Il 30 giugno 2016 si è conclusa, a livello nazionale, la prima fase della raccolta firme a sostegno dei tre quesiti referendari promossi dalla Cgil, che accompagnano la proposta di legge di iniziativa popolare della “Carta dei diritti universali del lavoro”. In meno di tre mesi – la campagna ha preso il via il 9 aprile scorso – la Cgil Emilia Romagna ha raccolto 213.000 firme per ognuno dei tre referendum concernenti la cancellazione del lavoro accessorio (voucher), il ripristino della responsabilità solidale in tema di appalti e l’obbligo di reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, per un totale di 639.333 firme.
Si tratta di “un fatto di massa straordinario, un esercizio di democrazia diretta” come rivendica con orgoglio il segretario generale della Cgil regionale Vincenzo Colla, in quanto “siamo la prima regione in tutta Italia per numero di firme raccolte”. Va ribadito, in effetti, come dei tre milioni e trecento mila firme depositate in Corte di Cassazione, quasi il 20% provenga proprio dall’Emilia Romagna. Un risultato eccezionale raggiunto dalla Cgil nazionale e da tutta l’organizzazione che, come dichiarato dal segretario generale Susanna Camusso, “testimonia il consenso che le proposte della Cgil incontrano nel Paese”.
In Emilia Romagna si è registrata “una adesione consapevole e chiara, un consenso dal basso verso l’alto alle nostre proposte da parte di persone di ogni età e ceto sociale” spiega Colla, frutto dello straordinario “impegno di militanza dei delegati, delle leghe dei pensionati, di tutto il gruppo dirigente di questa regione”.
Anche le adesioni alla proposta di legge di iniziativa popolare per la “Carta dei diritti universali del lavoro” che si concluderà il 30 settembre, fa segnare – a fine giugno – un dato eccezionale: circa 220mila firme raccolte in regione, che sommate alle oltre 600mila già depositate dei tre referendum, fa annunciare al segretario generale della Cgil regionale “vogliamo arrivare all’obiettivo di un milione di firme alla fine di settembre”. E, prosegue Colla, “abbiamo già in progetto una miriade di eventi pubblici, coinvolgeremo le istituzioni, le forze sociali e politiche, la cittadinanza perché il tema del lavoro è la priorità e i provvedimenti del governo portano alla precarietà di massa, con il sistema universale di welfare sempre più a rischio”. Come Cgil, conclude Colla, “continueremo a dare il nostro contributo alla tenuta della coesione sociale nei nostri territori e nel Paese, con i nostri banchetti noi nelle periferie ci siamo andati davvero”.