CarabinieriFacendo credere di essere intenzionato a vendere la sua Opel Zaffira 1.9. CDTI ha pubblicato un annuncio su un noto sito internet che tratta la compravendita di automobili riuscendo a “piazzare” l’auto al prezzo di 3.500 euro ad un operaio 35enne di Bibbiano che tuttavia, dopo aver pagato la caparra per bloccare la vendita e l’intero importo per il passaggio di proprietà (mai avvenuto), non si è visto consegnare l’auto in quanto il furbastro inserzionista incassato il danaro ha bidonato l’acquirente non presentandosi all’appuntamento e rendendosi inoltre irreperibile. Per questo i carabinieri della Stazione di Bibbiano, a cui l’operaio reggiano su consiglio di un dipendente delle poste dove si era recato per fare l’ennesimo versamento ha sporto denuncia, a conclusione di mirate indagini telematiche, hanno denunciato per truffa alla Procura reggiana un 30enne bergamasco, che non è nuovo a tali espedienti come peraltro rivelato dai suoi precedenti di polizia.

Le indagini sono partite a seguito della denuncia presentata da un operaio 35enne di Bibbiano, che rispondendo ad un annuncio su un noto sito internet credeva di aver acquistato un’Opel Zaffira pattuendo l’importo di 3.500 euro. Dopo aver versato una caparra pari a 100 euro e concordato di incontrarsi a Parma per la consegna, l’uomo nuovamente contattato dal truffatore versava ulteriori 500 euro per il passaggio di proprietà. Dopo aver bucato l’incontro il truffatore contattava nuovamente l’acquirente chiedendo un ulteriore versamento di 200 euro per la consegna. L’operaio recatosi alle poste e confidato il calvario a un dipendente su consiglio di quest’ultimo si presentava ai Carabinieri di Bibbiano che lo informavano dei motivi della mancata consegna dell’auto. Era finito nelle mani di un abile truffatore che, come poi rivelato dalle indagini dei Carabinieri di Bibbiano non era nuovo a tali condotte. A questo punto materializzato di essere rimasto vittima di una truffa l’uomo sporgeva denuncia. Dopo una serie di riscontri tra il numero di telefono con cui aveva mantenuto i contatti, l’IP del computer utilizzato per l’annuncio trappola e la postepay dove erano stati versati i soldi i Carabinieri risalivano all’odierno indagato che veniva denunciato.