evento-gibello“Il tema della trasformazione delle aree industriali dismesse è urbanisticamente nevralgico per la riconfigurazione degli assetti territoriali e le scelte di destinazione d’uso. Si tratta di terminare una politica di consumo del suolo destinato a scopi agricoli e puntare tutto sul recupero dei contenitori”. Questo l’incipit dell’intervento che Luca Gibello, tra i fondatori e direttore del Giornale dell’Architettura’, la rivista di settore più accreditata del Paese, ha tenuto nel corso dell’Assemblea Ordinaria per il Bilancio consuntivo dell’Ordine degli architetti di Modena.

“Ci sono varie tipologie di interventi: da quelli più conservativi che quindi valorizzano la struttura intervenendo solo con azioni di recupero e restauro, a casi invece che usano le pre esistenze come trama per inserire le nuove funzioni – sottolinea Gibello -. Da una parte ci sono le ex fornaci e le ex caserme dall’altra invece edifici industriali come il ‘Lingotto’ di Torino, caso internazionale che ha dato il via a una modalità di ripensare le aree industriali dismesse, fino ad arrivare all’ex Manifattura Tabacchi di Marsiglia”.

“L’architettura ha un ruolo fondamentale per il riutilizzo delle ex aree industriali – conclude Gibello – ma se mancano delle normative, delle leggi e delle indicazioni di piano che vanno in questa direzione lo sforzo è inutile. Vero è che l’architetto deve sensibilizzare il committente e i soggetti pubblici su questi temi però è fondamentale che ci sia un cambio di passo dal punto di vista della normativa e delle agevolazioni che spingano in questa direzione”.

“Il tema della rigenerazione e del riuso è sicuramente centrale per l’Ordine e per questo abbiamo organizzato questa serata per approfondire una tematica di così grande rilievo – ha spiegato Anna Allesina, presidente dell’Ordine degli Architetti di Modena -Vogliamo individuare buone pratiche che concilino da un lato la valorizzazione patrimoniale e storico-documentaria, dall’altro la risemantizzazione del costruito che implica un atteggiamento attivo del progetto inteso come dialogo con l’esistente”.