educatriciL’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dei nidi e delle scuole d’infanzia del Comune di Modena di questa mattina è stata molto partecipata.
Erano presenti oltre 250 persone nel salone Corassori della Cgil di Modena (in foto). L’assemblea, indetta dalle categorie della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e dal sindacato Csa, ha avuto come oggetto la presentazione della volontà del Comune di Modena di trasferire 3 scuole d’infanzia comunali nella Fondazione Cresci@mo e di modificare il calendario scolastico nell’anno 2016-2017 aprendo tutti i servizi dal 1° settembre e le scuole della Fondazione per il mese di luglio.

I lavoratori e le lavoratrici hanno manifestato grande preoccupazione per come il Comune sta portando avanti l’idea di modificare le aperture dei servizi e la progressiva riduzione dei servizi gestiti direttamente dall’Ente.
I lavoratori, fino ad oggi, avevano appreso le notizie soltanto dalla stampa e questo dimostra la forzatura in atto da parte del Comune di Modena, deciso a raggiungere l’obbiettivo di privatizzare altre scuole e di perpetuare il disegno di ridurre i diritti dei lavoratori, senza coinvolgere in un tavolo negoziale autentico i sindacati e le Rsu.
Il Comune, infatti, vuole estendere l’apertura dei servizi, ridurre le tariffe e i costi gestionali contemporaneamente. Questo schema può riuscire soltanto creando dumping contrattuale attraverso la privatizzazione delle scuole. L’Amministrazione non dice alla cittadinanza che la Fondazione Cresci@mo è un ente di diritto privato e che pertanto l’operazione dichiarata è di una mera privatizzazione di ulteriori servizi.
Il Comune di Modena così dichiara di voler innovare i servizi all’infanzia 0-6, ma non dice che lo vuol fare a spese dei lavoratori e della gestione pubblica.
“Se il Comune crede davvero in questo progetto dovrebbe avere il coraggio di mantenere l’impronta pubblica che ha caratterizzato il servizio 0 6 a Modena – dicono i sindacalisti Fabio De Santis Fp/Cgil, Paola Santi Csa/Fiadel, Wiliana Vignali Fp/Cisl – evitando quindi di nascondere la privatizzazione dei servizi e, simultaneamente, abbassare le retribuzioni e i diritti dei lavoratori. Ma non lo fa, perché diverrebbe palese che la cosiddetta innovazione rappresenta in realtà una banale, e poco originale, operazione di riduzione del ruolo pubblico e di peggioramento delle condizioni lavorative”.
I sindacati su mandato dell’assemblea di oggi, chiedono l’immediata apertura del tavolo negoziale come momento di partecipazione dei lavoratori alle scelte dell’Ente, e la revoca dei gruppi di lavoro (tavoli tecnici). Inoltre, si chiede lo scorrimento della graduatoria in essere per dare un segnale di volontà di mettere al centro la gestione pubblica, dando nel frattempo una risposta ai vincitori di concorso bloccati da anni. Si chiede anche l’apertura della discussione sull’applicazione contrattuale nella Fondazione Cresci@mo, superando così il dumping contrattuale oggi in essere. Importate anche chiarire il modello gestionale per i servizi 0-6 per il futuro, quindi il ruolo pubblico, immettendo nel dibattito anche la possibilità di una forma gestionale pubblica attraverso l’Asp (Azienda Servizi alla Persona) non soggetta a vincoli assunzionali.
“Di fronte alla volontà espressa con forza questa mattina dai lavoratori – continuano i sindacalisti – il Comune non può tirarsi indietro dall’intraprendere una strada realmente partecipata. In caso contrario si assumerebbe la responsabilità di uno strappo profondo con i lavoratori che da anni tengono in piedi i servizi con professionalità e dedizione”.