infanziaRinnovarsi o perire: questa antica frase di Pietro Nenni ben si attaglia, senza retorica, alla situazione delle politiche per l’infanzia a Modena.

Il riferimento è al piano discusso nella maggioranza che governa Modena   in materia di servizi per l’infanzia  nella nostra città.

Si prova  a rendere il sistema: 1) più flessibile negli orari e nel periodo di apertura (si è parlato  di apertura anche nel mese di luglio);2)  più equo, attraverso una rivisitazione delle rette che consenta di applicare una riduzione delle stesse in modo proporzionale al reddito venendo incontro alle famiglie più in difficoltà; 3 )più risorse agli operatori impegnati che potranno contare su un’integrazione salariale (si stima in  circa 1500,00 euro lordi annuali ad operatore).

La carenza di personale nasce in questo settore come in tanti altri della Pubblica Amministrazione dal  perdurare del blocco delle assunzioni che consente di sostituire una sola persona ogni quattro che vanno in pensione o che comunque cessano il servizio.

Soluzione alternativa :  abbassarne  gli standard qualitativi che Modena ha garantito e vuole garantire ai propri cittadini.

Altra questione , la  necessità di dare risposte nuove in termini di flessibilità di orari e di periodo di utilizzo delle strutture tenendo conto di una realtà sociale ed economica dove è molto cambiata la stessa organizzazione del lavoro.

Non si possono chiudere gli occhi di fronte a tali dati anzi bisogna  attrezzarsi  per tempo con una soluzione che non riduca ma addirittura punti ad ampliare l’offerta..

Spostare la gestione di alcuni nidi (si è parlato di tre nidi) sotto la Fondazione Cresci@mo (che è una fondazione interamente pubblica, partecipata dal Comune) è una soluzione che in questo momento consente di ottenere questo risultato.

Come già detto non possiamo far finta di niente e continuare a gestire finché le risorse ce lo consentiranno, subendo una progressiva riduzione della qualità dei servizi e, nel giro di un triennio, stante l’attuale situazione, dover ritirarsi completamente dalla gestione ed affidarla allo Stato o ai privati rinunciando ad un ruolo storico che a Modena il Comune ha sempre avuto e vuole continuare ad avere nelle politiche per l’infanzia.

Accanto a queste scelte, difficili e faticose, bisogna non rassegnarsi alla situazione data e cercare di trovare soluzioni partendo da analisi serie e non demagogiche rispetto alle problematiche e alle difficoltà presenti, a partire dalla denuncia di una politica economica e finanziaria sempre più centralizzata. e dalla necessità di rivedere il ruolo degli Enti Locali che da “gestione” deve trasformarsi sempre più in “governo e controllo” a garanzia della qualità dei servizi ritenuti essenziali.

E’ evidente che un passaggio di questo genere, per alcuni versi epocale, deve essere fatto tenendo aperto il confronto, ma registriamo in tal senso una comune volontà dell’Amministrazione e della maggioranza politica che la sostiene, di confrontarsi con le parti sindacali e con gli stessi operatori nell’ottica di cercare soluzioni non facili a situazioni complesse.

 

(Segreteria Partito Socialista Italiano Federazione di  Modena)