studenti-laureatiUnimore si conferma strumento efficace contro disoccupazione che affligge i giovani italiani nella fascia di età 25-34 anni, oscillante oltre il 36,0%. Infatti, la percentuale dei laureati di tutti le tipologie di corso di studio, usciti dall’Unimore nel 2014, intervistati ad un anno dal conseguimento del titolo di studio, che l’anno scorso si trovavano ancora senza lavoro – pur cercandolo – era in media del 13,2%.

Questo quanto attesta il “XVIII Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani”, che ha fotografato le performance che hanno sul mercato del lavoro i laureati triennali, magistrali e magistrali a ciclo unico di 71 università aderenti.

Il ridotto tasso di disoccupazione, maturato per i laureati Unimore in un contesto avverso anche per il mondo universitario, nonostante il “timido emergere – è scritto nel Rapporto AlmaLaurea – nel corso del 2015 di alcuni segnali di ripresa del mercato del lavoro, in particolare tra i neolaureati cala la disoccupazione e aumentano la stabilità lavorativa, le retribuzioni e l’efficacia del titolo di studio”, trova la sua esaltazione nel confronto con la situazione nazionale e regionale, che contano purtroppo una più folta schiera di senza lavoro: 23,4% la media nazionale dei laureati disoccupati a un anno (+ 10,2% rispetto a Unimore), mentre in ambito regionale è del 18,8%  per Bologna (+ 5,6% su Unimore), 18,9% per Ferrara (+ 5,7% su Unimore) e 18,4% per Parma (+ 5,2% su Unimore).

Altrettanto soddisfacente la situazione generale per i laureati Unimore del 2014 sotto il profilo del guadagno, poiché risulta che percepiscano retribuzioni medie mensili di 130,00 euro superiori alla media nazionale: 1.151,00 euro contro i 1.021,00 euro di un giovane laureato italiano nel corso del primo anno di lavoro. Molto a distanza anche le retribuzioni dei laureati degli altri atenei dell’Emilia Romagna: Bologna 1.017,00 euro/mese, Ferrara 1.066,00 euro/mese, Parma 1.058,00 euro/mese.

Per i laureati Unimore c’è stata una conferma complessiva del dato riguardante gli sbocchi lavorativi, ma un significativo miglioramento nella busta paga che aumenta di + 94,00 euro mensili: in termini assoluti si passa da 1.057,00 euro/mese nel 2014 a 1.151,00 attuali.

Altro elemento di conforto per i laureati Unimore è che – secondo l’analisi AlmaLaurea – si va riducendo la precarietà lavorativa: i laureati con una occupazione stabile passano da 28,1% nel 2014 al 33,9% nel 2015. E così, pure, la quota di chi lavora senza contratto, un fenomeno ancora troppo diffuso e che non fa premio della qualità della preparazione dei laureati, scende dal 5,6% nel 2014 al 4,7% nel 2015. A livello nazionale questo abuso investe l’8,8% degli occupati, e a livello regionale riguarda ancora il 7,6% dei laureati di Bologna, il 5,8% di quelli di Parma ed il 6,1% di quelli di Ferrara.

“Questi dati – commenta il Rettore Unimore prof. Angelo O. Andrisano – sono la risultante di una serie di azioni efficaci e ponderate che il nostro Ateneo ha messo in campo in questi ultimi anni. Si è agito su più fronti: migliorando le attività di orientamento in ingresso per avere studenti più motivati; intensificando le attività di placement, attraverso un efficace accompagnamento al lavoro tramite l’incremento di tirocini e stages formativi; rimodulando i corsi di studio grazie all’istituzione di tavoli di consultazione che vedono presenti anche le realtà economico-produttive del territorio e, infine, facendo della qualità il nostro obiettivo, come ci ha riconosciuto con l’accreditamento dei corsi la stessa Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (Anvur). Tutto ciò ci ha consentito di configurare un’offerta formativa ritagliata su esigenze reali e opportunità concrete”.

1.1 L’universo Unimore indagato: coinvolti nell’indagine tutti i laureati, non un campione statistico, e questo aumenta l’attendibilità dei risultati.

L’indagine ha riguardato complessivamente 6.680 laureati Unimore, 3.677 dei quali proclamati nel 2014. Più nello specifico sono stati coinvolti 2.080 laureati triennali con tassi di risposta dell’82,8% (1.722 risposte), 416 laureati di corsi a ciclo unico con tassi di risposta dell’83,7% (348 risposte), 1.054 laureati magistrali biennali con tassi di risposta dell’84,6% (892 risposte) e 127 laureati di Scienze della Formazione Primaria (vecchio ordinamento quadriennale) con tassi risposta dell’88,2%. Gli altri appartengono a coorti dei laureati magistrali, magistrali a ciclo unico e Scienze della Formazione Primaria del 2012 (1.519 laureati con risposte pari al 76,3%) e del 2010 (1.484 con risposte pari al 74,9%).

L’estensione della platea intervistata e la percentuale di risposte rendono assolutamente attendibili questi dati e in grado, dunque, di fornire una fotografia precisa e puntuale della situazione, poiché condotta non su un campione statistico, ma allargata all’intero universo delle coorti di laureati interessati.

 

1.2 Laureati primo livello (triennali): migliorano le prospettive occupazionali ed anche le condizioni di lavoro con un bel progresso sul piano retributivo, che vede i laureati Unimore quarti nella graduatoria nazionale tra gli atenei generalisti con oltre mille laureati con 1.060,00 euro/mese.

Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali Unimore – in base alla definizione ISTAT di forza lavoro (persone che dichiarano di svolgere una attività lavorativa retribuita) – è pari al 53,0% (più basso rispetto al 2014 che raggiungeva il 57,1%), un valore però di gran lunga superiore alla media nazionale (42,6%) e anche a quello degli altri Atenei dell’Emilia Romagna (Bologna 44,8%, Ferrara 47,8% e Parma 45,2%).

In Italia tra gli atenei generalisti con più di mille laureati triennali solo 7 realtà fanno meglio di Unimore: Insubria, Verona, Brescia, Piemonte Orientale, Milano Bicocca, Statale Milano e Torino.

I disoccupati (def. ISTAT) sono il 14,2% (16,0% nel 2014), soglia decisamente inferiore sia alla situazione nazionale (25,3%) sia a quella regionale (Bologna 19,5%, Ferrara 22,3% e Parma 18,1%). L’attesa per il primo lavoro dal momento in cui il neolaureato Unimore avvia la ricerca è di 2,9 mesi (3,4 la media nazionale).

Il lavoro stabile, ovvero contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo (lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.), caratterizza – a un anno dalla laurea – i rapporti di lavoro del 33,6% dei laureati occupati (27,5% nel 2014), un valore inferiore (- 2,4%) alla media nazionale (36,0%). I restanti occupati sono legati da forme di lavoro precario o determinato, ma permane – anche se in evidente diminuzione (- 1,7%) – una quota (7,4%) di laureati senza contratto. Nazionalmente, invece, la quota di laureati triennali occupati senza contratto è ancora oggi dell’11,4%.

Il guadagno percepito dai laureati triennali Unimore è risalito di + 106,00 euro/mese ed è in media di 1.060,00 euro mensili netti (954,00 nel 2014), compenso che si colloca al di sopra (+ 129,00 euro) della media nazionale, ferma a 931,00 euro/mese. In regione Emilia Romagna i coetanei di Bologna, Ferrara e Parma devono accontentarsi rispettivamente di 943,00 euro, 988,00 euro e 925,00 euro.

In una classifica nazionale che tiene conto dell’importo della retribuzione mensile netta percepita dai laureati triennali delle università generaliste con più di mille laureati, considerate da AlmaLaurea, Unimore si piazza al quarto gradino, dietro Piemonte Orientale, Insubria e Brescia.

Accentuata la differenza di retribuzione per genere: se per gli uomini il salario medio mensile è di 1.290,00 euro (1.047,00 euro quella nazionale) per una donna è di 963,00 euro (857,00 euro la media nazionale)

 

1.2 bis Laureati primo livello Unimore – disaggregazione per Dipartimenti: contenuta disoccupazione per ingegneri ed economisti, ma il massimo della occupazione è raggiunto dai fisioterapisti (94,7%) e, in generale, dai laureati nelle professioni sanitarie che vantano anche le migliori retribuzioni iniziali.

Approfondendo l’analisi a livello dei singoli Dipartimenti emerge che, sempre per quanto riguarda i corsi di studio di primo livello, si passa da un tasso di disoccupazione molto basso per i laureati del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria – DISMI di Reggio E.  (7,7%), per quello di Economia Marco Biagi (9,9%) di Modena e per Ingegneria “Enzo Ferrari” – DIEF (10,2%) di Modena a picchi del 45,7% per i laureati in Ostetricia e Tecniche di Radiologia medica. Mentre a livello di occupazione le performance più alte sono conseguite dai laureati di Fisioterapia (94,7%) di Reggio E., seguiti da quelli di Logopedia, Dietistica, Infermieristica Modena, Tecniche di riabilitazione psichiatrica, Tecniche di laboratorio biomedico e Terapia occupazionale (80,1%). Per quanto riguarda i guadagni la vetta è raggiunta dai laureati di Igiene dentale di Modena, Infermieristica Reggio E. e Tecniche di Fisiopatologia cardiocircolatoria di Modena con 1.334,00 euro/mese, che si pongono davanti ai laureati del DISMI di Reggio E. (1.220,00), del Dipartimento di Comunicazione ed Economia di Reggio E. e del Dipartimento di Scienze Fisiche Informatiche e Matematiche – FIM di Modena che percepiscono 1.210,00 euro/mese.

 

1.3 Laureati magistrali (biennali): per questo tipo di laureati, i più apprezzati dal mercato del lavoro, i dati Unimore evidenziano la migliore performance occupazionale in Italia tra gli atenei generalisti con più di mille laureati. Anche in questo caso migliorano sia i guadagni (+ 73,00 euro/mese) che le condizioni di lavoro (+ 7,3% ha un lavoro stabile).

Decisamente soddisfacenti le possibilità di assorbimento nel mercato del lavoro per i laureati Unimore di secondo livello, che hanno completato dunque il ciclo formativo del 3+2. I laureati magistrali (biennali) del 2014 che, nel 2015, risultavano per loro ammissione occupati corrispondono all’83,3%, valore nettamente più performante di quello nazionale (69,2%). Tra gli atenei con un numero di laureati superiore a mille/anno in Italia solo Torino Politecnico (84,6%) può vantare livelli di occupabilità migliori di Unimore, che comunque è prima tra gli atenei generalisti. In Regione Emilia Romagna, Bologna ha un indice di occupati del 72,9%, Ferrara del 77,4% e Parma del 73,5%. A conferma delle tante opportunità riservate a questi giovani neolaureati Unimore, che hanno acquisito un’apprezzata e solida preparazione professionale, basta guardare l’indice di disoccupazione (def. ISTAT) che, in questo caso, si ferma all’11,3%. Rapido anche l’inserimento nel mondo del lavoro che contempla tempi di attesa di 3,0 mesi.

I dati sulla disoccupazione dei laureati Unimore per questo tipo di lauree sono ancora più incoraggianti se raffrontati alla situazione nazionale e regionale: nazionalmente per questo tipo di laureati l’indice di disoccupazione è del 21,4%, mentre in Emilia Romagna i dati relativi agli altri Atenei indicano per Bologna un tasso del 18,2%, per Ferrara del 16,0% e per Parma del 18,7%.

L’apprezzamento del mercato del lavoro per questi laureati, che per il 35,1% sono legati da un lavoro stabile (nazionalmente il dato è del 36,1%), parametro migliore (+ 7,3%) di quello dell’anno precedente (27,8%), è altresì attestato dal contenuto numero di senza contratto, che corrisponde all’1,3% (era dell’1,5% nel 2014), molto minore dell’estensione nazionale di questo fenomeno (5,8% la media in Italia). In Emilia Romagna i laureati di Bologna con lavoro stabile costituiscono il 27,0%, quelli di Ferrara il 38,0% e quelli di Parma il 33,9%.

Anche sul piano della soddisfazione economica l’impegno dei laureati magistrali Unimore è ripagato da un guadagno medio mensile di 1.265,00 euro (1.192,00 nel 2014). Questa media, tuttavia, resta iniquamente differenziata tra laureati maschi (1.312,00 euro) e laureate femmine (1.100,00 euro) e denota che si va allargando la forbice di genere: da 136,00 euro nel 2014 a 212,00 euro attuali.

Decisamente più basso il reddito medio nazionale percepito dai colleghi con lo stesso livello formativo che si fermano a 1.116,00 euro/mese (1.045,00 nel 2014), mentre in ambito regionale per i laureati bolognesi la soglia è a 1.100,00 euro/mese, per quelli ferraresi a 1.182,00 euro/mese e per i parmensi a 1.156,00 euro/mese.

 

1.3 bis Laureati magistrali Unimore – disaggregazione per Dipartimenti: facile occupazione per laureati specialistici di Scienze infermieristiche e ostetriche, per ingegneri e laureati in Scienze Fisiche Informatiche e Matematiche con lauti compensi che superano i 1.350,00 euro/mese già nel primo anno di lavoro.

Anche in questo caso i valori medi non rendono giustizia di una realtà che è composita e molto differente tra un percorso di studio ed un altro. Per quanto riguarda i livelli di disoccupazione la performance migliore va ai laureati di Scienze infermieristiche ed ostetriche di Reggio E., del DISMI  di Reggio E. e del FIM di Modena, per i quali il fenomeno è sconosciuto (0,0 disoccupazione), seguiti da quelli del DIEF con 4,7%. Più faticoso l’inserimento nel mondo del lavoro per i laureati del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche di Modena col 27,3% di inoccupati e del Dipartimento di Scienze della vita di Modena, che ha tassi di disoccupazione a un anno del 24,6%. I più favoriti per quanto riguarda il lavoro – come ovvio – sono i laureati di Scienze infermieristiche ed ostetriche, del DISMI di Reggio E. e del FIM di Modena che raggiungo la saturazione col 100% di occupati, seguiti da vicino dai laureati del DIEF di Modena col 92,1% e del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane di Reggio E. col 90%. I guadagni sono direttamente proporzionali alla richiesta che viene dal mercato del lavoro con i laureati di Scienze infermieristiche ed ostetriche di Reggio E., i più ricercati, che percepiscono mediamente 1.588,00 euro/mese, tallonati a ruota dai laureati magistrali del FIM di Modena che arrivano a 1.528,00 euro/mese, precedendo i colleghi del DISMI di Reggio E. con 1.462,00 euro/mese e del DIEF di Modena con 1390,00 euro/mese.

L’inserimento nel mondo del lavoro, ossia il tempo di attesa del primo impiego, è inversamente proporzionale alla retribuzione: maggiore è il compenso minore la durata della ricerca. E così l’attesa è 0 mesi per Scienze infermieristiche ed ostetriche di Reggio E., poco più di un mese per i laureati FIM di Modena e di due mesi per gli ingegneri di Modena e Reggio Emilia.

La maggiore stabilità è raggiunta, invece, oltre che dai laureati di Scienze infermieristiche ed ostetriche di Reggio E. (100,0%), dai colleghi del Dipartimento di Comunicazione ed Economia di Reggio E. (45,2%) e di Educazione e Scienze Umane di Reggio E. (44,0%).

“Unimore – sostiene il prof. Marco Sola, Delegato del Rettore per la Didattica – conferma e consolida l’ottimo posizionamento in sede nazionale e il primato in regione relativamente agli sbocchi occupazionali dei laureati nelle varie tipologie di corsi di studio, con risultati di vertice nel medio periodo. Questi risultati premiano l’aumentato impegno dell’Ateneo nella progettazione, conduzione, monitoraggio e revisione della didattica erogata dai corsi di studio (legata strettamente alla ricerca) in stretta connessione con le realtà produttive e di erogazione di servizi del territorio. Tale impegno ha giocato un ruolo importante nel recente brillante conseguimento dell’accreditamento ministeriale e costituisce ormai un tratto distintivo dell’ateneo. Unimore riconosce infatti nella spendibilità nel mercato del lavoro l’obiettivo primario dell’alta formazione impartita ai propri laureati”.

 

1.4 Laureati magistrali ciclo unico Unimore (medici, farmacisti, CTF e avvocati): ottime prospettive occupazionali e retributive soprattutto per medici, farmacisti e laureati in CTF, ma pesano anche in queste professioni profonde differenze di genere.

Si tratta di universi professionali nel caso di questi titoli di studio molto diversi ed una lettura attenta impone di disaggregare queste classi di laurea che hanno indici performanti molto differenti.

Il tasso di occupazione a un anno dalla laurea per i medici è del 64,2%, anche se a questo riguardo occorre sottolineare che una consistente fetta prosegue la propria formazione con corsi e scuole di specialità. Molto più elevato, però, l’assorbimento da parte del mercato del lavoro per farmacisti e CTF, dove si raggiunge un tasso di occupazione del 72,9%. Una percentuale che scava un abisso con i colleghi avvocati: solo poco più della metà di loro (50,4%) vede dopo la laurea la prospettiva di un posto di lavoro entro i primi 12 mesi, ciò anche per il lungo praticantato che devono affrontare dopo il conseguimento del titolo di studio.

Le differenti prospettive occupazionali a un anno trovano riflesso nelle caratteristiche del lavoro svolto da questi professionisti, per i quali la stabilità è principalmente riservata ai medici (67,2%), mentre tra gli avvocati scende al 25,0% e tra farmacisti e CTF al 16,4%.

Quanto alla parte retributiva il gap tra questi professionisti, almeno nel primo anno di attività, è molto marcata: si va dai 1.305,00 euro/mensili per farmacisti e CTF, ai 1.255,00 euro/mensili dei medici con accentuate differenze per quanto riguarda gli uomini (1.453,00 euro/mensili) e le donne (1.019,00 euro/mensili), per scendere fino ai 795,00 euro/mensili degli avvocati, dove anche qui il gap di genere fa sentire il suo peso: maschi (950,00 euro/mensili) e donne (629,00 euro/mensili).

 

1.5 Scienze della Formazione primaria: buone anche nell’immediato le prospettive occupazionali per queste insegnanti, dove però appena una su quattro ha un lavoro stabile. Economicamente è uno dei lavori affidati a donne che nel breve periodo è meglio retribuito.

Discorso a parte meritano i laureati, o meglio le laureate (oltre il 97,6%) in Scienze della Formazione primaria, che hanno seguito un percorso di studi ancora vecchio ordinamento di durata quadriennale e a numero chiuso, che ha caratteristiche simili alle magistrali a ciclo unico. Il tasso di disoccupazione per loro è molto basso, appena il 5,5%, migliore della media nazionale, anche in questo caso piuttosto bassa (7,0%). Conseguentemente è alto il grado di assorbimento nel mondo del lavoro per queste figure di insegnanti, dove si raggiunge il 92,9% di occupazione. Nonostante ciò solo il 24,3% gode di un lavoro stabile. Per la maggior parte (68,0%) sono impiegate nell’ambito pubblico, ma c’è una quota non irrilevante di un quarto circa (27,2%) che ha trovato lavoro nel privato. Ridottissima l’irregolarità, poiché solo l’1,0% di loro dopo dodici mesi dalla laurea dichiara di non avere un contratto. Dal punto di vista stipendiale il salario medio percepito è per questi laureati di 1.082,00 euro.

“Esprimo grande soddisfazione per i risultati occupazionali messi in luce dal XVII Rapporto Almalaurea che vedono i laureati del nostro Ateneo non solo confermarsi nelle prime posizioni nazionali e regionali ma anche migliorare in molti dei parametri considerati rispetto alla rilevazione dello scorso anno. Per quanto riguarda la sede reggiana – ha affermato il Pro Rettore prof. Riccardo Ferretti – , tasso di occupazione, tasso di disoccupazione, tempo di ingresso nel mondo del lavoro tendono ad essere superiori, in positivo, ai valori medi di Ateneo sia per i laureati di primo livello, che per quelli di secondo livello, a testimonianza di un’offerta formativa, di una didattica e di un raccordo col mondo produttivo e istituzionale di buona efficacia, grazie all’impegno del personale docente e tecnico-amministrativo e al costante dialogo con le istituzioni e le imprese reggiane”.

 

1.6 Tendenze del mercato del lavoro nel medio periodo: a cinque anni dal titolo la disoccupazione scende a livelli fisiologici (4,3%) ed i guadagni salgono fino a raggiungere mediamente per i laureati Unimore i 1.506,00 euro, un livello superato in Italia solo dai colleghi del Politecnico di Torino, ma tra gli atenei generalisti nessuno fa meglio. Ma già a tre anni il titolo di laurea Unimore facilita sia per quanto riguarda il lavoro che il guadagno.

In generale le crescenti difficoltà occupazionali incontrate dai giovani, neo-laureati compresi, negli ultimi anni si sono inevitabilmente riversate anche sui laureati di più lunga data, anche se occorre sottolineare che, col trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le performance occupazionali e retributive migliorano.

 

A tre anni

Il 90,5% dei laureati magistrali biennali Unimore del 2012 è occupato (81,5% la media nazionale), un valore che vale per l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia il terzo gradino di una classifica che tiene conto esclusivamente delle università con più di mille laureati: primo Politecnico Torino e secondo Milano Bicocca. Il tasso di disoccupazione è pari al 6,5%.

Gli occupati stabili sono il 52%. Le retribuzioni arrivano a 1.389,00 euro mensili netti, una soglia superata in Italia tra le università con più di mille laureati solo dai colleghi del Politecnico di Torino (1.511,00 euro/mese), ma i laureati Unimore sono primi se il confronto è fatto solo tra gli atenei generalisti.

Ma dove vanno a lavorare? L’87% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 10% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (3%). L’ambito dei servizi assorbe il 57%, mentre l’industria accoglie il 40% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

 

A cinque anni

Il 92,5% dei laureati magistrali biennali Unimore del 2010 lavora, ed è in assoluto il più alto indice di occupazione tra i laureati italiani. Il tasso di disoccupazione è a livelli assolutamente fisiologici pari al 4,3%.

Gli occupati stabili sono il 74%. Le retribuzioni arrivano a 1.506,00 euro mensili netti, traguardo superato, anche in questo caso, solo dai colleghi del Politecnico di Torino per quanto riguarda le università con più di mille laureati, traguardo che conferma il primo posto tra gli atenei generalisti.

Ma dove vanno a lavorare? L’88% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre l’11% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (2%). L’ambito dei servizi assorbe il 61%, mentre l’industria accoglie il 38% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.