sociale-maniI dati diffusi dal comune di Modena la scorsa settimana sull’aumento del 25% degli accessi ai servizi sociali evidenziano un fenomeno reale: quello del crescente aumento della povertà dei modenesi e delle disuguaglianze che Cgil-Cisl-Uil non smettono di denunciare da tempo.
Questo fenomeno, che mette a rischio la coesione sociale di tutta la nostra Comunità, si è aggravato anche a causa di alcuni fattori, il venir meno del Fondo affitti nazionale e il ritardo sulla partenza degli strumenti nazionale e regionale di contrasto alla povertà (Sia e Res), ovvero borse lavoro, social card, reddito di inclusione sociale.
Questi fenomeni hanno determinato infatti nel 2016 un forte ammanco di risorse a sostegno delle famiglie fragili.

E’ importante, quindi, che tali strumenti di contrasto alla povertà partano con celerità e si rafforzi anche da parte dei comuni la spesa a sostegno delle nuove povertà a partire dai prossimi assestamenti del bilancio 2016.
L’insieme degli strumenti nazionali, regionali e comunali deve poter fornire ai cittadini quel giusto mix di contributi economici e servizi sociali che possano sostenere le persone in difficoltà ed aiutarle ad uscire da una situazione di sofferenza e di esclusione sociale.
Cgil-Cisl-Uil osservano e segnalano da tempo, anche attraverso la presenza nei luoghi di lavoro e tramite i servizi a domanda individuale, che la povertà è diventata non solo economica, ma anche relazionale.

C’è poi un ulteriore aspetto da sottolineare: spesso chi è in difficoltà un lavoro ce l’ha.
La crisi ha prodotto un arretramento degli occupati, ma anche coloro che in qualche maniera risultano occupati, spesso non riescono ad arrivare a fine mese.
Frequentemente l’occupazione è precaria e copre poche ore settimanali come rileva il boom dell’uso dei voucher che vengono utilizzati per retribuire un lavoro povero e al limite del lavoro nero.
Capita, infatti, che si abusa nell’utilizzo di questo strumento per dare una copertura di regolarità al lavoratore, ma che vengano retribuite molte meno ore di quelle effettivamente effettuate, o comunque per un valore orario molto inferiore a quello che spetterebbe contrattualmente.

Non a caso, inoltre, il dato delle ispezioni degli organi preposti hanno evidenziato l’aumento delle irregolarità rilevate nelle aziende, ponendo Modena al secondo posto in regione nella ben triste classifica delle irregolarità accertate e col 52% delle aziende visitate che sono risultate irregolari nel 2015. Questi dati evidenziano sia fenomeni di lavoro nero che di caporalato che di irregolarità in tema di sicurezza.
In linea anche con i contenuti del Patto per la Crescita che abbiamo firmato a Modena è necessario  quindi un ulteriore sforzo congiunto di tutta la società e le istituzioni perché il tema delle disuguaglianze e del lavoro vengano davvero messi al centro delle scelte politiche.

(Tamara Calzolari, Cgil Modena  – Andrea Sirianni, Cisl Emilia Centrale  – Luigi Tollari, Uil Modena e Reggio Emilia)