È stata forse tra le prime attività a rimettersi in moto nei giorni immediatamente dopo il sisma del 2012 il mercato settimanale di Mirandola. Anche se, per ovvi motivi di sicurezza, in un luogo diverso dal centro storico. Una reazione in quel momento drammatico doverosa, per riconquistare una parvenza di normalità. Oggi il mercato è nuovamente nel cuore della città di Pico; si tiene come da consuetudine il sabato in piazza Della Costituente, via Tabacchi, via Pico, piazza Conciliazione e parte di piazza Castello e gli operatori sono 160. Non mancano i problemi però, come hanno indicato gli ambulanti stessi, nell’indagine condotta da ANVA-Confesercenti Modena. Problemi sentiti e noti, tra i quali: i fatturati in calo, le prospettive sul futuro poco rosee, l’abusivismo, la sicurezza. Ma anche proposte per miglioralo. A partire dalla richiesta di un aumento dei controlli, del reinserimento delle tabelle merceologiche, di incrementare la qualità della merce in vendita, di riqualificarlo e renderlo meno dispersivo.

 

Il questionario. Una ventina le domande, che ANVA ha posto nell’aprile scorso – 159 i questionari distribuiti, 97 (61,01%) quelli consegnati compilati e in gran parte firmati – agli operatori del mercato settimanale di Mirandola. Tra le questioni: lavoro e ricavi, abusivismo, gestione, normative, clientela, sicurezza, affittanze, mercati domenicali, etc.. Con l’obiettivo di raccogliere in modo diretto pareri ed opinioni rispetto l’andamento generale e problemi da risolvere.

Mirandola: il calo del fatturato, le prospettive e l’aumento l’abusivismo. Non può definirsi positiva la situazione del mercato mirandolese stando al parere espresso dai commercianti ambulanti. La maggioranza degli intervistati (88,3%) parla di peggioramento nell’ultimo decennio, con vendite e fatturati in flessione. Ad influire, crisi e difficoltà economiche delle famiglie, il sisma e le sue conseguenze, la ripresa dei consumi poco avvertita. Fatto eccezione per un 17,7% di ambulanti (percentuale più alta dei mercati monitorati da ANVA, capoluogo compreso) che segnala un andamento degli affari comunque costante, negli anni compresi tra il 2013 e il 2015, il fatturato è risultato in calo per la maggioranza degli intervistati, col 33,% che ha segnalato flessioni anche del 30% e oltre. A peggiorare la situazione inoltre, avrebbero contribuito: l’abusivismo che influisce sull’attività dell’83,7% degli imprenditori intervistati e cresciuto negli ultimi 5 anni per il 75,8%; la possibilità di affittare i posteggi che per l’87% degli operatori monitorati ha significato un peggioramento della qualità dell’offerta, e la liberalizzazione delle tabelle merceologiche, bocciata da oltre il 73,4%. E poco rassicuranti sono poi le previsioni sul futuro: il 57,3% parla di ulteriore recrudescenza della situazione, anche se un 17,5% un andamento tutto sommato invariato.

I problemi, secondo gli ambulanti. Diversi quelli a cui occorre, secondo gli operatori, trovare soluzione. La sicurezza, come per altro emerso altrove, resta una questione da risolvere, per quasi il 60% dei venditori, seguita dai mercati domenicali e festivi, in città e nei comuni limitrofi. Per oltre il 73% degli ambulanti che hanno preso parte all’indagine, vengono definiti un problema, oltre al fatto che se ne tengono ormai troppi (lo ha detto il 62%). Ragione, per la quale il 90% degli intervistati ritiene sia necessaria una loro regolamentazione.

Gestione e rappresentanza. Anche a Mirandola gli imprenditori ritengono necessaria una maggior tutela e promozione della categoria degli ambulanti. Quindi, la necessità di avere al loro fianco e di essere rappresentati da un’Associazione imprenditoriale. È la maggioranza degli operatori ad esprimersi a tal senso: circa il 61% (fa da sé invece il 24,7%). Altri spunti interessanti affiorati, riguardano invece la gestione del mercato: il 58,5% si è espresso favorevole per il mantenimento della gestione dell’area mercatale da parte del Comune, mentre il 16% da parte di un consorzio formato da operatori.

Clientela e priorità di miglioramento. È un tipo di clientela abituale quella che frequenta principalmente il mercato di Mirandola. A sostenerlo, il 44,3%, la maggioranza degli intervistati, seguiti da un 38,1% che la definisce per metà abituale e metà occasionale. Tutti però non mancano di far notare (sono l’85,4% in questo caso), come in prevalenza si tratti di consumatori o famiglie residenti in città o nei comuni limitrofi. Per aumentare i frequentatori, gli acquirenti e la qualità, occorre per gli ambulanti sicuramente migliorare l’attività del mercato. Ed oltre alle questioni già citate vengono indicate anche altre priorità. Tra queste: il reinserimento delle tabelle merceologiche ed un mercato a merceologia esclusiva, qualificante per l’87,7% una maggior qualità della merce e dei prodotti (richiesta dal 40%), più parcheggi per i consumatori, maggiori controlli, posteggi operatori più ampi e maggior manutenzione dell’area compresa la riqualificazione. Ma anche: meno affittanze, più promozione, collocare in un’area apposita all’interno del mercato chi vende merce usata (sarebbe positivo per il 62,8%) e prevedere di ridurre le spese. Due infine le curiosità emerse nel corso del monitoraggio: la prima, che la metà degli ambulanti ritiene funzionale l’attuale collocazione dei posteggi nel mercato malgrado qualche difficoltà indotta dai cantieri per la ricostruzione, mentre l’altra metà afferma “Che possono essere introdotte delle migliorie”; la seconda, che un 19% tra le priorità indica anche una nuova collocazione per il mercato settimanale rispetto l’attuale.

 

“Le difficoltà e il calo di fatturato, unitamente ad altre problematiche, testimoniate dagli ambulanti, è l’ovvia conseguenza della minore capacità di spesa dovuta al combinarsi di crisi e conseguenze del sisma, che ha colpito i principali fruitori del mercato: famiglie ed anziani. La ricerca di prodotti a basso costo ha portato, come per altro evidenziato dalle risposte fornite dagli operatori medesimi del mercato settimanale mirandolese, ad una progressiva dequalificazione dell’offerta merceologica del mercato con conseguente perdita di attrattività dello stesso. Giusta e condivisibile quindi secondo Confesercenti Area Nord la richiesta che emerge dall’indagine svolta, e cioè di rafforzare i controlli su qualità e provenienza della merce esposta, il rispetto delle normative vigenti e il contrasto ad ogni forma di abusivismo”.