Tutor-DSACon la chiusura della scuola si è da poco concluso anche il progetto “Tutor DSA”. Si tratta di un’attività pomeridiana, avviata dal CSI (Centro Servizi per l’Integrazione) nell’anno scolastico 2012-2013 e ripresa quest’ anno,  in cui un “tutor” – cioè un ragazzo con determinate caratteristiche specificate dal bando – interviene a sostegno degli studenti con DSA nei compiti del pomeriggio. Il suo obiettivo è quello di aiutarli a raggiungere una maggior autonomia scolastica e la sua attività si esplica nella funzione di “facilitatore” del processo di apprendimento degli alunni con DSA. Ma la funzione del tutor , in quanto supporto nel processo formativo dello studente, è anche un servizio utile per limitare il fenomeno della dispersione scolastica.

Il progetto è stato promosso dalla Provincia di Reggio Emilia, in collaborazione con le associazioni A.I.D (Associazione Italiana Dislessia) – sez. prov.le di Reggio Emilia e l’associazione “Una stella sulla terra” ed è stato coordinato e gestito dal Centro Servizi Integrazione (CSI).

I dati e l’organizzazione del progetto (bilancio del periodo): ha coinvolto 20 tutor dedicati al sostegno di 57 studenti richiedenti il servizio e frequentanti le classi della scuola secondaria di secondo grado di Reggio Emilia e provincia.

Prima dell’avvio delle attività, i tutor hanno seguito un percorso formativo specializzante sui disturbi specifici di apprendimento, per un totale di 8 ore e sono stati affiancati nei loro compiti dal CSI con i due incontri di supervisione trimestrali e con la possibilità di contatto diretto telefonico.

Il percorso è partito prima con le attività amministrative e di organizzazione e selezione dei tutor. L’attività di tutoraggio vero e proprio con gli studenti è cominciata lunedì 25 gennaio 2016 e si è conclusa martedì 31 maggio 2016. Si è svolta con modalità diverse a seconda delle esigenze scolastiche e delle famiglie per un totale di circa 1.600 ore di tutoraggio.

Le scuole che hanno ospitato il progetto per svolgere l’attività sono state le seguenti: Istituto Galvani – Iodi, BUS Pascal, Cattaneo dall’Aglio – Castelnuovo Monti, Mandela – Castelnuovo Monti, Convitto Corso – Correggio, D’Arzo – Montecchio, Gobetti – Scandiano, Russel – Guastalla, Einaudi – Correggio. I ragazzi hanno frequentato le attività di tutoraggio nella scuola più vicina o quella di appartenenza.

I genitori hanno sostenuto un costo medio di iscrizione pari a circa 300 euro.

La Provincia ha sostenuto il progetto con un accordo siglato con la scuola Galvani Iodi che si è occupata della gestione amministrativa (stipula dei contratti con i tutor e ricezione dei compensi dei genitori a sostegno del progetto) con la collaborazione del CSI.

 

Ma cos’è il DSA?

L’acronimo significa: disturbi specifici dell’apprendimento (DSA): si tratta di una diversa modalità di apprendimento che si manifesta in particolare come disortografia, dislessia, disgrafia, discalculia e disprassia. La legge 8 ottobre del 2010 n. 170 riconosce il disturbo ed assegna al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinchè alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo. Dagli studi risulta che i Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono un disturbo neurobiologico “nascosto” che causa difficoltà durante l’intero percorso scolastico intensificandosi nella scuola secondaria di secondo grado ed all’Università, a causa della mole di lavoro a cui gli studenti con DSA sono sottoposti. Non è una minorazione né rappresenta un’ ipotetica normalità mancata. Con le nuove tecnologie le scuole e le famiglie possono disporre di supporti potentissimi adatti a didattiche specifiche per ogni singolo alunno. Per questo tipo di alunni però non ci sono insegnanti di sostegno, e spesso né le famiglie né gli stessi ragazzi sono consapevoli di cosa significa avere un disturbo dell’apprendimento e di quali supporti didattici si possono avvalere.

 

I dati dal MIUR:

Quando fu emanata la L. 170, gli alunni con DSA in Italia rappresentavano lo 0,7% della popolazione scolastica, essi sono arrivati al 2,1% nell’anno scolastico 2014/2015, con punte del 6,6% nelle scuole medie del Nord Ovest e del 10% in regioni come l’Emilia Romagna.

E’ in atto un significativo incremento percentuale delle segnalazioni di DSA. Secondo i dati del MIUR, rispetto alla precedente rilevazione dell’a.s. 2012-2013, l’incremento ha raggiunto un 72%, con punte del 135% a Rimini, del 116% a Ferrara e del 97,5% a Forlì-Cesena. Nella provincia di Reggio Emilia l’incremento si distribuisce per un 20% nella scuola primaria, un 61.4% nella secondaria di I grado, ed un 127.4% nella secondaria di II grado, a fronte di un incremento totale di casi di DSA nel territorio provinciale del 66.4% (rilevazione MIUR  a.s. 2014-2015). Dai dati riferiti si evince che gli studenti con DSA sono 18.251 in Emilia-Romagna; a livello provinciale, Reggio Emilia conta 2.673 segnalazioni, di cui 2.584 nelle scuole statali ed il resto, 89, in quelle paritarie. 620 sono i casi di DSA riferiti alla scuola primaria, 1.046 alla secondaria di I grado e 1005, quelli della secondaria di II grado.

Da un confronto a livello regionale con la popolazione scolastica delle medesime province, si può rilevare come alcune evidenzino una percentuale di DSA sulla popolazione scolastica che supera ampiamente la frequenza media indicata dall’Istituto Superiore di Sanità (e che si attesta sul 2,5 – 3,5%). Reggio Emilia indica un 3,9% (Modena un 4.3% e Rimini 4,1%). Inoltre le segnalazioni di DSA hanno ormai ampiamente superato le certificazioni di handicap (Legge 104/92), anch’esse però in incremento costante negli anni. In particolare Reggio Emilia registra un 3.4% di popolazione con handicap ex l. 104, sul totale della popolazione scolastica a fronte di una media regionale del 2.7%.

 

Questo trend può essere letto come un’emergenza presente (e futura). Il progetto “Tutor DSA” intende rispondere ai  bisogni che questo trend comporta e si colloca come una risposta rispetto alla necessità di dover saldare il gap tra quanto questi alunni possono fare e quanto non sanno fare. Il progetto Tutor DSA infatti mette in atto modalità didattiche sconosciute all’insegnamento tradizionale e trasmesse nella scuola da decenni, come l’utilizzo di mappe concettuali e supporti informatici. Inoltre, gli studenti con DSA, in quanto seguiti da Tutor che sono giovani studenti universitari, possono confrontarsi con insegnanti che sono più vicini a loro per età e spirito generazionale o coi quali comunque possono rapportarsi in modo diverso rispetto agli insegnanti che normalmente hanno in classe.

Se questi studenti non hanno la capacità di leggere e scrivere fluentemente, di sicuro hanno altre potenzialità che forse loro stessi ignorano, ma che possono rappresentare le chiavi per migliori opportunità per il futuro, anche lavorativo. La grande paura dello stigma che spesso nutrono gli adolescenti con DSA (e le loro famiglie) può essere gestita attraverso la mediazione dei tutor cui spetta anche il compito di far capire loro che quella diversità non è una minorazione né rappresenta un’ ipotetica normalità mancata. Difatti, con le nuove tecnologie e tecniche le scuole e le famiglie possono disporre di supporti potentissimi adatti a didattiche specifiche per ogni singolo alunno.

IL CSI:

Il Centro Servizi Integrazione (CSI) è un progetto interistituzionale, nato nel 1996 dall’esperienza dei Centri Documentazione Handicap presenti in tutte le province della regione Emilia Romagna e promosso da Provincia di Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna – Ufficio XVI – Ambito Territoriale per la Provincia di Reggio Emilia, Azienda USL di Reggio Emilia. Dall’anno 2013, in base alla convenzione REF. N. 58801/2012, viene gestito all’Associazione DarVoce di Reggio Emilia.

Il progetto CSI si differenzia organizzativamente dalle realtà omologhe presenti nei territori regionali limitrofi per il suo carattere di interistituzionalità, dovuto alla presenza di enti firmatari della convenzione, operatività in ambito provinciale, requisito che consente al CSI di occuparsi in modo territorialmente più ampio delle tematiche relative alla disabilità, competenza degli interventi formativi a sostegno dei bisogni didattici emergenti sulla disabilità degli studenti.