette, mentre l’altra, a causa delle condizioni di salute, è stata deferita in stato di libertà. La giovane tratta in arresto ha patteggiato la pena davanti al Tribunale di Modena, che l’ha condannata a un anno e quattro mesi e 300 euro di multa.