philip-morrisL’Emilia-Romagna che riparte puntando su competenze e innovazione e confermandosi sempre di più territorio che attrae investimenti. Oggi è stato inaugurato lo stabilimento di Crespellano della Philip Morris International, alle porte di Bologna, presente il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Un investimento complessivo di circa 500 milioni di euro fatto dalla multinazionale per produrre le “sigarette del futuro”, a potenziale basso rischio di salute e che da subito ha avuto importanti ricadute sul versante occupazionale. Le stime dell’azienda parlano infatti di circa 600 nuovi occupati quando la produzione sarà a regime e considerando sia l’impianto di Crespellano e il Training Center di Zola Predosa, anche questi di proprietà della multinazionale.

E sempre in tema di innovazione e produzioni all’avanguardia, di marchi globali con radici e tradizione in Emilia-Romagna, il presidente Renzi ha visitato anche Ducati, per l’inaugurazione del Museo della Casa di Borgo Panigale, e Lamborghini, entrambe del Gruppo Audi-Wolkswagen, esempi di altre due eccellenze e di gruppi internazionali che hanno puntato sulla nostra regione, nonché partner della Regione in progetti duali di formazione basati sull’alternanza scuola-lavoro e al centro della Motor Valley, la via Emilia dei motori che si sta affermando come brand nazionale e internazionale.

“E se grandi imprese, quasi tutte multinazionali, scelgono di fare qui investimenti che avrebbero potuto fare in altre parti d’Europa o del mondo è perché l’Emilia-Romagna è davvero una regione attraente dal punto di vista imprenditoriale, per il capitale umano, le infrastrutture e la velocità delle risposta sulle procedure. E alla straordinaria reattività delle imprese, corrisponde il nostro impegno come Regione a puntare sulle competenze e a sostenere gli investimenti proposti, favorendo  e accompagnando sviluppo, crescita e buona occupazione”, afferma il presidente Bonaccini.

lamborghini

L’Emilia-Romagna regione “attraente”

La capacità di attrazione dell’Emilia-Romagna si coniuga con il fare sistema rafforzato dal Patto per il lavoro, che la Regione ha siglato con sindacati, imprese, enti locali, università, banche, associazioni e no profit creando una rete impegnata su un solo obiettivo: sviluppo e occupazione, per disegnare attraverso il lavoro un nuovo modello di crescita e coesione sociale. I risultati parlano di un Pil regionale in crescita, di un tasso di occupazione al 68%, con 46mila posti di lavoro in più nei primi sei mesi del 2016, e della disoccupazione al 7,5 per cento dal 9% di inizio legislatura, diciannove mesi fa.

Solo nel 2016 le risorse messe in campo dalla Regione per sostenere le imprese e creare lavoro hanno toccato quasi 300 milioni di euro (di cui 31 milioni per la ricerca e l’innovazione, 17 per l’internazionalizzazione, 25 per l’attrattività, 60 per  la digitalizzazione, 73 per il credito e 65 per le politiche energetiche).

E grazie all’applicazione della legge regionale sull’attrattività, 17 aziende e grandi gruppi industriali sono pronti a realizzare investimenti complessivi in Emilia-Romagna per oltre 611 milioni di euro, facendo 1.200 nuove assunzioni, di cui oltre 400 ricercatori, oltre a far rientrare al lavoro 381 addetti in seguito ad azioni di riconversione industriale: progetti ai quali sono destinati dalla Regione quasi 67 milioni di euro. Tra i 17 progetti presentati col primo bando della legge 14/2014 figurano, tra gli altri, quelli di Lamborghini, Ducati Motor, Teko Telecom, Bosch Rexroth Oil Control, B.Braun Avitum Italy, Ima.
Gli investimenti in ricerca e formazione

Ma il principale incentivo a scegliere il territorio è stato l’investimento della Regione in competenze. Quella della Philip Morris, come altre scommesse di multinazionali in terra d’Emilia (il biomedicale tra Bologna e Modena su tutte), passa anche attraverso gli straordinari investimenti in ricerca e innovazione ma soprattutto dalla formazione che diviene in maniera esplicita uno strumento di politica industriale vero e proprio. Il tornare alla manifattura di elevata qualità è una delle strade per una crescita sostenibile nel tempo. Le politiche formative realizzata dalla Regione con le risorse europee rappresenta un vero e proprio strumento per la crescita e per ritrovare nelle proprie competenze manifatturiere la leva per un nuovo sviluppo.

E a supporto di questa strategia va letto il Protocollo d’intesa sottoscritto tra la Regione e Bosch, Gruppo internazionale di tecnologie e servizi  con l’obiettivo di favorire il passaggio dei giovani dalla scuola al mondo del lavoro, valorizzando le competenze acquisite sui banchi (e non solo) e promuovendo esperienze di alternanza tra periodi formativi e lavorativi. “Il nostro impegno – sottolinea il presidente Bonaccini-  è quello di associare formazione e innovazione a sviluppo e occupazione, per noi priorità assolute. Già nel Patto per il lavoro ci siamo impegnati a promuovere una maggiore integrazione tra i soggetti formativi e le imprese per intercettare e implementare nuove competenze. L’obiettivo è costruire un sistema che permetta ai ragazzi di entrare in azienda per andare a scuola di futuro, il loro futuro professionale».

Ma anche la nuova edizione, varata nella primavera scorsa, del percorso biennale di alternanza scuola-lavoro, il Progetto Dual Education System Italy (Desi II) siglato tra Regione, Ufficio scolastico regionale, Automobili Lamborghini e Ducati Motor Holding. Una intesa che consente una nuova progettualità che valorizza l’apprendimento in azienda e permetterà agli studenti degli Istituti Belluzzi-Fioravanti e Aldini-Valeriani di Bologna di vivere un’esperienza di alternanza tra scuola e lavoro altamente qualificata, e conseguire un diploma d’istruzione professionale.

Altri esempi sono  il sostegno al piano di sviluppo e crescita messo in campo da Cesab carrelli elevatori Spa (Ostellato di Ferrara) che fa parte di Tico, Toyota Industries Corporation, il Gruppo del marchio nipponico primo costruttore mondiale di carrelli elevatori. E ancora, il caso della Manifattura Berluti del Gruppo LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy) dove si è realizzato un progetto finanziato dalla Regione che ha consentito all’impresa di formare e di assumere personale con competenze altamente qualificate in grado di continuare la tradizione artigianale dell’azienda, nella fascia più alta del settore calzaturiero.

Due bandi sono inoltre attualmente aperti per aiutare con formazione e servizi personalizzati le persone in mobilità a seguito di crisi aziendali a trovare un nuovo lavoro e per accompagnare nuove assunzioni a fronte di imprese che hanno siglato accordi per ampliare la base occupazionale. Ad esempio, rispetto a quest’ultimo bando è stato approvato di recente  un progetto di formazione “su misura”  che coinvolgerà oltre 100 persone a fronte del progetto di altrettante nuove assunzioni dell’azienda Unifer.