convegno-acerGrande partecipazione questa mattina alla Palazzina Pucci per il convegno “Cittadini attivi: bell’idea ma…” organizzato da Acer Modena sul tema della mediazione sociale. La doppia tavola rotonda ha messo a confronto le migliori esperienze che, a livello provinciale e regionale, hanno sviluppato il coinvolgimento, il senso di appartenenza alla comunità dei cittadini, con particolare riferimento agli assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Nel corso della mattinata, dopo il saluto di presentazione del direttore Acer Modena Nadia Paltrinieri, si sono alternati amministratori e operatori del settore mentre nel pomeriggio s’è tenuta la tavola politica che ha messo a confronto le esperienze presentate nella mattinata con le idee e progettualità di diversi relatori istituzionali: Andrea Casagrande (presidente Acer Modena), Giancarlo Muzzarelli (presidente Provincia di Modena), Luca Talluri (presidente nazionale Federcasa), Virginia Gieri (assessore Comune di Bologna), Massimo Savi (presidente Acer Piacenza), Daniela Depietri (presidente tavolo provinciale Politiche Abitative), Emilia Muratori (assessore Politiche Sociali Unione Terre di Castelli) ed Eugenia Cella (Sicet Modena).

“Accanto all’attività quotidiana – ha sottolineato il presidente Acer Modena Andrea Casagrande – noi svolgiamo anche un’azione di accompagnamento all’abitare e di mediazione sociale, per aumentare la capacità dei nostri assegnatari di vivere meglio assieme all’interno dei condomini e di rispettare quelli che sono beni comuni.

La casa pubblica è di proprietà della collettività, non dei singoli. Le pratiche illustrate in questo convegno possono trasformarsi in azioni che permettano di far crescere le capacità dei singoli utenti di diventare protagonisti e di fare comunità. Solidarietà e voglia di stare assieme non sono parole desuete: noi crediamo in questo dialogo e cerchiamo di realizzarlo quotidianamente”.

Il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli ha invece definito i contorni dell’emergenza abitativa che coinvolge anche Modena: “Ci troviamo di fronte a un problema demografico enorme. Le famiglie si frammentano, spesso ci troviamo di fronte a nuclei composti da un solo anziano. Il disagio abitativo aumenta anche per ragioni economiche: in Emilia-Romagna si sono persi negli ultimi anni 10mila posti di lavoro nel settore costruzioni. Le parole chiave per il futuro dell’edilizia sono rigenerare, riorganizzare, ricostruire. Ma oggi, a Modena, abbiamo 2500 appartamenti a disposizione e sono pochi. Servono più soldi per l’edilizia residenziale pubblica. Abbiamo già preso gli impegni per realizzare tra 100 e 150 appartamenti nuovi come Comune di Modena: non basta, perché ne servirebbero alcune centinaia in più”.

Gli fa eco il presidente nazionale di Federcasa Luca Talluri: “A livello nazionale, parliamo di 200-250mila alloggi che mancano all’appello, in Emilia Romagna 25-30mila. Dobbiamo prendere atto che il quadro è cambiato e il fabbisogno di edilizia popolare, di chi ne ha diritto, è aumentato: bisogna accettare la sfida, a partire dalle Regioni e dallo Stato. Non basta più razionalizzare l’esistente. Siamo in una grande fase di transizione: dobbiamo fare scelte di segno opposto rispetto a 20 anni fa, quando in molte realtà, comprese quella emiliana, vivevano in un quadro di piena occupazione”.