supermercato_2Numero degli occupati che non cala, ma nemmeno cresce nel secondo trimestre 2016, imprese che ‘navigano a vista’ e imprenditori con qualche timore in più verso il futuro. È questo il dato che affiora dal monitoraggio periodico sull’occupazione nel territorio, condotto dall’osservatorio di Confesercenti Modena, tra le piccole e medie imprese modenesi del commercio, dei servizi e del turismo. Tra le oltre 1300 attività imprenditoriali, messe sotto la lente nel periodo aprile-giugno 2016, emerge infatti una sostanziale stabilità del numero degli occupati. Nel dato medio però ad evidenziarsi è una diminuzione dei contratti a tempo indeterminato che viene comunque bilanciata dall’incremento di quelli a tempo determinato. “La causa di questo andamento – fa sapere Confesercenti Modena – va sicuramente ricercata nel taglio degli sgravi contributivi in vigore dal primo gennaio 2016, ma anche nel clima di forte incertezza sulle prospettive della nostra economia. Nonché nei segnali sempre più evidenti che la flebile ripresa registrata nei mesi scorsi, sia  sempre più in fase di rallentamento, come peraltro indicato anche da previsioni della Banca d’Italia e del FMI”.

 

L’ANDAMENTO DEI DIVERSI SETTORI

Vendita al minuto di prodotti alimentari. E’ quello in cui la sofferenza occupazionale risulta maggiore: -2,8%, il saldo tra attivazioni e cessazioni nel secondo trimestre. Si conferma in questo modo una tendenza che evidenzia quanto le MPMI della vendita al minuto di generi alimentari, scontino ancora la persistente debolezza della domanda e la conseguente contrazione dei ricavi, come certificato anche dall’ISTAT.

Pubblici esercizi. Seppur di poco, il segno meno tra assunzioni e licenziamenti è presente anche in questo settore: -0,4%. Comparto che più di tutti denota la diminuzione dei contratti a tempo indeterminato e la crescita dei rapporti a tempo determinato. Ancora in aumento, anche se con una dinamica molto più contenuta rispetto al passato, l’utilizzo dei voucher: utili a quella flessibilità di cui necessita il lavoro svolto nei pubblici esercizi.

Commercio al minuto di prodotti extralimentari. stabilità occupazionale assoluta tra le imprese del minuto extralimentare: il saldo tra attivazioni e cessazioni nel secondo trimestre 2016 è pari a 0. Il settore, nel recente passato, ha registrato un marcato ridimensionamento degli occupati, mentre ora denota una scarsa movimentazione. È la dimostrazione di come questa tipologia di imprese, in fase di assestamento dopo anni di ricavi in forte calo, ancora stentino ad intravvedere una ripresa solida e persistente.

Commercio all’ingrosso. E’ l’unico ambito in cui il numero degli occupati cresce: +0,9% il saldo tra assunzioni e licenziamenti nel periodo aprile-giugno 2016. Le imprese dell’ingrosso, che registrano mediamente un aumento dei fatturati, sono in fase di adeguamento degli organici. Anche se prediligono stipulare contratti a tempo determinato, per conservare la necessaria flessibilità a fronte delle oggettive difficoltà nella programmazione a medio lungo termine.

 

“E’ fin troppo nitido l’effetto prodotto dai tagli delle agevolazioni contributive operate dalla Legge di Stabilità 2016 – che riduce in maniera significativa la decontribuzione sui nuovi contratti a tempo indeterminato –  e dalle persistenti difficoltà delle imprese (e non solo) nel leggere le prospettive della nostra economia – fa notare Confesercenti Modena –  Risulta sempre più urgente quindi uscire da questa fase di stagnazione che sussegue la lunga crisi iniziata nel 2008 e che ha portato ad un drastico calo dell’occupazione. C’è urgente necessità interventi strutturali, stabili e duraturi per creare le condizioni per una vera ripresa della domanda interna e dei consumi, attuando idonee politiche fiscali. Per rilanciare l’occupazione, anche nelle piccole e piccolissime imprese, non sono poi più rinviabili forti interventi per sostenere e stimolare l’erogazione del credito, in modo da incentivare gli investimenti e l’innovazione, leve fondamentali per creare occupazione stabile. Occorre infine sostenere le politiche della formazione, in particolare per i giovani, soggetti come certifica l’ISTAT, maggiormente in difficoltà a trovare occupazione”.