carte_creditoI carabinieri della stazione di Correggio, grazie allo sviluppo di una meticolosa attività investigativa supportata anche dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza dei distributori di benzina, dove le carte clonate veniva usate per riempire i serbatoi di vari mezzi ai danni di aziende di autotrasporto a cui le stesse carte venivano clonate, sono risaliti ai componenti di una banda di matrice moldavo – albanese con base operativa a Reggio Emilia i cui componenti sono ora finiti nei guai. Con l’accusa di concorso di uso fraudolento di carte di pagamento i carabinieri della stazione di Correggio hanno denunciato alla procura reggiana 5 moldavi poco più che ventenni e un albanese 30enne, tutti residenti a Reggio Emilia. A loro i carabinieri correggesi durante la fase delle indagini hanno sequestrato numerose carte di credito clonate su cui ora stano convergendo le indagini dei carabinieri per accertare quanti e quali altre aziende con le stesse modalità, accertate nell’odierna attività investigativa, siano state “alleggerite” dei rispettivi conti correnti.

L’indagine avviata all’inizio del corrente anno ha visto un’azienda reggiana vedersi il conto corrente “alleggerito” di circa 10.000 euro per numerosi rifornimenti di benzina avvenuti mediante l’utilizzo di carte carburanti in suo alla sua azienda. Numerosi rifornimenti disconosciuti dallo stesso imprenditore che si è accorto dell’indebito uso quando si è visto a fine mese dover saldare il salato conto. I carabinieri della stazione di Correggo a cui l’imprenditore, titolare di un’azienda di autotrasporti, ha fatto denuncia, hanno avviato le relative indagini risalendo, anche grazie all’esame delle immagini del sistema di videosorveglianza del distributore dove i pieni venivano effettuati, agli odierni indagati nei cui confronti i carabinieri correggesi acquisivano una serie di incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di uso fraudolento di carte di pagamento per la cui ipotesi delittuosa gli odierni 6 indagati (5 moldavi ed un albanese) venivano denunciati.