firma-documentoAl via il percorso verso il Contratto di fiume della Chiusa di Casalecchio e dei canali bolognesi. Questa mattina, a Casalecchio, è stato sottoscritto il Documento di intenti che rappresenta il primo passo del percorso verso una gestione del fiume capace di integrare le azioni di mitigazione del rischio idraulico e l’equo utilizzo delle risorse idriche con la tutela paesaggistica, la valorizzazione ecologica, ambientale e fruitiva del sistema fluviale, contribuendo allo sviluppo economico sostenibile.

Previsto dal Piano distrettuale di gestione delle acque dell’Autorità di bacino del Po e disciplinato dal testo di legge sul Collegato ambientale, il Contratto è uno strumento integrato per coordinare tutte le aspettative ambientali e di crescita sostenibile connesse al bacino del fiume. Molteplici le finalità previste: sicurezza idraulica, prevenzione del dissesto idrogeologico, tutela del paesaggio e della risorsa idrica, salvaguardia dell’agricoltura, sostegno delle attività turistiche, sportive, ricreative e culturali che dal fiume possono trarre vita e occasione di sviluppo.

“Quello di oggi è il quarto Contratto di fiume che prende avvio in Emilia-Romagna, la prima esperienza in regione – seconda in Italia solo al Tevere – che interessa prettamente un ambito urbano, ossia il tratto bolognese del Reno, e canali artificiali”, spiega l’assessore all’Ambiente, Paola Gazzolo. “Anche a fronte dei processi di cambiamento climatico in atto, diventa importante definire le modalità di utilizzo della risorsa idrica attraverso un processo partecipativo basato sul coinvolgimento delle comunità locali, alle quali sarà attribuito un ruolo centrale nell’individuazione e nell’attuazione delle azioni da mettere in campo”.

Tutti i portatori locali di interesse – enti pubblici, associazioni ambientaliste, agricoltori, imprenditori, turisti, sportivi e semplici cittadini – potranno dare il proprio contributo di idee, conoscenze ed esperienze per giungere ad un’alleanza in grado di favorire la migliore gestione possibile del fiume e dello sviluppo territoriale. “La partecipazione – conclude Gazzolo – rappresenta l’anima delle scelte di gestione territoriale per il futuro: solo così i cittadini possono diventare protagonisti attivi delle decisioni e attori determinanti per costruire, assieme alle istituzioni, il futuro del Reno”.