centro_documentazione_donnaL’ampliamento delle aree di intervento, con una maggiore apertura al territorio provinciale e una progettualità più articolata e su più temi, in stretto raccordo di rete con altri soggetti associativi e istituzionali. È questa la principale novità contenuta nella nuova Convenzione tra il Comune di Modena e il Centro documentazione donna presentata in Consiglio comunale oggi, giovedì 19 maggio, dall’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza e approvata dall’Assemblea con il voto favorevole di Pd, Sel, Fas-Sinistra italiana e Per me Modena. Hanno votato contro Idea-Popolari liberali ed Elisabetta Scardozzi del Movimento 5 stelle. Astenuti gli altri consiglieri del gruppo M5s e Forza Italia.

La convenzione, rinnovata per tre anni a partire dal 2016, definisce in modo dettagliato gli ambiti nei quali il Centro documentazione donna si impegna a sviluppare la propria azione culturale che sono: ricerca, documentazione, valorizzazione, didattica e formazione.

Il piano della ricerca è quello che è stato maggiormente sviluppato rispetto agli anni precedenti prevedendo anche una collaborazione con i comitati e i tavoli cittadini sui percorsi della memoria nella programmazione e realizzazione dei programmi culturali promossi dall’Amministrazione in occasione di ricorrenze e celebrazioni. La ricerca si sviluppa attraverso la progettazione e la realizzazione di ricerche storiche e sociali, a livello locale, sulla storia delle donne e dei movimenti femminili, l’organizzazione del lavoro e la conciliazione dei tempi, l’occupazione femminile, l’educazione alle differenze e la prevenzione della violenza di genere, anche in collaborazione con l’Università, altri enti di ricerca e istituzioni culturali. Per quanto riguarda la documentazione, si prevede la gestione della biblioteca specializzata in studi di genere nell’ambito del polo provinciale e nazionale delle biblioteche, assicurando immediata visibilità e pronto accesso al patrimonio posseduto e garantendo l’apertura al pubblico. Sul piano della valorizzazione si stabilisce la promozione sul territorio di attività culturali e progetti di diffusione della cultura delle differenze di genere e del patrimonio documentale dell’Istituto di ricerca. L’ambito della didattica comprende la realizzazione di progetti di aggiornamento per insegnanti e di formazione per studenti e studentesse delle scuole di ogni ordine e grado, sui temi della storia delle donne, della valorizzazione delle differenze di genere e della relazione positiva tra i sessi, ricercando, ove possibile, la collaborazione con altri soggetti impegnati su tale terreno. Infine per la formazione si prevede la realizzazione di percorsi seminariali e laboratori per educatori, insegnanti, genitori, operatori sociali.

Sulla base della Convenzione il Comune di Modena si impegna a versare al Centro documentazione donna, a sostegno delle attività indicate, la somma annuale di 25 mila 300 euro. A fronte del contributo ricevuto, il Centro documentazione donna trasmette ogni anno al Comune i bilanci consuntivi e preventivi, le relative relazioni e il programma annuale di lavoro.

L’associazione culturale Centro documentazione donna è nata nel 1996 con l’obiettivo di creare un luogo per la conservazione e la fruizione pubblica delle fonti per la storia delle donne in età contemporanea. Oggi è dotato di una biblioteca specializzata in studi di genere, inserita nel catalogo bibliotecario nazionale, che contiene oltre 9.500 volumi, 160 periodici nazionali e stranieri e 150 film e documentari. Conserva inoltre 37 fondi archivistici, tra personali e collettivi, che oltre ai materiali documentari contiene 1.200 manifesti e 8.800 fotografie. Attraverso il lavoro di formazione nelle scuole superiori cittadine, iniziato nel 1998, sono stati coinvolti quattromila studenti e oltre cinquecento insegnanti. Nel 2015, un corso di formazione per educatrici di asili nido e scuole dell’infanzia ha coinvolto 160 partecipanti. Dal 2000 sono stati realizzato circa 50 tra progetti, azioni sperimentali e ricerche su conciliazione dei tempi, percorsi di carriera delle donne, bilanci di genere, reingresso nel mercato del lavoro, molte delle quali segnalate dagli enti preposti come buone prassi. Il bilancio del Centro, che nel 2015 era pari a 155.556 euro, proviene per i due terzi dal finanziamento di progetti.

 

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Il Consiglio comunale di Modena ha approvato, nella seduta di giovedì 19 maggio, la nuova Convenzione con il Centro documentazione donna, presentata dall’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza, che prevede l’ampliamento delle aree di intervento, con una maggiore apertura al territorio provinciale e una progettualità più articolata e su più temi, in stretto raccordo di rete con altri soggetti associativi e istituzionali. La convenzione, rinnovata per tre anni a partire dal 2016 e che prevede un contributo annuo di 25 mila 300 euro, ha ottenuto il voto favorevole di Pd, Sel, Fas-Sinistra italiana e Per me Modena. Hanno votato contro Idea-Popolari liberali ed Elisabetta Scardozzi del Movimento 5 stelle. Astenuti gli altri consiglieri del gruppo M5s e Forza Italia.

Aprendo il dibattito per il Pd, Chiara Susanna Pacchioni ha ricordato che il Centro compie vent’anni affermando che “nel tempo, ha dimostrato la capacità di aggiornarsi, confermandosi sia come punto di riferimento culturale che come autore di un serio progetto sociale, con ricadute concrete sul territorio. Si giustifica quindi – ha proseguito la consigliera – il contributo richiesto al Comune, invariato rispetto alla precedente Convenzione, quando già era stato notevolmente ridotto, oltre che parziale rispetto a un bilancio che deriva in gran parte da progettualità propria”. Simona Arletti ha messo in evidenza le attività che “credo siano le più necessarie per la nostra città e cioè il laboratorio di ricerca sociale e la formazione. Lavorando nelle scuole sulla differenza di genere, contro gli stereotipi e sulla relazione positiva tra i sessi, il Centro fa una grande opera di prevenzione della violenza. Con la formazione per docenti, educatori e genitori l’intervento si completa”. Per Paolo Trande in Italia esiste ancora un drammatico problema di disuguaglianza tra uomo e donna e c’è quindi “un grande bisogno di sviluppare politiche di genere. In questo quadro è importante il lavoro di ricerca storica, sociale ed economica, svolta in luoghi come il Centro documentazione donna dove si elaborano progetti con ricadute culturali e sociali che vanno nella direzione di colmare questa differenza”.

Elisabetta Scardozzi (M5s) ha espresso invece dubbi “sull’opportunità di rinnovare la convenzione per un triennio invece di finanziare singoli progetti proposti dal Centro. In questi anni – ha detto la consigliera – il Centro ha svolto un grande lavoro di raccolta e archiviazione di testi e documenti e garantisce l’apertura della biblioteca. Ma il patrimonio librario è consultato pochissimo e il Comune contribuisce già concedendo una sede per la quale il Centro paga solo una bassa percentuale dell’affitto. Ci è dunque difficile – ha concluso – approvare un contributo importante che non si riflette su un servizio altrettanto essenziale”.

Marco Chincarini di Per me Modena ha ribattuto che “le attività del Centro invece sono conosciute, le conosco anch’io che sono un uomo. La delibera mi sembra giusta e corretta”.